Catanzaro
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | 342 (media) m s.l.m. | ||
Superficie: | 111,3 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 854 ab./km² | ||
Frazioni: | Catanzaro Marina (nota anche come CZLido), Santa Maria, Piterà, Sant'Elia, Gagliano, Siano, CZ Sala, Cava, Corvo | ||
Comuni contigui: | Gimigliano, Pentone, San Floro, Sellia, Settingiano, Simeri Crichi, Tiriolo, Borgia, Caraffa di Catanzaro, Stalettì, Soverato, Squillace | ||
CAP: | 88100 (88063 per il quartiere CZ Marina) | ||
Pref. tel: | 0961 | ||
Codice ISTAT: | 079023 | ||
Codice catasto: | C352 | ||
Nome abitanti: | catanzaresi (marinoti quelli del quartiere Marina) | ||
Santo patrono: | San Vitaliano; copatrono S. Agazio | ||
Giorno festivo: | 16 luglio | ||
Sito istituzionale | |||
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«Trovare un amico è così raro come un dì senza vento a Catanzaro »
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(proverbio)
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Catanzaro /ˌkatan'ʣaro/ (Catanzharu /ˌkatan'ʦaru/ in dialetto) è una città di novantaseimila abitanti, capoluogo dell'omonima provincia e capoluogo della Regione Calabria. È il secondo comune della regione per numero di abitanti.
Indice |
[modifica] Geografia
È situata strategicamente al centro del Golfo di Squillace nell'istmo di Catanzaro, il punto più stretto della Penisola con soli 35 chilometri di terra che separano la costa jonica da quella tirrenica. IL territorio comunale si estende letteralmente "dal mare ai monti", cioè dal quartiere Marina fino a Sant'Elia e al santuario di Termine. Da alcuni punti della città, come via Madonna dei Cieli, in giornate particolarmente serene è possibile vedere nitidamente sia lo Ionio che il Tirreno e l'isola di Stromboli. Il nucleo storico della città è situato su tre colli (di San Trifone o San Rocco; del Vescovado; del Castello o di S. Giovanni che è il più alto).
Lo sperone su cui si è sviluppata Catanzaro vecchia è circondato da due torrenti: la Fiumarella (dial. 'hjiumareddha) e il suo affluente Musofalo.
L'espansione urbanistica è stata a lungo limitata dalla struttura collinare del territorio, e anche da motivi legati alla speculazione sui terreni. Nell'ultimo dopoguerra la città si è sviluppata anche verso nord, nei nuovi quartieri di San Leonardo, Bellamena, Stadio, e verso la frazione ovest di Gagliano, con il quartiere Mater Domini. Solo negli ultimi trent'anni ha avuto inizio un vero sviluppo verso il mare. I nuovi quartieri si sono formati a partire da piccole frazioni in luoghi distanti dal centro: Gagliano, ad ovest, si trova al di là del ponte "Fausto Bisantis"; Siano, dalla parte opposta, oltre il Musofalo; i quartieri settentrionali di Pontepiccolo, Pontegrande, Piterà e Sant'Elia si trovano sulla strada che va verso la Sila, mentre il più grosso sviluppo urbanistico si è avuto, solo negli ultimi venti-trent'anni, nella valle della Fiumarella e fino al mare, attraversando i quartieri di Sala, Santa Maria, Pistoia, il Corvo e Marina.
Il centro abitato si estende attualmente fino al mar Ionio che bagna la frazione marinara con circa 8 chilometri di spiaggia e un porto peschereccio. Il territorio comunale è limitrofo al Parco Archeologico di Scolacium.
[modifica] Storia
Alcune ipotesi poco accreditate fanno risalire l'origine di Catanazaro a un'antica colonia greca oppure ritengono che sia sorta sulle rovine dell'antica città di Trischines. La città è più probabilmente di origine bizantina, fondata durante il regno di Niceforo Foca e per questo chiamata inizialmente Rocca di Niceforo.
