Dialetto triestino
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Triestino (Triestìn) † | |
---|---|
Parlato in: | Italia |
Regioni:Parlato in: | Friuli-Venezia Giulia (Provincia di Trieste) |
Persone: | tra 200.000 e 300.000 |
Classifica: | non nelle prime 100 |
Tipologia: | SVO flessiva - sillabica |
Filogenesi: |
Indoeuropee |
Statuto ufficiale | |
Codici di classificazione | |
ISO 639-2 | roa (lingue romanze) |
Lingua - Elenco delle lingue - Linguistica | |
Il dialetto triestino (nome nativo triestin [ trie'stiŋ]) è un dialetto della lingua veneta parlato nella città di Trieste.
Indice |
[modifica] Estratto
Non esiste una versione ufficiale del Padre Nostro in dialetto triestino. La seguente versione, sentita e annotata durante la seconda guerra mondiale, si discosta dalla versione canonica in più punti, come si può notare dalla traduzione italiana riportata di seguito.
- Pare nostro che te sta in zel
- che fussi benedido el tu nome
- che venissi el tu podèr
- che fussi fato el tu volèr
- come in zel cussì qua zo.
- Mandine sempre el toco de pan
- e perdònine quel che gavemo falà
- come noi ghe perdonemo a chi che ne ga intajà.
- No sta mostrarne mai nissuna tentazion
- e distrìghine de ogni bruto mal.
- Amen
- Padre nostro che stai in cielo
- sia benedetto il tuo nome
- venga il tuo potere
- sia fatto il tuo volere
- come in cielo così quaggiù.
- mandaci sempre il pezzo di pane
- e perdonaci quello che abbiamo sbagliato
- come noi perdoniamo a chi ci ha imbrogliato.
- Non mostrarci mai nessuna tentazione
- e liberaci da ogni brutto male.
- Amen
[modifica] Storia
Fino al diciottesimo secolo (ovvero fino a quando la città era ancora rinchiusa tra le mura storiche e non era stata ancora dichiarata Porto Franco) a Trieste si parlava il tergestino, che era un dialetto di tipo ladino, fortemente relazionato con i dialetti friulani della pianura, dai quali era separato dall'arcaica enclave veneta del dialetto bisiaco e dal gradese). La fondazione della nuova città ebbe come conseguenza l'immigrazione di persone venute dal bacino del Mar Mediterraneo e dall'Impero Austro-Ungarico. Una fetta consistente di popolazione immigrata proveniva dal Friuli, dal Veneto, dall'Istria e dalla Dalmazia. Fu in questo momento che si affermò il triestino e scomparve il tergestino. Le ipotesi degli studiosi su questo processo di sostituzione linguistica sono varie. Il dialetto veneziano potrebbe essere stato scelto come koinè linguistica tra popoli di etnie diverse, oppure potrebbe essere stato il dialetto dominante degli immigrati. Il dialetto triestino si è differenziato maggiormente dal veneto nei secoli successivi. In quel periodo Trieste era la principale città di etnia italiana dell'impero, di conseguenza il dialetto triestino sostituiva completamente la lingua italiana in tutta l'Austria-Ungheria e veniva utilizzato anche in comunicazioni ufficiali [citazione necessaria].
La vitalità del dialetto triestino emerge anche da alcune affermazioni dello scrittore Italo Svevo nel romanzo La coscienza di Zeno:
Anche James Joyce durante la sua permanenza a Trieste all'inizio del 1900 imparò a parlare e a scrivere il dialetto triestino. Di ciò sono testimonianza alcune della sue lettere a Svevo.
Attualmente il triestino, a differenza di altri dialetti, non si è ridotto per diffusione nel corso degli ultimi decenni ed è conosciuto da quasi tutte le persone originarie della provincia o ivi residenti da lungo tempo. A questo proposito contribuisce forse la sua relativa somiglianza alla lingua italiana, che negli ultimi decenni si è andata progressivamente intensificando.
Esiste un certo numero di opere teatrali, poetiche o letterarie scritte in triestino, molte delle quali sono opera di Virgilio Giotti e Carpinteri & Faraguna. Inoltre si deve ricordare Nereo Zeper, che ha tradotto l' "Inferno" di Dante Alighieri in triestino.
[modifica] Classificazione
Il triestino è un dialetto del ramo giuliano lingua veneta.
[modifica] Distribuzione geografica
Il dialetto tirestino è parlato nella città di Trieste. Nei comuni limitrofi del Carso di lingua slovena è usato come lingua veicolare. Il dialetto veneto di Gorizia è considerato un’irradiazione del triestino piuttosto che del dialetto bisiaco, anche se questo è geograficamente più vicino.
