Andúnië
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
![]() |
«[L'Andustar] presentava tre piccole baie rivolte a ovest, incise negli altipiani; qui però le scogliere in molti luoghi non precipitavano nel mare, e ai loro piedi si stendevano spiagge. La più settentrionale [...] era Andúnië»
|
(Racconti incompiuti, op. cit. pag. 231)
|
Nell'ambientazione dei romanzi di J.R.R. Tolkien, il porto di Andúnië[1] è una città sulla costa nord-occidentale dell'isola di Númenor. La città sorge sulla costa della baia omonima, nella regione di Andustar.
In principio è la città principale dell'isola, ma col tempo viene superata in importanza da Armenelos, dove dimorano i sovrani dell'isola. Per quasi tremila anni della Seconda Era, a partire dalla fondazione del regno di Númenor, è il luogo di approdo delle navi elfiche provenienti da Eressëa, portando talvolta in dono, oro, argento e pietre preziose[2].
[modifica] Signori di Andúnië
![]() |
Per approfondire, vedi la voce Signori di Andúnië. |
I Signori di Andúnië, discendenti di Valandil di Andúnië, figlio di Silmariën, sono tra le famiglie nobili più importanti dell'isola. L'ultimo esponente di questa casata è Amandil, che poco prima degli eventi della Caduta di Númenor, compie un disperato tentativo di raggiungere Valinor e ottenere udienza presso Manwë, signore dei Valar.
[modifica] Eventi storici di Númenor avvenuti in Andúnië
Sotto il regno di Ar-Gimilzôr[3] (3102-3177 della Seconda Era), gli Elendili, detti anche Fedeli, ovvero la fazione minoritaria favorevole ai tradizionali legami con gli Eldar, sono obbligati a lasciare la costa occidentale di Númenor (dove vivono per la gran parte) e trasferirsi, sotto sorveglianza, in quella orientale, nella città di Rómenna.
Molti di costoro, salpano verso la Terra di Mezzo per riparare nel regno del signore elfico Gil-galad e non fanno più ritorno in Númenor.
Sotto il regno di Ar-Gimilzôr, infatti, i rapporti con gli Eldar d'Occidente sono interrotti. Le navi degli Elfi non giungono più da Eressëa[4] e i porti di Andúnië cadono in rovina.
[modifica] Note
- ↑ Il nome in Quenya, significa «verso occidente» o «tramonto», derivando da Andúnë che significa «occidente, ovest».
- ↑ Come spiegato nei Racconti incompiuti (op. cit., p. 236), i Númenóreani erano abili artigiani, ma i metalli preziosi erano assenti nell'isola e l'unica fonte erano i doni degli Eldar. Gemme, monili d'oro e gioielli erano oggetti molto ricercati in Númenor e tenuti in gran conto per la loro rarità. A partire dal regno di Tar Ancalimon (2221-2386 della Seconda Era), i Númenóreani, desiderosi di potere e ricchezza, iniziano a occupare stabilmente le coste della Terra di Mezzo, soggiogando e richiedendo tributi a quei popoli del continente orientale che per millenni avevano trattato con rispetto e generosità.
- ↑ Uno dei primi regnanti númenóreani apertamente ostili verso gli Eldar, a causa della loro immortalità e vicinanza con i Valar.
- ↑ E non vi giungeranno più neppure sotto il breve regno di Inziladûn - figlio di Ar-Gimilzôr - che, salito al trono prendendo come tradizione un nome elfico,Tar Palantir (3177-3255 della Seconda Era), cerca di restaurare la devozione verso i Valar, i legami tradizionali con gli Eldar e interrompere le persecuzioni contro i Fedeli.
[modifica] Bibliografia
- J.R.R. Tolkien, Racconti Incompiuti Edizione CDE su licenza Rusconi libri, Milano 1994.
- J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion Rusconi Libri, ottava edizione, Milano 1989.
[modifica] Voci correlate
Il cacciatore di draghi | Le lettere di Babbo Natale | Roverandom | Il medioevo e il fantastico | Albero e foglia | La realtà in trasparenza
Eldarin comune | Elfico primitivo | Khuzdul | Linguaggio nero | Ovestron | Quenya | Sindarin | Telerin | Telerin comune | Valarin