Banco Ambrosiano
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Il Banco Ambrosiano è stata una delle principali banche private cattoliche italiane. Fondata da Giuseppe Tovini, la banca era uno strumento al servizio della Curia milanese. Figura di grande rilievo nella "vicenda Ambrosiano", Roberto Calvi ne entra come impiegato semplice alla fine degli anni '50 e si butta subito nello sviluppo degli affari esteri della banca. A seguito delle dimissioni dell'allora presidente in carica Canesi nel 1971, Calvi viene nominato amministratore delegato (figura creata ad hoc). Di qui in poi assumerà tecnicamente (prima) e formalmente (poi) il controllo della banca, diventando presidente della suddetta fino alla sua morte, avvenuta nel 1982. Il Banco fallirà lo stesso anno per un buco finanziario di 1200 miliardi di lire.
L'Istituto per le Opere di Religione (IOR), banca del Vaticano, era il maggiore azionista dell'Ambrosiano. Si presume (i processi sono ancora in corso) che esso ne fosse il diretto controllore tanto da portare Roberto Calvi in un processo a dichiarare che "il Banco Ambrosiano non è più mio da tempo" (tre anni prima della sua morte avvenuta in circostanze misteriose). Il capo del Istituto per le Opere di Religione (IOR) dal 1971 al 1989, Paul Marcinkus, fu incriminato nel 1982 in Italia come responsabile del fallimento. In accordo con i Patti lateranensi, a Marcinkus fu però permesso di ritirarsi nella diocesi di Chicago, avendo un valido passaporto vaticano.
Grazie alla partecipazione di diverse banche rinacque con il nome di Nuovo Banco Ambrosiano e dopo una fusione con la Banca Cattolica del Veneto si chiamò Banco Ambrosiano Veneto. L'istituto aveva la direzione generale a Milano (così come dopo la creazione di Banca Intesa) e sede legale a Vicenza. Nel 1998 Il Banco Ambrosiano Veneto si unì prima con Cariplo (creando il "Gruppo Intesa") e poi con la Banca Commerciale Italiana (rinominandosi in "Gruppo IntesaBCI"). Nel 2003 si arriva all'unificazione del marchio sotto il nome di Banca Intesa.