Sant'Eusebio di Vercelli
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Sant'Eusebio (in Sardegna, 283 circa - Vercelli, 1 agosto 371) fu il primo vescovo di Vercelli e fu uno dei principali esponenti della lotta contro la diffusione dell'eresia ariana: è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Secondo la tradizione agiografica, nacque in Sardegna e si sarebbe trasferito con la madre e la sorella minore a Roma dopo il martirio di suo padre: nell'Urbe fu prima lettore e sarebbe stato ordinato sacerdote da papa Marco e consacrato vescovo da Giulio I (15 dicembre 345).
Non si hanno notizie del suo episcopato prima del 354, quando viene menzionato in una lettera da Sant'Ambrogio che lo elogia per aver imposto agli ecclesiastici della sua diocesi la vita comune, come per i monaci, secondo il modello delle chiese orientali: per questo motivo, è anche onorato come co-fondatore del loro ordine dai Canonici regolari di Sant'Agostino.
Strenuo sostenitore del Simbolo Atanasiano, fu inviato da papa Liberio insieme al vescovo Lucifero di Cagliari in missione presso l'imperatore Costanzo II per chiedergli la convocazione di un concilio che mettesse fine alla controversia tra gli ariani (sostenuti dallo stesso imperatore) e i seguaci dell'ortodossia: il concilio si celebrò a Milano nel 355 ma, essendo i vescovi ariani in maggioranza, Eusebio si rifiutò di sottoscriverne gli editti.
Fu quindi deposto dall'imperatore ed esiliato a Scitopoli, in Palestina, e poi in Cappadocia e nella Tebaide: nel 361, morto Costanzo II, l'imperatore Giuliano mise fine al suo esilio e gli consentì di riprendere possesso della sua sede. Nel 362 partecipò al concilio di Alessandria che decise di perdonare i vescovi ariani purché ritornassero allo stato laicale.
Morì a Vercelli nel 371.
La Chiesa cattolica ne celebrava la memoria liturgica il 16 dicembre ma papa Paolo VI, nel 1969, spostò la sua commemorazione al 2 agosto (memoria facoltativa).