Secondo la leggenda due condottieri bizantini Cattaro e Zaro condussero le popolazioni rivierasche della magno greca Skilletion e romana Scolacium (nei pressi dell'odierna Marina di Catanzaro), prima sullo Zarapotamo (oggi Santa Maria) poi successivamente sul Trivonà. Nel 903 viene fatto per la prima volta riferimento a Catanzaro nel "Codice Arabo Siculo" dell'Airaldi in cui si legge che, in quello stesso anno, l'Emiro Aba el Aabass combatté una battaglia sotto le porte della città di Catanzaro, espugnandola e divenendone il signore assieme ad una guarnigione di ben 10.000 uomini. Da questa circostanza si capisce che già ben prima del 903 esisteva Catanzaro. Nel 906 come ricorda Arnulfo nella sua "Cronaca Araba", fecero di Catanzaro un vero e proprio emirato arabo durato decenni. A tal proposito Francesco Antonio Grimandi nei suoi "Annali del Regno di Napoli" ricorda che nel 922, essendo stato ucciso l'emiro Olbek a seguito di una congiura di soldati, venne eletto un nuovo emiro che si fece chiamare "Michael rex sclavorum" e la cerimonia di investitura si celebrò proprio in Catanzaro ( che in quel periodo veniva chiamata Qatansar) col rito e secondo le tradizioni arabe. A conferma di ciò ci furono anche dei ritrovamenti di una necropoli saracena nei pressi di palazzo de Nobili segnalata da Marincola Pistoia (Notizie storiche intorno a Catanzaro ed alla Calabria) lo stesso afferma di aver individuato nel 1846 una necropoli nella “strada di S.Chiara” e che, in uno dei sepolcri, furono trovati un anello ed alcune monete con iscrizioni arabe, oggi custodite nel museo provinciale di villa Margherita. Le fonti invece “ufficiali” ritengono Catanzaro una città meno datata, solitamente quando si parla delle origini del capoluogo calabrese si dice che: Fu fondata all'inizio del X secolo secolo, sotto il dominio bizantino. La scelta territoriale fu suggerita dalle continue incursioni saracene, il generale Niceforo II Foca decise per l'edificazione definitiva di una roccaforte collinare a difesa.
Nel XI secolo intorno al 1060 Catanzaro fu conquistata sotto la Guida di Roberto "il Guiscardo" dai Normanni che eressero il Castello Normanno, conobbe periodi di fioritura nella vita comunale ed in quella delle arti e dei mestieri; continuava ad essere curata la lavorazione della seta con scambi commerciali sia con le altre regioni d'Italia che con i paesi orientali. Intorno al 1250 l'imperatore Federico II destinò il territorio di Catanzaro a demanio regio, affidandolo in feudo a potenti famiglie della regione (Ruffo, Caraffa, Soriano). La “demanialità" del territorio comunale si rivelò importante per la storia della città, poiché ne determinò le successive scelte politiche.
[modifica] L'arte della seta e il periodo aragonese
Durante la dominazione aragonese (inizio Quattrocento) Catanzaro visse periodi di trasformazione nella vita economica e sociale, mantenendo comunque efficienti la scuola ed il commercio della seta, infatti , grazie all'antica esperienza ed alla qualità del prodotto noto in Italia e nei paesi europei - la città era oggetto di notevoli scambi commerciali. Risale infatti al 1466 la richiesta da parte di Luigi XI, re di Francia, di istituire la manifattura di seta a Lione, ma in seguito alle proteste della popolazione che ne avrebbe dovuto supportare le spese, gli artigiani arrivati dall'italia, tra i quali alcuni maestri catanzaresi (forse tre), furono trasferiti a Tours con tutti i loro attrezzi di lavoro. In questa circostanza comparve anche il primo telaio meccanizzato (detto) di Giovanni il Calabrese. La lavorazione della seta decadde con il bando degli ebrei da tutti i territori sottoposti alla Corona spagnola, poiché esclusivamente ebraica era la popolazione che si occupava della pratica di quest'arte.
Ancora oggi, nel centro storico della città vi è un quartiere, denominato "Filanda", che sta proprio ad indicare l'ubicazione degli antichi laboratori e delle scuole dove si tesseva e si filava.
[modifica] La fedeltà al Regno di Carlo V e il Castello Normanno di Catanzaro
La Calabria del tempo era divisa in feudi; alcuni feudatari erano fedeli alla Corona, altri le erano contro e trovavano accordi ed intese tra i signori locali al fine di raggiungere una certa indipendenza.
In questa visuale va inquadrata la "demanialità" del territorio di Catanzaro. Infatti, quando l'imperatore Carlo V divenne re di Napoli, la città dimostrò con chiarezza la propria fedeltà alla Corona. Non va dimenticato che Carlo V - ultimo esponente del ramo primigenito degli Asburgo ad essere imperatore del Sacro Romano Impero - era re di Spagna e di Napoli; figlio di Filippo il Bello e di Giovanna la Pazza, ereditò l'Austria dal nonno Massimiliano d'Asburgo e i territori spagnoli da Giovanna la Pazza, sovrana di Spagna. I possedimenti di Carlo V, si estendevano anche oltre i confini europei; è famosa la sua frase: sul mio regno non tramonta mai il sole.
Catanzaro si trovò coinvolta nella guerra del 1528, quando il francese Odet de Lautrec - in accordo con alcuni feudatari calabresi - iniziò la campagna per la conquista della Calabria, alleandosi con il romano Simone Tebaldi, conte di Capaccio, nonché con Francesco di Lauria, signore di Cirella ed Aieta (tale alleanza era ovviamente sorta contro l'imperatore Carlo V). Considerato la fedeltà della città nei confronti della corona e l'inespugnabilità del Castello Normanno, Catanzaro fu scelta come fortezza principale.
