Yamato Takeru
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Yamato Takeru (375 ? - 455 ?) è un principe giapponese leggendario, sebbene un personaggio storico pare esser realmente esistito con tale identità durante quello che le antiche fonti giapponsi chiamano "Il Periodo degli Enigmi" nel IV secolo d.C.)
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[modifica] La collocazione storica
Il periodo della storia nipponica compreso tra il IV ed il VI secolo d.C. è detto "Kofun" ("Delle Tombe Antiche") o "Yamato" dal 300 al 552 ed Asuka dal 552 al 710. Si assiste al lento passaggio da una condizione di frammentazione politica in cui regna l'anarchia e la lotta intestina ai vari regni tribali verso una progressiva unificazione politica del paese, ad opera del Regno di Yamato, sito nell'odierno Giappone centrale. Dalla decadenza si passa, così, alla graduale ma lenta rinascita del paese.
[modifica] Il personaggio
Il principe Yamato Takeru rappresenta l'equivalente nipponico del cavaliere "senza macchia e senza paura" medioevale europeo. Il suo non è un nome vero e proprio, in quanto significa "Eroe del Giappone". Quindi, diversi personaggi possono aver assunto questo titolo in un'epoca dove si stava passando dalla tradizione orale a quella scritta (la scrittura cinese venne introdotta in Giappone nel 405 ed adottata ufficialmente nel 538). Inoltre, anche la religione tradizionale del paese, lo Scintoismo, venne adottata in quest'epoca (552) dopo la fusione della primitiva religione animistica col Buddismo negli anni 673 - 688 "Scin - to" significa "Via degli Spiriti". La tradizione mitologica giapponese annovera innumerevoli personaggi a cavasllo tra mito e realtà storica, un po' come i nostri Robin Hood e Re Artù.
[modifica] La leggenda
Yamato ( 大和 ) era il nome con cui veniva definito il Giappone classico (il regno più potente che unificò il paese) e Takeru ( 長ける) è un verbo che esprime il concetto di eccellere, essere superiore e, per estensione, identifica l’eroe. Il vero nome del personaggio era, probabilmente "Ousu". L'epopea di Yamato Takeru narra che egli fu un principe, secondo di due gemelli nati dall'imperatore Keiko. E qui sorge il primo problema di connotazione storica, essendo Keiko, il 12° imperatore, un imperatore considerato semileggendario e, comunque, vissuto semmai nel primo secolo dell'era cristiana (71 - 130), quindi ben tre secoli prima del periodo descritto dalle fonti per Takeru. Il temperamento del giovane Takeru era quello di una persona lapidaria: semplicemente uccise il fratello per aver mancato di rispetto al padre. Il padre, spaventato, lo incaricò di combattere contro i regni che non si volevano sottomettere al suo e contro la popolazione barbara delle contrade settentrionali, gli Ainu. Lo scopo era sì quello di sfruttare il coraggio del figlio, piegandolo ai propri scopi, ma anche quello di allontanare una possibile futura minaccia. Per tale motivo, ad ogni impresa vittoriosa, non seguivano onori e riposo. Takeru soffriva molto per il cinico realismo mostrato da suo padre. Il suo incessante peregrinare alla ricerca della sottomissione di popoli sempre più forti lo condurrà ad una morte precoece, verso i trent'anni, combattendo contro demoni maligni dai poteri sovrumani. Solo a questo punto, l'imperatore pentito del suo comportamento, farà iscrivere il nome del figlio nell'albo degli eroi più grandi del Giappone.
[modifica] I riferimenti storici
Gli eventi narrati nella leggenda di Yamato Takeru sono contenuti nei poemi epici giapponesi del VIII secolo d.C., noti come Kojiki e Nihonshoki. I riferimenti storici in cui viene ambientata l'intera leggenda, dalla descrizione della casa regnante alla morte dell'eroe sono compresi in un'arco di circa centotrent'anni, tra il 370 d.C. ed il 500 d.C. L'esistenza storica di Takeru, però, non è del tutto provata se intesa come singola persona. Sicuramente non poté un singolo uomo unificare l'intero paese. Il processo di unità nazionale richiese alcuni secoli. L'espansione giapponese a danno dei nativi indigeni Ainu inizia proprio nel periodo attorno al 480 d.C.: il popolo degli Ainu viene relegato sempre più a settentrione, proprio come narra la leggenda. Con ogni probabilità si deve identificare Yamato Takeru con uno degli strateghi più abili al servizio dell'imperatore regnante in quel periodo, probabilmente Ingyo, che regnò tra il 411 ed il 453. La morte di Takeru prematuramente, avvenuta a trent'anni, è certamente da ascriversi ad una "canonizzazione" del personaggio: un eroe non può morire vecchio, perché, come dicevano i latini "Quem dii diligunt, iuvenis moritur" ("Muore giovane chi è caro agli dei"). Inoltre, a riprova della cronologia delle battaglie, l'arco temporale degli avvenimenti trasfigurati nella leggenda dell'eroe è di circa ottant'anni, compresi ovvero tra il 375 d.C. ed il 455 d.C., francamente troppi per una persona dedita all'arte della guerra, che - considerato l'elevato rischio connesso al mestiere si guerriero - difficilmente raggiungeva i cinquant'anni d'età.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
La leggenda di Yamato Takeru [1]
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