Battaglia del Metauro
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Battaglia del Metauro | |||||||
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Parte della Seconda guerra punica | |||||||
![]() Percorso di Annibale durante la Seconda guerra punica |
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Schieramenti | |||||||
Esercito romano | Cartaginesi | ||||||
Comandanti | |||||||
Marco Livio Salinatore Caio Claudio Nerone | Asdrubale Barca † | ||||||
Effettivi | |||||||
circa 37.000 uomini | circa 30.000 uomini | ||||||
Perdite | |||||||
10.000 | tutti i 30.000 uomini |
Seconda guerra punica |
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Ticino – Trebbia – Lago Trasimeno – Canne – Selva Litana - 1a Nola – 2a Nola – 3a Nola – 1a Capua – Silaro – 1a Erdonia – Baetis superiore – 2a Capua – 2a Erdonia – Numistro – Ascoli – Baecula – Grumento – Metauro – Ilipa – Crotone – Bagbrades – Zama |
La battaglia del Metauro fu un conflitto decisivo della seconda guerra punica tra Roma e Cartagine, combattuta nel 207 a.C. vicino al fiume Metauro nelle Marche.
I Cartaginesi erano guidati da Asdrubale Barca, fratello di Annibale, che si suppone portasse rinforzi per l'assedio di Roma. L'esercito repubblicano era comandato dai due consoli Marco Livio Salinatore e Caio Claudio Nerone.
Claudio Nerone aveva già combattuto contro Annibale a Grumento, qualche centinaio di chilometri a sud del Metauro e si ricongiunse a Livio Salinatore con una marcia forzata all'insaputa dei Cartaginesi, i quali si trovarono così in minoranza numerica.
Indice |
[modifica] Inizio
La campagna di Asdrubale, per portare aiuto a suo fratello in Italia, si era svolta, sin lì, sorprendentemente bene. Dopo aver sbaragliato Publio Cornelio Scipione in Spagna, nella primavera del 207 a.C. valicò velocemente le Alpi.
Asdrubale fece progressi molto più in fretta di suo fratello, in parte per le costruzioni lasciate dall'armata di Annibale quando passò attraverso la stessa via 10 anni prima, ma anche per la rimozione della minaccia Gallica che aveva colpito Annibale nelle spedizioni precedenti. I Galli ora temevano e rispettavano i Cartaginesi, e non solo Asdrubale fu lasciato passare attraverso le Alpi senza essere aggredito, ma il suo esercito fu ingrossato da molti Galli entusiasti. Asdrubale alla stessa maniera del fratello ebbe successo nel portare i suoi elefanti da guerra, raccolti e addestrati in Spagna, attraverso le Alpi.
Roma era ancora fiaccata dalle sconfitte subite dieci anni prima e la prospettiva di dover combattere i due fratelli "Barcidi" (cognome che in punico significava Fulmine) era vista con terrore. Così, i nuovi consoli Nerone e Salinatore furono inviati a combattere, rispettivamente, Annibale e Asdrubale. Inizialmente nessun console attaccò battaglia: i 40 mila uomini di Nerone furono impegnati in piccole battaglie in Abruzzo; Salinatore nonostante l'aggiunta di effettivi di due delle molte legioni romane distribuite attraverso l'Italia, si avvicinò cautamente ad Asdrubale, consentendogli di ritirarsi oltre il Metauro e a sud di Senigallia. Fino a che Asdrubale mandò messaggeri ad Annibale che furono prese misure decisive. Asdrubale desiderava incontrarsi con fratello nel sud dell'Umbria e da li condurre un assalto frontale a Roma, tuttavia questo non accadde. I messaggeri di Asdrubale furono catturati e i suoi piani finirono nelle mani del console Nerone, che partì in fretta verso nord con 7.000 uomini di cui 1.000 cavalieri per incontrarsi con Salinatore. Nerone, riconoscendo l'urgenza della situazione e l'enorme minaccia che un'unione delle armate dei fratelli Cartaginesi avrebbe rappresentato per Roma, aggirò l'autorità del senato invece di avvisarlo per organizzare delle leve per la loro protezione .