A Catanzaro arrivarono, così, oltre al Viceré di Napoli Don Pedro Alarcon de Mendoza, tutte le forze di difesa spagnole e numerosi cavalieri e feudatari calabresi fedeli all'imperatore Carlo V, che con i loro contingenti andarono ad ingrandire l'esercito imperiale che raggiunse il numero di 11.000 uomini.
Dopo molte sanguinose battaglie, il 28 agosto 1528 le truppe nemiche toglievano l'assedio: Catanzaro aveva vinto. L'imperatore concesse alla città, venendo perciò incontro alle sue necessità economiche ed anche per riconoscenza, il privilegio di "battere moneta". Entrarono così in circolazione due conii, entrambi contrassegnati su di una faccia con la scritta obsesso cathanzario e sull'altra Carolus V Imperator.
[modifica] Lo Stemma della Città e Carlo V
Certamente la vittoria sui francesi e sui feudatari ribelli portò il nome della città all'ammirazione ed alla stima dell'imperatore; tale fatto certamente comprese Carlo V che definì Catanzaro città Magnifica et Fidelissima e concesse alla stessa l'altissimo onore dello stemma imperiale dell'aquila reale con il motto Sanguinis Effusione; il gonfalone della città oggi riporta proprio lo stemma ed il motto imperiale, unitamente ai tre colli.
[modifica] Descrizione nel particolare dello stemma della Città.
L'elemento centrale dello stemma della città è l'aquila imperiale, privilegio accordato dall'imperatore Carlo V per premiare la strenua resistenza dei catanzaresi nel 1528 contro le truppe francesi fedeli ai Valois. Lo stemma è completato da uno scudo che riproduce i tre colli su cui si erge la città e da un nastro azzurro, stretto dal becco dell'aquila, su cui è riportato il motto "Sanguinis effusione".Sembra che il motto derivi dai vari spargimenti di sangue riportati in varie battaglie dai combattenti catanzaresi (sanguinis effusione = spargimento di sangue).
La descrizione più antica dello stemma si trova nel libro "Memorie historiche dell'illustrissima, famosissima, fedelissima città di Catanzaro" di Vincenzo D'Amato (1670):
[modifica] Galleria immagini
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Cultura
[modifica] Da visitare
Da "Bellavista", passeggiando sulla lunga balconata, si può ammirare un panorama stupendo che abbraccia tutta la costa ionica, da Punta Le Castella sino ad arrivare a Punta Stilo. Salendo da Bellavista inizia il centro storico di Catanzaro. Un dedalo di vicoli e viuzze che conduce alla Grecìa, uno dei quattro quartieri più antichi della città dove si trova la "Chiesa del Carmine" con la sua bassa torre campanaria e la facciata a capanna con l'attiguo oratorio ligneo. Ai margini della Grecìa vi è il quattrocentesco "Palazzo de Nobili" (sede del Municipio) e, adiacente al palazzo, si trova "Villa Margherita" nata negli anni 1878-1881 così denominata in onore della regina che l'inaugurò nel 1881. Non distante dalla villa è la "Chiesa di San Rocco", prospiciente alla quale il teatro Masciari, realizzato ad inizio '900. A pochi metri del teatro, a ridosso di un bel palazzo d'epoca, una bella fontana di bronzo e marmo, detta di "Santa Caterina".
Dal "Corso Mazzini", una delle strade laterali conduce alla "Chiesa del Rosario", che presenta una facciata neoclassica. A monte della chiesa del Rosario è il "Duomo". Nelle vicinanze, si trova la "Chiesa del Monte dei Morti". Ritornando sul corso, troviamo la "Basilica dell'Immacolata". Va inoltre ricordata la chiesetta bizantina di "Sant'Omobono", la chiesa più antica della città, risalente all'XI secolo. All'esterno del centro storico, da ricordare la "Chiesa dell'Osservanza".
Dalla parte opposta il Corso sbocca su "Piazza Matteotti", che delimita il confine tra la città vecchia e la zona nord. La piazza è caratterizzata dalla fontana di bronzo e granito detta "Il Cavatore". Di grande interesse culturale è il "Complesso monumentale del San Giovanni". Il simbolo della città è senza dubbio il "Viadotto Bisantis", il ponte in cemento armato, secondo in Europa, ad una sola arcata.
[modifica] Enti
Catanzaro, capoluogo della Regione, è sede della Giunta Regionale della Calabria ed ospita tutti gli Assessorati regionali.
