Pulizia etnica
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Sotto l'espressione pulizia etnica rientrano diverse azioni atte a rimuovere da un territorio la popolazione di un dato gruppo o sottogruppo etnico-culturale.
Nelle sue manifestazioni meno "cruente" è praticamente indistinguibile dall'assimilazione forzata e dalla deportazione di massa, mentre nei suoi estremi peggiori è equivalente ad un genocidio.
Le azioni di "pulizia etnica" sono il risultato di precise scelte politiche di governi e autorità, sulla base di discriminazioni etnico-linguistiche, religiose e ideologiche e su considerazioni di ordine politico e strategico.
[modifica] Origine dell'espressione
L'espressione "pulizia etnica" entra nell'uso popolare negli anni '90[citazione necessaria] attraverso i mass-media, che riprendono e internazionalizzano l'espressione serbocroata etničko čišćenje ('etnitʃko tʃi'ʃtʃʲeɲe) usata dai mass-media locali per documentare la guerra civile che in quel periodo sta dividendo la Jugoslavia.
È probabile che l'espressione derivi da un'analoga espressione in uso nell'ambito militare ex-jugoslavo, čišćenje terena (tʃi'ʃtʃʲeɲe te'rena), ovvero "pulizia del territorio".
Vi sono nella storia precedenti analoghi. Uno dei più tristemente famosi è quello è l'aggettivo tedesco judenrein ("esente da giudei"), applicato dal regime nazista tedesco a quei territori o centri abitati da cui la popolazione ebraica veniva eliminata attraverso la deportazione in campi di concentramento o lo sterminio di massa.
Di fatto potrebbero essere catalogati come atti di pulizia etnica molti episodi isolati o sistematici avvenuti in varie epoche (soprattutto a partire dall'800) e volti ad assorbire, assimilare, annullare culturalmente e linguisticamente comunità diverse da quella al potere in un determinato stato nazionale.