[modifica] Incontro dei due consoli
Nerone raggiunse velocemente Salinatore, che era accampato a Senigallia assieme al pretore Porcio. Asdrubale era accampato circa mezzo miglio a nord, tuttavia, poiché Nerone era arrivato di notte, la sua presenza non fu notata fino al giorno successivo, quando i romani si prepararono per la battaglia. Anche Asdrubale schierò le sue truppe, ma dopo una più attenta osservazione delle forze schierate davanti a lui, notò che l'armata di Salinatore sembrava essere cresciuta considerevolmente e che aveva molta più cavalleria. Asdrubale si ricordò di aver sentito una tromba nel campo romano, la notte precedente, segnalare l'arrivo di una figura importante - un suono a cui era divenuto familiare durante i suoi rapporti con i romani in Spagna - e quindi dedusse correttamente che stava affrontando entrambi i consoli romani. Scoraggiato, ritirò le truppe dal campo.
Il resto del giorno passò senza che accadesse nulla perché i romani non si azzardarono ad avvicinarsi alle fortificazioni di Asdrubale. Quando venne la notte, Asdrubale silenziosamente portò la sua armata fuori dal campo con l'intenzione di ritirarsi in Gallia, dove avrebbe potuto senza pericolo stabilire comunicazioni con Annibale. Tuttavia poco dopo l'inizio della marcia, le guide di Asdrubale lo tradirono e lo abbandonarono perso e confuso lungo le rive del Metauro,cercando inutilmente un guado per attraversarlo.
La notte passò senza cambiamenti nelle forze di Asdrubale e il mattino trovò la sua armata incerta e confusa e una gran quantità delle truppe galliche ubriache. Con la cavalleria romana in rapido avvicinamento e le legioni comandate dai due consoli non troppo lontano. Asdrubale, con riluttanza, si preparò per la battaglia.
[modifica] La battaglia
L'esatto numero dei soldati di entrambe le parti è sconosciuto. L'armata di Asdrubale è stimata in 30.000 uomini, e quella di Salinatore ne doveva contare altrettanti più i 7.000 che avevano accompagnato Nerone. È certo che Asdrubale era comunque in minoranza e che soprattutto mancava di cavalleria, che invece abbondava per i romani. Nonostante ciò dispose le truppe nel modo migliore che fosse possibile in quelle condizioni.
Come la maggior parte delle armate cartaginesi, quella di Asdrubale era un misto di molte differenti culture ed etnie di cui poche erano di origine africana. Le migliori truppe di Asdrubale erano gli spagnoli, armati di spade e di scudi, e queste truppe furono piazzate sull'ala destra assieme alle poche truppe africane che aveva (non si sa molto su questi soldati, devono essere stati guerrieri armati di lancia presi dal territorio cartaginese, o da qualche altra parte in Africa). Al centro schierò una formidabile forza di Liguri che non erano ben addestrati come gli uomini sul fianco destro. Per ultimi, sulla sinistra, piazzò i disordinati Galli, che sperò sarebbero stati coperti dal terreno dissestato davanti a loro. Asdrubale aveva anche 10 elefanti nel suo esercito.
I romani avanzarono verso Asdrubale in modo molto ordinato. Nerone ebbe il comando del fianco destro, affrontando gli inaccessibili Galli. Fu Salinatore ad iniziare la battaglia, caricando i veterani spagnoli, e Porcio lo seguì subito dopo attaccando i liguri. All'inizio il combattimento fu favorevole ad Asdrubale, i cui elefanti riuscirono a rompere le linee romane e a seminare confusione tra le truppe di Salinatore. l'ala destra di Asdrubale resse all'assalto e anche i Liguri riuscirono a tenere la posizione. Nerone fece molta fatica a superare il terreno che ostacolava il suo cammino verso i Galli impreparati sul fianco sinistro di Asdrubale, e, vedendo l'inutilità del perdere tempo nel cercare di raggiungerli, prese parte dei suoi uomini e li guidò via dai Galli, dietro Salinatore e Porcio, che erano occupati nella battaglia, e marciò all'estrema sinistra dello schieramento romano, facendo girare intorno le sue truppe e scontrandosi con gli Spagnoli con una tale intensità e violenza che gli Spagnoli furono presi dal panico e dalla confusione, finendo tra i liguri che continuarono a combattere fino a che non furono sconfitti.