Inoltre, hanno sede in Catanzaro (anno di istituzione): Avvocatura Distrettuale dello Stato (1876) - Comando Compartimentale R. della Polizia Stradale (1949) - Archivio Notarile R. (1937) - Tribunale R. dei Minorenni (1930) - Corte di Appello (1809) - Commissariato Usi Civici (1924) - Istituto Penale per i Minori (1935) - Comando R. Agenti di Polizia Penitenziaria (1945)- Provveditorato R. alle Opere Pubbliche ora S.I.I.T. (1925) - Compartimento R. dell'ANAS (1928) - Ispettorato Compartimentale Genio Civile (1920) - Sezione R. Genio Civile Idrografico e Mareografico (1918) - Sezione R. Corte dei Conti (1945) - Ispettorato Compartimentale Agrario (1929) - Osservatorio Statale di Fitopatologia (1926) - Stazione sperimentale Zooprofilattica (1932) - Ispettorato R. Motorizzazione Civile (1908) - Comando Regione Carabinieri "Calabria" (1870) - Ospedale Militare (1866) - Sezione R. Genio Militare (1939) - Ufficio R. delle Dogane ex UTIF (1930) - Commissione Medico Legale Pensioni di guerra (1923) - Ist. Tecnico Agrario R. (1933) - Istituto R. dei sordomuti (1859) - Direzione R. Ferrovie della Calabria (1934) - Federazione Italiana Gioco Calcio (1945) - Ufficio R. SIAE - Compartimento R. ENEL - Direzione R. Scolastica - Comando R. "Calabria" della Guardia di Finanza - Agenzia delle Entrate Direz. R. della Calabria - Ufficio R. del Territorio - Centro per la Giustizia Minorile Calabria e Basilicata - Provveditorato R. Amministrazione Penitenziaria - Direzione Distrettuale Antimafia.
[modifica] Istruzione
- Accademia di Belle Arti di Catanzaro
- Università degli Studi "Magna Græcia" (imperniato sulle facoltà principali di medicina, farmacia e giurisprudenza, nonché su numerosi e innovativi corsi di laurea);
- Policlinico Universitario "Mater Domini";
- Seminario Pontificio Teologico Regionale "San Pio X";
- Liceo Classico Statale "Pasquale Galluppi";
- Liceo Scientifico Statale "Luigi Siciliani";
- Liceo Scientifico Statale "Enrico Fermi" (quartiere Catanzaro Marina);
- Istituto Tecnico Agrario "Vittorio Emanuele II", presso Parco della Biodiversità Mediterranea;
- Liceo Socio-Psico-Pedagogico "De Nobili";
- Istituto Tecnico Commerciale "Grimaldi";
- Istituto Tecnico Commerciale "fra' Pacioli"(quartiere Marina);
- Istituto Tecnico Industriale Statale "Ercolino Scalfaro";
- Liceo Artistico";
Vanta importanti e moderne strutture culturali, come il nuovo Teatro Politeama, progettato da Paolo Portoghesi, l'area polifunzionale "Magna Græcia" situata nel quartiere Marina, il Complesso Monumentale del San Giovanni, sorto sui resti della storica roccaforte cittadina.
[modifica] Teatro Politeama
Il Teatro Politeama di Catanzaro, inaugurato il 29 novembre 2002 con un concerto dell'orchestra dell'Arena di Verona (direttore Maestro Aldo Ceccato), sorge in pieno centro storico sull'area risultata dalla demolizione del vecchio Cinema-Teatro Politeama, struttura realizzata negli anni trenta, e del coevo Mercato coperto. Il Teatro è stato progettato dal prof. Paolo Portoghesi, uno dei maggiori architetti italiani, su volontà della giunta comunale guidata dall'Avv. Marcello Furriolo, mentre il progetto delle strutture impianti è dell'ing. Franco Portoghesi. La struttura del teatro Politeama (53 mila metri cubi di volume, 5.700 metri quadrati di superficie) ruota intorno ad una sala a forma di ferro di cavallo (500 metri quadrati). L'architetto Portoghesi si è attenuto, infatti, alla tradizione del teatro classico all'italiana. E così il parterre, che contiene ordini di posti per 372 spettatori, segue un movimento ondulatorio su una superficie quasi concava.
L'opera del Portoghesi ha ridato alla città di Catanzaro il teatro dopo oltre 60 anni; infatti, nel 1938 veniva demolito lo storico teatro Comunale, progetto dell'architetto Vincenzo De Grazia risalente al 1818, la cui costruzione fu terminata nel 1830. Fino ad allora il Teatro a Catanzaro aveva trovato asilo nei pressi della stupenda Chiesa del Monte dei Morti in un piccolo Teatro in piazza Duomo, che andò però distrutto nel terremoto del 1783, e in alcune delle piazze più belle della città. Il successo che questi spettacoli ottenevano richiese la costruzione di una struttura adeguata soprattutto per via dello spessore culturale che le stesse proponevano e della lunga tradizione teatrale che la città vantava, infatti, la nascita di tali attività culturali risalgono al tardo '600 quando in occasione della nascita dell'erede al trono spagnolo, ci furono quasi due mesi di rappresentazioni che animarono Piazza San Giovanni.
