Vangelo di Pietro
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Il Vangelo di Pietro è un frammento di testo cristiano.
Fu rinvenuto nel 1887 ad Akhmin, nell'Alto Egitto, all'interno della tomba di un monaco. Prima di allora se ne aveva notizia solo per vaghi accenni nella Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea e nel Commento al Vangelo di Matteo di Origene, dalle cui parole si supponeva fosse un'opera molto antica, docetica, non ortodossa, forse rappresentante della corrente "petrista", formata da proto-cristiani giudaicizzanti.
Nel testo, San Pietro narra in prima persona singolare la storia della Passione di Gesù. Contrariamente alle attese, il testo rivela un forte sentimento antisemita in disaccordo con la presunta vicinanza ai petristi, ed il carattere docetico è assente (tranne un vago accenno, non probante, a VI 10: «ma egli taceva come se non sentisse alcun dolore»).
Inizialmente lo si riteneva scritto intorno al 150; tuttavia alcune citazioni che l'autore inserisce dai vangeli sinottici ed anche dal Vangelo di Giovanni, oltre all'antisemitismo e ad altre imprecisioni, hanno fatto anche ritenere che la stesura sia avvenuta in tempi più recenti e lontano dalla Palestina. Recentemente altri storici [1] , invece, lo datano addirittura in un periodo premarciano anteriore al 70.
Il Vangelo di Pietro appare allora come un'estesa elaborazione cronologicamente coeva ai vangeli canonici. Vi sono particolari non canonici come Gesù che sale nei Cieli subito dopo la morte, la riabilitazione di Ponzio Pilato, l'accusa agli Ebrei e ad Erode di essere i responsabili della condanna e della crocefissione, ed un solo marginale intervento dei soldati romani, non di propria iniziativa ma in supporto ai giudei. Probabilmente queste posizioni antisemite furono il risultato del clima storico-politico nel quale il vangelo fu scritto, cioè contemporaneamente alla rivolta di Gerusalemme avvenuta tra il 66 ed il 70. Tale avvenimento presumibilmente spinse le prime comunità cristiane a prendere distanza dagli ebrei per non essere con loro confuse agli occhi delle autorità romane (da qui la riabilitazione di Ponzio Pilato e la colpevolizzazione degli ebrei).
[modifica] Estratti
[1,1] Nessuno però degli Ebrei si lavò le mani, né Erode né alcuno dei suoi giudici. Siccome essi non volevano lavarsi, Pilato si alzò.
[46] Pilato rispose: "Io sono puro dal sangue del figlio di Dio, siete voi che avete deciso così".
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- ↑ J.D. Crossan. Gesù : Una biografia rivoluzionaria, Ponte alle grazie, Firenze 1994.
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