[modifica] Fonologia
Il triestino presenta cinque vocali fonologicamente distintive: [i], [e], [a], [o], [u]. A livello fonetico il grado di apertura delle vocali medie può variare, senza che ciò abbia valore fonologicamente distintivo.
Le consonanti consonanti fonologiche sono:
- le occulsive [b], [p], [d], [t], [g], [k]
- le fricative [z], [s], [v], [f]
- le affricate [tʃ], [ts], [dz]
- le nasali [m], [n], [ɲ]
- la laterale [l]
- la vibrante [r]
A livello fonetico vanno aggiunti la nasale velare (che si ha per assimilazione davanti a consonante velare) e la laterale approssimante palatalizzata (che è un allofono della laterale alveolare).
Il triestino non ha consonanti geminate. La grafia “ss” non indica una consonante geminata ma la fricativa alveolare sorda in posizione intervocalica.
[modifica] Grammatica
La grammatica del triestino è accuratamente descritta in una serie di studi linguistici (vedi bibliografia). Le sue caratteristiche più importanti, in particolar modo in confronto ai dialetti euganei della lingua veneta, sono le seguenti:
- tendenza a sostituire il congiuntivo con il condizionale e viceversa. Per esempio sono considerate corrette sia la frase se saria libero, ‘ndassi sicuro, sia la frase se fussi libero, ‘ndassi sicuro (se fossi libero, ci andrei di sicuro).
- l'elisione della vocale finale per le parole che finisco per "no", "ne", "lo", "le" e altre (solo maschili) e per l'infinito dei verbi, ad esempio:
- vagòn (vagone)
- pan (pane)
- quel (quello)
- gavèr (avere)
- la coniugazione del verbo essere, indicativo presente:
- mi son
- ti te son (a volte usata la forma istriana: ti ti xè)
- lui el xe/ela la xè
- noi semo
- voi se
- lori i xè
[modifica] Vocabolario
Il lessico del triestino è in maggior parte di origine latina. Tuttavia presenta influenze di altre lingue, soprattutto dello sloveno, del croato e del tedesco. Sono presenti anche parole derivate dal greco moderno a causa della presenza storica di una comunità greca nella città.
Nella tabella seguente si riportano alcuni esempi di parole triestine di origine slovena, croata, greca e tedesca. Viene indicato anche l'accento tonico.
Dialetto | significato in italiano | origine |
---|---|---|
Chèba | carcere o gabbia | forse dal croato kibl, scodella, usato per indicare la gavetta dei carcerati |
Cìsto | privo di denaro, in miseria | dallo sloveno o croato čist, pulito |
Clùca | maniglia | dal croato e sloveno kljuka |
Cocal | gabbiano | dal greco kaukalias. Comune al friulano e a numerose parlate dell'Alto Adriatico |
Cofe | stupido,incosciente | dal tedesco Kopfweh, matto. Sembra che il termine risalga all I Guerra Mondiale e si riferisca ai soldati scartati alla visita di leva in quanto malati di mente |
Daùr | indietro o culo | dal friulano daûr, dietro |
Mùlza | panetto di grasso | dallo sloveno "mulca", pronunciato mulza con la "z" dolce, cioè sanguinaccio |
Papùzza | ciabatta | (greco ? papuzi,scarpa a sua volta dal turco papuç) |
Patòc | ruscello | dallo sloveno potok, stesso significato |
Remitur | caos, confusione | dal francese demis tour, gergo militare |
Ribòn | specie di pesce | dal croato e sloveno riba, pesce |
Scàfa | lavandino | (greco ? vedi origine di scafo (di nave)) |
Sine | rotaie | dal tedesco Schiene,rotaia |
Spàrgher | cucina economica | dal tedesco Sparherd, focolare o fornello |
Slàif | freno | dal tedesco schleifen, frenare (in uso nelle Ferrovie) |
Sluc | sorso,sorsata | dal tedesco Schluck, sorso |
Tùmbaro - Tùmbano | sciocco, sempliciotto | dall'alto tedesco medio tumb (ora dumm), stesso significato |
Puff | debito | dal termine dialettale austriaco puff, bordello ma anche P.U.F. (Per Usum Fabricae) marchio apposto sui mattoni e altri materiali destinati alla fabbrica del Duomo di Milano ed esenti da dazio |
Viz | spiritosaggine, gioco di parole | dal tedesco Witz, stesso significato |
Zìma ("z" sonora, come in zoo) | freddo (con "z" sorda significa "cima") | dallo sloveno o dal croato zima, inverno |
[modifica] Sistema di scrittura
Il triestino si scrive con l’alfabeto latino. La grafia del triestino non è stata standardizzata o fissata normativamente. Le recenti proposte di standardizzazione ortografica delle lingua veneta non sono state recepite per il triestino, per il quale il modello ortografico di riferimento rimane quello dell’italiano. Da quest’ultimo, tuttavia, il triestino si discosta per alcuni aspetti:
- la lettera x viene usata per indicare la fricativa alveolare sonora in posizione iniziale di parola, come nella parola el xe (egli è).