Il teatro Comunale consolidò in modo definitivo le tradizioni teatrali della città; divenne uno dei teatri piu'importanti dell'Italia meridionale e vide rappresentazioni del calibro di: Pergolesi, Rossini, Goldoni, Giacosa e D'Annunzio - per ricordarne alcuni - a quelle straniere di Scribe, Sardou, Mirabeau, Dumas e dei classici quali Ibsen, Tolstoj, Shakespeare, Dostoevskij. Calcarono il palcoscenico del Comunale i più noti artisti del tempo, da Ermete Novelli a Ermete Zacconi, da Giovanni Emmanuel a Gustavo Salvini.
Il glorioso Comunale però risentì molto della crisi economica e sociale che investì la città dopo la Grande Guerra, iniziò così un lento e inesorabile declino che portò alla demolizione del 1938.
Da allora fino alla costruzione del nuovo Politeama qualche luce di quell'arte che tanto aveva appassionato i Catanzaresi rivisse nel Teatro Masciari con alti e bassi, nel 2002 Catanzaro è, però tornata ai vertici del Teatro regionale, il Politeama ha infatti ridato il prestigio di un tempo all'opera teatrale cittadina.
[modifica] Gastronomia
La gastronomia di Catanzaro, che affonda le sue radici nella tradizione tipicamente mediterranea, e' caratterizzata da una predominanza di sapori forti e decisi. Vari e tutti gustosissimi i primi piatti, tra cui spiccano la pasta e ceci con finocchi selvatici, la pasta "dei mietitori", condita con un sugo a base di cipolle, zucchine e patate, e la pasta con le alici, preparata con alici sotto sale, mollica di pane e, a scelta, peperoncino piccante.
Un posto d'onore è riservato alla carne, molto utilizzata quella di maiale e di manzo, alle verdure e alle lumache, consumate con un delizioso sughetto di pomodoro aromatizzato con foglie di alloro, origano e peperoncino piccante. Ma l'autentico piatto forte della gastronomia catanzarese, conosciuto non solo in Italia ma anche all'estero, è il morzeddhu, di solito servito caldo nella pitta, pane casereccio piuttosto schiacciato e dalla forma circolare, tagliata a libretto.
La ricetta, legata alle tradizioni semplice e povere della cucina contadina, ha come ingredienti base le interiora di vitello, i cosiddetti diuneddhi, eccetto il cuore, la conserva di peperoni piccanti, sale, origano, alloro, e vino rosso. Da segnalare poi le conserve, come alici o sarde salate, melanzane sott'olio, melanzane in agrodolce o alla schipece, tutte rigorosamente preparate secondo antichi metodi. Ottimi i dolci, in modo particolare i monaceddi, preparati con uova sode farcite di cacao e fritti, e le cuzzupe, ciambelle decorate con uova, tipiche di Pasqua. Rinomati i vini catanzaresi, soprattutto la Malvasia.
U Morzeddhu - Ingredienti:
- Trippa di vitello cotta 500 gr
- cipolline novelle 500 gr.
- sugna, una cucchiaiata
- 2 peperoncini rossi piccanti
- 70 gr. pecorino grattugiato
- sale.
Preparazione: lessate nuovamente la trippa in acqua salata, asciugatela e tagliatela in sottili striscioline. Tagliate in spicchi le cipolline e mettetele in un tegame con la trippa, il sale, la sugna e acqua sufficiente a coprire bene tutto. Fate cuocere per circa un'ora a recipiente coperto. Servite dopo averlo spolverizzato con pecorino.
[modifica] La maschera tipica
Giangurgolo
Il suo nome significa "Giovanni dalla gola piena" e fu ideato dai Calabresi che volevano mettere in ridicolo le persone che imitavano i cavalieri siciliani spagnoleggianti.
Ha un lungo naso, un'andatura bellicosa e porta sempre un cappello di feltro a cono.
Nei suoi pranzi consuma carretti di maccheroni, molto pane e intere botti di vino.
Adopera la spada per inezie, ma è sempre pronto a fuggire come il vento.
