Ponte di Ravazzone
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Il ponte di Ravazzone, situato nella zona di Ravazzone di Mori è il ponte più intriso di storia e di avvenimenti che Mori conosca.
Fino al 1700 infatti, nel tratto trentino del fiume Adige esisteva un solo ponte, quello di San Lorenzo a Trento: era costruito in legno e fu in parte dato alle fiamme nel 1730 onde evitare l’ingresso in città alle truppe francesi del duca di Vendome.
Da allora l'attraversamento del fiume era possibile solo grazie ad alcuni traghetti (15 tra S. Michele e Borghetto) disposti lungo le rive in punti strategici. Tra il 1780 e il 1888 furono eretti 2 ponti a nord di Trento, uno in Vallagarina, quindi a Borgo Sacco e a Nomi e infine tra il 1845 e il 1847 fu inaugurato quello di Ravazzone.
Nonostante l'importanza del ponte, che avrebbe posto fine a tutti i problemi di attraversamento dell'Adige, le autorità civili furono costrette a chiedere una speciale dispensa all'autorità ecclesiastica per poter far lavorare gli operai anche di domenica, giorno abitualmente dedicato al Signore. La Chiesa dunque, dopo le richieste, accettò a condizione che i lavoratori potessero almeno ascoltare la messa durante la mattina. Inizialmente il ponte fu costruito in legno ma ebbe vita piuttosto breve dato che venne bruciato dagli Austriaci nell’estate del 1866. Fu sostituito 22 anni dopo con un manufatto in ferro che però venne fatto brillare dagli artificieri austriaci durante la grande guerra, ma solo nel 1920 venne inaugurato nuovamente un ponte di ferro a Ravazzone realizzato dalla “Ditta Nathan Uboldi” di Milano.