Autorità amministrativa indipendente

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La Costituzione italiana non menziona le Autorità Indipendenti: tale espressione è stata per la prima volta usata nel 1984 dalla Commisione Piga, istituita per la modernizzazione delle istituzioni della pubblica amministrazione. La Costituzione non menziona le Autorità, ma neanche esclude la creazione di nuovi organismi estranei ai tradizionali poteri dello Stato: di conseguenza, le Autorità Indipendenti sono ritenute compatibili con la Carta costituzionale.

Fino a tale epoca infatti, salvo sporadici tentativi di riforma, sostanzialmente in Italia vi era il medesimo apparato burocratico istituito da Cavour, quello cioè basato su un modello accentrato di amministrazione articolata in Ministeri.

Sono strutture "anomale" rispetto al modello cavouriano, in quanto:

sono vere e proprie Autorità, nel senso di organizzazioni a carattere amministrativo, ma dotate anche di poteri che trascendono la semplice amministrazione (ad esempio, il potere di autoregolamentarsi, quindi di emanare norme giuridiche);
non sono subordinate gerarchicamente né politicamente ai Ministeri, quindi sono del tutto indipendenti rispetto a qualsiasi ingerenza ministeriale (laddove gli unici corpi da sempre dotati di indipendenza dall'apparato di Governo sono solo quelli giurisdizionali;
agiscono in settori particolarmente delicati (ad esempio settore radiotelevisivo, settore del mercato e della concorrenza, settore dei servizi pubblici essenziali, ecc.), dove lo Stato ha rinunciato ad esercitare un controllo diretto.

Sono altresì strutture caratterizzate da notevole disomogeneità e varietà di modelli: l'unico tratto caratteristico che accomuna le varie Autorità attualmente esistenti è l'indipendenza, che si esplica sul piano organizzatorio (non sussistendo vincoli gerarchici con i vertici governativi o parlamentari) e sul piano operativo (le Autorità si esprimono in posizione di terzietà, equidistanza e neutralità rispetto a tutti gli interessi coinvolti).

[modifica] Le Autorità Indipendenti straniere

Il fenomeno delle Autorités administratives indipendentes è nato in Francia, dove si è voluto sottrarre ai poteri del Governo una serie di settori sensibles, in cui il conflitto tra interessi pubblici e interessi privati di rilievo costituzionale necessitava di una specifica attenzione, e dove soprattutto le autorità più sono amministrative meno sono indipendenti.

La nascita di questi organismi, piuttosto che come istituzione di un quarto potere, è stata vista come un “mescolamento” ed un bilanciamento dei tre poteri, radicatisi così in un unico soggetto, il quale agisce per una double mission, ossia come regolazione sociale (fonction publique) e come protezione delle libertà.

In Gran Bretagna operano i Quango, organismi caratterizzati da una corresponsabilità indiretta e limitata con le autorità politiche. In seno ai Quango, assumono particolare importanza le Regulatory Aencies, con il compito di contemperare gli interessi protetti dalla legge con quelli comunque meritevoli di tutela.

Negli Stati Uniti, altro Paese a diritto anglosassone, dove cioè la Costituzione non disegna spazi amministrativi "chiusi" (ovvero rigidamente subordinati al potere esecutivo), operano le Independent Regulatory Commissions, come espressione di un nuovo modello organizzativo equidistante dal potere legislativo e da quello esecutivo e svincolate dal controllo presidenziale, che esercitano poteri alquanto penetranti ad es. nei settori del rsparmio e della concorrenza.

Anche in Spagna il fenomeno è presente, anche se di dimensioni più ridotte; ad es. la Comisión del Mercado de las Telecomunicaciones altro non è che l'equivalente della nostra Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

[modifica] Compiti delle Autorità Indipendenti

In Italia, le Autorità Indipendenti non hanno compiti di amministrazione attiva, perché non sono titolari di interessi pubblici. Nell'esercizio delle loro funzioni non devono operare alcuna ponderazione comparativa tra interessi primari e interessi secondari, ma devono solo vigilare sul rispetto delle regole relative al proprio settore.

Questi organismi sono invece titolari di una funzione di controllo intesa in senso lato, cioè una sorta di controllo-regolazione che sostituisce il vecchio modello di controllo-direzione (svolto finora dai Ministeri) e di controllo-vigilanza (svolto dagli organi di polizia economica).