Ecco apparire per la prima volta nei vicoli di Catanzaro la maschera satirica di Giangurgolo; il suo personaggio di maschera - soldato gira in questi anni i teatri di tutta Italia, ed Ottavio Sacco ne è il più grande interprete. Nelle varie rappresentazioni compare come un personaggio mutevole nell'aspetto, rivestendo il ruolo di spaccone, tronfio e vanaglorioso e definito "abile più di lingua che di spada"; vigliacco ma dal cuore nobile, ed in alcune occasioni anche vittima dell'altrui scaltrezza. Ecco cosa si racconta nelle scene: "era il 24 giugno 1596. Nel convento delle Suore di Santa Maria della Stella di Catanzaro nasce il personaggio Giangurgolo, ancora bambino ma che diverrà la maschera tipica della tradizione catanzarese. Il suo nome deriva da Giovanni, in onore del Santo del giorno del suo ritrovamento. Trascorre la sua infanzia presso il Convento dei Cappuccini del Monte dei Morti, dove un Padre, oltre all'educazione, tramanda al giovane anche l'abitudine della caccia. È proprio in una battuta che inizia la sua storia: nei boschi Giovanni cerca di salvare uno spagnolo che era stato aggredito e ferito da briganti; lo spagnolo riceve da lui tutte le cure possibili, ma spira, e fa di Giovanni il suo erede, consegnandogli le sue ricchezze ed una lettera che contiene il modo per salvare Catanzaro. Da questo momento, in onore del nobile spagnolo, Giovanni tramuta il suo nome in Alonso Pedro Juan Gurgolos (Giangurgolo). Egli inizia una sua personale lotta contro l'occupazione spagnola che in quegli anni si abbatteva su Catanzaro: Giangurgolo studia bene la strategia, organizzandosi con un carrozzone da teatro col quale, insieme ad alcuni suoi amici, propone spettacoli satirico - politici incitando alla rivolta il popolo catanzarese. Questo piano però fallisce quando le sue intenzioni vengono alla luce, e Giangurgolo viene condannato a morte. La scoperta delle sue origini nobili gli salva però la vita, costringendolo in ogni caso a rifugiarsi in Spagna. La sua permanenza in quei luoghi a lui estranei non dura a lungo, ed egli torna nella sua terra d'origine, dove la peste aveva colpito tutta la città. Al suo ritorno egli riesce a ritrovare il suo amico di teatro Marco, anch'esso malato, e per un abbraccio tra i due la peste viene trasmessa anche a Giangurgolo. La sua morte chiude il sipario della rappresentazione"
[modifica] Biblioteche
- Biblioteca comunale "Filippo De Nobili", è la più importante biblioteca cittadina e possiede attualmente circa 120.000 opere tra volumi ed opuscoli;
- Biblioteca provinciale "Bruno Chimirri", ha una dotazione di oltre 20.000 volumi.
- Archivio di Stato, costituito da oltre 50.000 documenti, fra cui ben 1359 pergamene (1307-
1859). I documenti cartacei datano dal secolo XVI. Sono da segnalare, in particolare, i seguenti fondi: l'Archivio delle Ferriere di Mongiana, la Cassa sacra e la Regia udienza, gli atti notarili antichi, documenti sul brigantaggio e sui moti patriottici.
- Biblioteca della Camera di Commercio
- Biblioteca dell'Università "Magna Græcia"
- Biblioteca Arcivescovile "Antonio Lombardi"
- Biblioteca del Seminario Regionale Pontificio "San Pio X"
[modifica] Ville e giardini
- Villa "Margherita"
- Villa "Florestano Pepe"
- Giardini di San Leonardo
- Giardini "Nicholas Green"
- Parco "La Pineta di Siano"
- Giardino Botanico
- Pineta Loc. Giovino
- "Villa Pangea"
- Parco della "Biodiversità mediterranea"
[modifica] Musei
- Museo provinciale "Villa Margherita". Contiene collezioni di monete, vari reperti, quadri veristi ed una raccolta di materiale preistorico.
- La Casa della Memoria
- Museo delle Carrozze. Un ampio edificio stile medioevale ospita la collezione di preziose carrozze del barone De Paola; annesso museo della civiltà contadina.
- Museo Risorgimentale. Contiene vari cimeli, biffettiere, armi dell'epoca garibaldina e delle guerre d'Africa e d i Spagna, carte cospirative, i diari di guerra e i documenti mazziniani.
- Museo Diocesano di Arte Sacra
- Museo della Seta
- Gipsoteca Jerace
- Museo delle Armi (in allestimento presso il Parco delle Biodiversità)
[modifica] Eventi e manifestazioni
- Naca: Processione del Venerdì Santo
- Festa del pane: 13 Giugno
- Festa di San Vito a CZ Marina: 13/15 giugno
- Festa del patrono "San Vitaliano": 16 Luglio
- Mirabilia (rappresentazione storica in costume) in coincidenza con la Festa di San Vitaliano: 9/16 luglio
- Festa della "Madonna di Porto Salvo" a CZ Marina: ultima domenica di luglio
- Fiera di San Lorenzo: 5/10 agosto
- Festa dell'Uva e Fiera del Vino: seconda settimana di settembre
- Settembre al Parco delle Biodiversità: settembre
- Marinfest: rassegna musicale a CZ Marina: settembre
- Festival dell'autunno: settembre/ottobre all'Auditorium "Casalinuovo"
- Catanzarock: mesi autunnali
- Mostra dei presepi: dicembre
[modifica] Il Santo patrono
L'origine del culto di San Vitaliano a Catanzaro risale al 1311 quando Pietro Ruffo, conte di Catanzaro, edificò in quella cattedrale un'apposita cappella per riporvi le reliquie di s. Vitaliano; risulta che nel 1583 dopo la rovina della cappella, il vescovo Nicolò Orazio, ne fece la ricognizione canonica, sistemando le reliquie in una nuova cassetta foderata di velluto.
