Rómenna
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Nell'ambientazione dei romanzi di J.R.R. Tolkien, il porto di Rómenna[1] è una città sulla costa orientale dell'isola di Númenor.
Il porto di Rómenna è situato nella popolosa regione di Arandor, nel punto più interno del lungo fiordo che suddivide le regioni di Orrostar e Hyarrostar. La città costituisce l'unico approdo orientale a causa della conformazione di alta scogliera di gran parte della costa di Númenor e il principale porto commerciale con coloro fra gli Eldar che vivono nella Terra di Mezzo.
Rómenna, raccordata alla città di Armenelos da una grande via carrozzabile, ospita i maggiori cantieri navali dell'isola e i migliori carpentieri.
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[modifica] Eventi storici di Númenor avvenuti a Rómenna
Nei Racconti incompiuti di Númenor e della Terra di Mezzo si riferisce che:
- sotto il regno di Tar Meneldur (543-942 della Seconda Era);
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- Rómenna è il luogo di partenza e di arrivo dei numerosi viaggi nella Terra di Mezzo compiuti da Aldarion, figlio del re, e teatro della turbolenta relazione fra lui e la moglie Erendis.
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- Si descrive un curioso costume marinaresco diffuso in quei tempi in Rómenna: alla partenza di una nave alla volta della Terra di Mezzo, una donna, di solito una congiunta del capitano della nave, pone sulla prua dell'imbarcazione un ramo dell'albero oiolairë[2], come buon auspicio per il ritorno.
Nell'Akallabêth (il resoconto della Caduta di Númenor) si riferisce che:
- sotto il regno di Ar-Gimilzôr (3102-3177 della Seconda Era), uno dei regnanti númenóreani apertamente insofferenti e ostili verso gli Eldar, soprattutto a causa della loro immortalità;
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- Tutti coloro che vengono riconosciuti appartenenti alla fazione degli Elendili, detti anche Fedeli[3], sono obbligati a lasciare la costa occidentale di Númenor (dove vivono per la gran parte) e trasferirsi, sotto sorveglianza, in quella orientale. In quegli anni, la sede principale dei Fedeli diviene la città portuale di Rómenna, da dove gran parte di loro iniziano a salpare verso la Terra di Mezzo per riparare presso gli Elfi del regno governato da Gil-galad. L'emigrazione degli Elendili viene tollerata e anzi incoraggiata dal sovrano, visto che costoro non desiderano fare più ritorno in Númenor.
- sotto il regno di Ar-Pharazôn (3261-3319 della Seconda Era), dopo che costui ebbe condotto in cattività Sauron nell'isola e instaurato il culto di Melkor, sotto l'influsso di Sauron stesso, divenuto da prigioniero suo consigliere;
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- Amandil, consigliere del re e ultimo esponente della Casa di Andúnië, avverso a Sauron e suo figlio Elendil, che facevano entrambi parte della fazione dei Fedeli, si ritirano a Rómenna e ivi radunano tutti i membri della loro fazione rimasti ancora nella città portuale o in altri luoghi di Númenor. Nella residenza di Amandil in Rómenna, viene segretamente piantato un frutto dell'albero Nimloth. Il frutto era stato rubato da Isildur, figlio di Elendil, poco prima che, su istigazione di Sauron, il re facesse abbattere l'albero.
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- Successivamente alla partenza della poderosa flotta numenoreana verso Valinor, Elendil, Isildur e gli ultimi Fedeli, fanno vela da Rómenna verso la Terra di Mezzo, portando con loro un alberello della linea di Nimloth il Bello, nato dal frutto rubato da Isildur e scampando l'orribile destino che avrebbe subito, di li a poco, la gente e la terra di Númenor.
[modifica] Note
- ↑ Il nome deriva dal termine Quenya romen col vario significato di sorgente,alba,est. Rómenna significa rivolto a est, con riferimento alla collocazione geografica della città e della sua funzione di approdo per le navi provenienti dalla Terra di Mezzo.
- ↑ oiolairë significa sempre estate in Quenya. È una pianta sempreverde, i cui rami si mantengono verdi e vitali anche se tagliati e non si appassiscono, ma anzi rinvigoriscono all'aria di mare. Queste piante vengono donate dagli Eldar ai Númenóreani, perché ne pongano i rami sulle prue delle loro navi come segno di rispetto per il Maia delle acque Ossë.
- ↑ Gli Elendili detti anche Fedeli o Amici degli Elfi sono i Númenóreani che desiderano conservare l'amicizia con gli Eldar e il rispetto verso i Valar. Gli Elendili si autodefiniscono Fedeli, in contrapposizione al partito maggioritario ostile agli elfi, i cosiddetti Uomini del Re, perché si considerano gli autentici fedeli all'istituzione monarchica della Casa di Elros (il primo re di Númenor).
[modifica] Bibliografia
- J.R.R. Tolkien, Racconti Incompiuti Edizione CDE su licenza Rusconi libri, Milano 1994.
- J.R.R. Tolkien, Il Silmarillion Rusconi Libri, ottava edizione, Milano 1989.
[modifica] Voci correlate
Il cacciatore di draghi | Le lettere di Babbo Natale | Roverandom | Il medioevo e il fantastico | Albero e foglia | La realtà in trasparenza
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