Rushmore
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Rushmore | |
Titolo originale: | Rushmore |
Paese: | USA |
Anno: | 1998 |
Durata: | 93' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | commedia |
Regia: | Wes Anderson |
Soggetto: | Wes Anderson |
Sceneggiatura: | Wes Anderson, Owen Wilson |
Produzione: | Barry Mendel, Paul Schiff |
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Fotografia: | Robert Yeoman |
Montaggio: | David Moritz |
Musiche: | Mark Mothersbaugh |
Scenografia: | Alexandra Reynolds-Wasco |
Costumi: | Karen Patch |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Rushmore è il secondo film diretto da Wes Anderson, con Jason Schwartzman, Bill Murray e Olivia Williams.
[modifica] Trama
Un ragazzo di quindici anni, Max Fisher, frequenta con scarso profitto il rinomato college Rushmore. É dotato però di una eccezionale creatività, che riversa nelle più disparate attività extracurriculari. Ben presto entrano nella sua vita due persone particolari: il magnate dell'acciaio Mr Blume e la maestra di scuola elementare Mrs. Cross.
Il primo è un uomo con due figli stupidi che non gli assomigliano, una moglie che non ama più e la sua fabbrica come unica attività che sembra destare in lui qualche interesse. La seconda è una donna giovane, dolce, vedova da un anno, che non ha ancora superato la morte del marito. Max si innamora di lei, che è gentile con lui e cerca di non troncare troppo brutalmente la passione nascente del ragazzo, lasciandola così, involontaria Gay x ha accettato una proposta di lavoro, si innamora, ricambiato, di Mrs Cross. Max dà allora inizio ad una serie di "attentati" ai danni di Mr. Blume, prontamente ricambiati, e nel frattempo viene espulso da Rushmore e si iscrive ad una scuola pubblica. Dopo alti e bassi, litigi e riappacificazioni, il trio troverà un suo equilibrio.
Non ci sono veri buoni e non ci sono veri cattivi. L'età biologica dei personaggi non corrisponde quasi mai a quella mentale: gli adulti si comportano come ragazzini, i ragazzini anche, ma questi ultimi sconcertano per l'approccio "adulto" che hanno con la loro vita, non sul piano della maturità, ma su quello del disincanto.
Tutto il film è tutto pervaso da un'ironia malinconica, nei dialoghi, nelle inquadrature, negli sguardi, nei colori.