In epoca imprecisata il sepolcro di s. Vitaliano avrebbe pure cominciato a trasudare un umore detto manna. Catanzaro, la città delle tre V (Vento, Velluti, Vitaliano), venera s. Vitaliano come suo patrono principale il 16 luglio, che è forse la data della traslazione dei suoi resti mortali da Montevergine a Benevento e poi a Catanzaro, inoltre ne celebra la festa del patrocinio nella domenica in albis.
Ne sperimentò più volte la protezione in occasione di terremoti e nel 1922 celebrò con solennità il settimo centenario dell'arrivo delle reliquie.
[modifica] Catanzaresi illustri
- Francesco Orefice - Pittore contemporaneo
- Armando Conforto - nato a Catanzaro nel 1941, è un pittore la cui tecnica usata è prevalentemente quella di olio su tela, egli esalta sempre il mondo della natura in una finezza e delicatezza di colori.
- Francesco Molé - nato Catanzaro nel 1945, pittore. Per quanto in maniera vaga ed incerta le opere di Molé a molti ricordano, nel contenuto più che nella forma, la tecnica compositiva del mosaico o del collage.
- Giuseppe Celi - nasce a Catanzaro nel 1947, pittore. Comincia a dipingere i primi quadri all'inizio degli anni '60. Nel 1965 vince il primo premio alla mostra d'arte degli studenti universitari organizzata dalla Federazione Universitari Cattolici Italiani, in giuria, tra gli altri, Emilia Zinzi. Celi può annoverarsi tra i più intensi pittori figurativi italiani. Egli si è reso interprete della realtà, sia essa costituita da "paesaggi" che da "periferie", ed ha saputo coniugare una straordinaria maestria con una particolare sensibilità poetica.
- Mattia Preti - Pittore nato a Taverna (CZ) (1613-1699). Fu autore di numerose e pregevoli opere tra cui il "Ritorno del figliol prodigo" e "I conviti di Baldassarre e Assalonne" esposte a Napoli. Si possono ammirare altre tele alla galleria Corsini di Roma, a Taverna e al Museo Provinciale di Catanzaro. Morì a La Valletta, Malta. Fu chiamato il Cavaliere Calabrese.
- Mimmo Rotella (1918-2006), artista contemporaneo e inventore del Decollage.
- Bosco Umberto- Nato a Catanzaro nel 1900 e morto a Roma nel 1987; storico e filosofo, critico della letteratura italiana. Collaborò all'allestimento dell'edizione critica delle "Familiari" di Petrarca e dopo aver vinto la cattedra di letteratura italiana presso l'università di Milano divenne direttore dell' "Enciclopedia Italiana", del "Dizionario Enciclopedico Italiano", dell' "Enciclopedia Dantesca", presidente del centro studi leopardiano di Recanati e del centro studi pirandelliano, accademico nazionale della crusca e laureato honoris causa a Cambridge.
- Cassiodoro Aurelio (490-583) - Nato a Squillace (CZ) fu ministro di Teodato, Alarico, Teodorico e Vitige e tentò una politica di avvicinamento tra l'elemento ellenico e quello barbaro. Si ritirò infine dalla vita politica sulle terre di Squillace dove fondo il "Vivarium", monastero per le preghiere e per lo studio. Scrisse fra l'altro la "Historia gothica" le "Viariae", il "De Anima".
- Fazzari Achille - Nato a Catanzaro nel 1837, colonnello garibaldino e amico personale del Garibaldi è ricordato per una sua impresa durante la battaglia del Volturno quando al comando di nove volontari, riuscì a costringere alla resa oltre cento soldati borbonici. Morì a Roma nel 1910.
- Renato Dulbecco, nato nel 1914. Premio Nobel per la medicina nel 1975.
- Bernardino Grimaldi fu ministro dell'Agricoltura nel corso del terzo governo Depretis. Si dimise dal suo incarico pronunciando la famosa frase l'aritmetica non è un opinione a seguito della richiesta di abolizione della tassa sul macinato.
- Francesco Acri ([1863]-1913]) è stato un filosofo.
- Giovanni Fraio musicista.
- Gianni Amelio regista contemporaneo di numerosi film.