Le uniche forze rimanenti ad Asdrubale, i Galli, che erano assolutamente impreparati a combattere a causa dei bagordi della notte precedente, non erano più protetti sui fianchi dai loro compagni. I romani li attaccarono senza pietà, incontrando quasi nessuna resistenza.
Il generale cartaginese vedendo che non c'era altro da fare, probabilmente dubbioso circa alle possibilità della fuga, o semplicemente non volendo essere preso prigioniero, caricò nel mezzo della battaglia, incontrando una fine gloriosa, anche se inutile.
[modifica] Conclusione
Nerone non mostrò nessun rispetto ne compassione per il suo avversario caduto. Ordinò che la testa di Asdrubale fosse tagliata e la fece lanciare nel campo di Annibale per fargli sapere della morte del fratello.
Lord Byron Scrisse della battaglia:
Anche se la storia può non ricordarsi del console Nerone, gli effetti della battaglia che vinse e l'impero romano che difese sono certamente noti. Con la morte del fratello e i suoi soldati messi in fuga o uccisi e nessuna speranza di aiuto da Cartagine - che era troppo impegnata con le sue battaglie politiche per mandargli aiuto - il sogno di Annibale di placare la sua sete di sangue romano bruciando la capitale fu distrutto. Restò in Italia per diversi anni, ignorato da Roma, e cercò di restare leale agli alleati italiani che aveva vinto all'inizio della sua campagna. Non osò affrontare Roma un'altra volta ne in azioni dirette ne in battaglie lontano dalla città. Annibale non lasciò l'Italia fino a che Scipione l'africano condusse una campagna diretta contro Cartagine. I due generali si affrontarono nella Battaglia di Zama nel 202 a.C., dove Annibale, come suo fratello, affrontando forze superiori, offrì un buon combattimento e fu definitivamente sconfitto.
Se Asdrubale fosse riuscito a riunirsi al fratello le sorti della seconda guerra punica sarebbero potute essere ben differenti. L'aggiunta degli uomini di Asdrubale ai suoi ranghi avrebbe portato l'esercito di Annibale ad un numero tale da consentirgli di marciare direttamente contro Roma, e nel caso di un assedio simile è possibile che le forze di Annibale avrebbero potuto prendere la città. Anche se Roma non fosse caduta ad Annibale, la presenza degli eserciti dei due fratelli in Italia avrebbe aggiunto discordia a quella già presente per non parlare dell'ansia che si diffondeva in Roma. La storia è troppo imprevedibile per dire cosa sarebbe successo se non fosse avvenuta la battaglia del Metauro; comunque il fatto che sia avvenuta è stato chiaramente nel migliore interesse di Roma.
L'importanza della battaglia del Metauro è riconosciuto presso gli storici. È inclusa in Le quindici decisive battaglie del Mondo di Edward Creasy (1851), il fatto che effettivamente rimosse la minaccia Cartaginese per l'ascesa romana verso il dominio globale, lasciando Annibale isolato in Italia. La battaglia del Metauro è molto offuscata da altre battaglie della seconda guerra punica, come l'incredibile vittoria di Annibale nella Battaglia di Canne o la sua definitiva sconfitta a Zama. Nonostante ciò, gli effetti della vittoria di Nerone e Salinatore al Metauro hanno acquistato un significato notevole presso gli storici, non solo nella storia di Roma, ma in quella di tutto il mondo.
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