- Emilia Zinzi Storico dell'Arte e docente universitario recentemente scomparsa, è stata uno dei massimi esperti delle problematiche storiche urbanistiche e del territorio con particolare riferimento alle regioni meridionali. Studiosa di livello internazionale, nelle sue oltre 140 pubblicazioni ha contribuito alla valorizzazione ed alla riscoperta (se non alla vera e propria scoperta come nel caso del sito archeologico dell'antica Scolacium) del patrimonio architettonico-urbanistico meridionale portando all'attenzione della comunità scientifica mondiale luoghi e culture a lungo ignorate. La sua attività le ha valso numerosi riconoscimenti scientifici e culturali tra cui si segnala la nomina a Presidente Onorario della Sezione Calabria dell'Istituto Nazionale di Urbanistica, la partecipazione al Consiglio Direttivo della Deputazione Storia Patria per la Calabria, l'assegnazione del Premio Minerva 2000, l'inserimento nell'International Directory of 18th Century Studies, Voltaire Foundation Oxford, ed infine, la pubblicazione del suo curriculum nel volume Great Minds of 21st Century edito dall'American Biographical Institute. Raleigh, North Carolina.
[modifica] Sport
Il 27 maggio e il 28 maggio 1972 Catanzaro fu sede di arrivo e partenza di due tappe del 55° Giro d'Italia, la settima, Cosenza-Catanzaro, vinta dallo svedese Gosta Pettersson, e la successiva Catanzaro-Reggio Calabria, vinta allo sprint da Attilio Benfatto. Il Giro fu vinto quell'anno dal belga Eddy Merckx. Il 24 maggio 1996 la 6^ tappa del Giro d'Italia 1996, Crotone-Catanzaro, si è conclusa a Catanzaro con la vittoria del francese Pascal Hervé; il Giro '96 fu vinto poi dal russo Pavel Tonkov. Il 9 maggio 2005 si è avuta la partenza della 2^ tappa da Catanzaro Lido a Santa Maria del Cedro vinta dal velocista australiano Robbie McEwen. Il Giro 2005 fu vinto dal bergamasco Paolo Savoldelli. La squadra di calcio, U.S. Catanzaro 1929, è stata finalista nell'edizione 1965-1966 di Coppa Italia disputata a Roma perdendo 2-1 dopo i tempi supplementari contro la Fiorentina ed è stata semifinalista nell'edizione 1981-1982 eliminata dall'Inter (che vinse la finale contro il Torino) perdendo 2-1 a Milano e vincendo 3-2 a Catanzaro. Ha militato per 7 edizioni nel campionato di Serie A e ben 28 edizioni nel campionato di Serie B. Nella stagione 2005/06, classificandosi all'ultimo posto, viene retrocessa nella Serie C1: per la stagione successiva non viene iscritta al campionato e, dopo 77 anni di onorata carriera, l'Unione Sportiva Catanzaro sparisce dal calcio professionistico. Grazie al lodo Petrucci viene fondata una nuova società, il Football Club Catanzaro, che si iscrive alla Serie C2.
[modifica] Curiosità
La parola paparazzo, dal nome del personaggio del film La Dolce Vita di Federico Fellini, è strettamente legata alla città di Catanzaro. Durante le riprese di quel film, infatti, pare che Fellini stesse leggendo un libro di George Gissing "On the Ionian Sea" sui suoi viaggi in Italia. Il regista, per il suo fotografo, scelse il nome di Coriolano Paparazzo, il proprietario del palazzo che ospitò Gissing durante il suo soggiorno in città. A testimonianza della perpetua presenza del vento in città, esiste questo detto: Trovar un amico è tanto raro come un dì senza vento a Catanzaro.
Alcuni sostengono che il nome Italia deriva dal vocabolo "Italòi", termine con il quale i greci designavano i Vituli, una popolazione che abitava la regione a sud dell'odierna Catanzaro e adorava il simulacro di un vitello. Il nome significherebbe quindi "abitanti della terra dei vitelli". Infatti fino all'inizio del V secolo a.C., con Italia si indicò solo la Calabria, poi tutta la parte meridionale del Paese e, dal 49 a.C., quando alla Gallia Cisalpina furono concessi i diritti di cittadinanza romana, anche le regioni settentrionali della penisola. Tali confini vennero ulteriormente dilatati con la riforma amministrativa dell'imperatore Augusto (27 a.C.) che li portò a ovest fino al fiume Varo (presso Nizza) e ad est fino al fiume Arsa, in Istria.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Rosario Olivo dal 12/06/2006 Gli assessori: Antonio Argirò (Margherita), Lorenzo Costa (P. Dem. Meridionale), Francesco Curcio (PDM), Danilo Gatto (Rifondazione), Francesco Granato (Margh.), Domenico Iaconantonio (Soc. Ulivo), Giuseppe Marcucci (DS), Francesco Benedetto Romeo (PDM), Aldo Stigliano Messuti (PDM), Roberto Talarico (CZ nel Cuore), Antonio Tassoni (PDM), Sabatino Nicola Ventura (DS)
Centralino del comune: 0961 8811
[modifica] Altri progetti
Articolo su Wikinotizie: Indulto: primo scarcerato a Catanzaro
[modifica] Collegamenti esterni
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