- Il digramma ss viene usato per indicare la fricativa alveolare sorda in posizione intervocalica, come nelle parole 'cossa' (che cosa?) e rossa (rossa). Tale digramma non indica, come invece avviene in italiano, un suono doppio.
- Il nesso s’c indica la successione della fricativa alveolare sorda e della affricata palatoalveolare sorda, come nelle parole s'cioca (schiocco), s'cenza (scheggia), s'cinca (biglia).
- Non si usano i digrammi gl e sc dell’italiano, in quanto non esistono i suoni corrispondenti (anche se tendono a comparire nei prestiti lessicali più recenti dall’italiano).
[modifica] Esempi
Dialogo tratto da: Carpinteri e Faraguna. Noi delle vecchie provincie. Trieste, La Cittadella, 1971.
- Alé, alé, siora Nina, che el sol magna le ore!
- No per vù, me par, sior Bortolo che sé qua sempre in gamba a contarne una roba e l'altra, tuto de tuti ... anca quel che se gavemo dismentigado ...
- Memoria, graziando Idio, no me ga mai mancado. Ma el mal xe che el sol magna le ore e le ore, pian pian, ne magna anca a nualtri!
- Ma diseme la sincera verità: quanti anni gavé vù, sior Bortolo?
- Indiferente. No conta i anni che se ga fato, conta quei che resta ...
Traduzione italiana
- Alé, alé, signora Nina, che il sole mangia le ore!
- Non per Voi, mi pare, signor Bortolo che siete qui sempre in gamba a raccontarci una cosa e l’altra, tutto di tutti… anche quello che ci siamo dimenticati…
- Di memoria, ringraziano Iddio, non me n’è mai mancata. Ma il male è che il sole mangia le ore e le ore, pian piano, mangiano anche noi!
- Ma ditemi la sincera verità: quanti anni avete Voi, signor Bortolo?
- Non importa. Non contano gli anni che si sono compiuti, contano quelli che restano…
[modifica] Bibliografia
- Collussi, G. Osservazioni sul triestino di Carpinteri e Faraguna: la concordanza dei tempi, in Holtus - Metzeltin, Linguistica e dialettologia, G. Narr Verlag, Tübingen, 1983, pp. 49-53.
- Doria, M. Grande dizionario del dialetto triestino. Trieste, Il Meridiano, 1987.
- Doria, M. Sugli slavismi del dialetto triestino giunti per intermediazione friulana, in Studi forogiuliesi in onore di C. C. Mor, Udine, 1983.
- Fontanot, R. Gli elementi turchi nel dialetto triestino, in Trieste e la Turchia. Storie di commerci e di cultura, a cura di G. Pavan, Trieste 1996, pp. 122-125.
- Fontanot, R. Integrazioni semantiche ed idiomatiche al GDDT, in “Archeografo Triestino”, CIII, 1995, pp. 11-52.
- Fontanot, R. Noterelle etimologiche triestine, in “Atti e Memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia patria”, XCV, 1995, pp. 423-427.
- Fontanot, R. Nuovo supplemento al dizionario del dialetto triestino, in “Atti e memorie della società istriana di archeologia e storia patria”, XCIII, 1993, pp. 341-396.
- Fontanot, R. Sui suffissi nel dialetto triestino, in “Quaderni del Dipartimento di Linguistica – Università di Firenze”, 6, 1995, pp. 55-94.
- Kosovitz, E. Dizionario-vocabolario del dialetto triestino e della lingua italiana, Trieste, Tip. figli di C. Amati, 1889.^
- Loffredo A. Morfologia flessiva del dialetto triestino: tesi di laurea in dialettologia, Trieste, Università degli Studi, 2001-2002.
- Pinguentini, G. Dizionario storico etimologico fraseologico del dialetto triestino. Trieste, Borsatti, 1954.
- Rosamani, E. Vocabolario giuliano. Trieste, Lint, 1990.
- Tamas R. Cenni sul dialetto triestino, in Per seguir virtute e canoscenza: miscellanea di studi per Lajos Antal. Szombathely, Berzsenyi Daniel Foiskola, 2004, pp. 299-321 .
- Vidossich, G. Studi sul dialetto triestino. Trieste, Caprin, 1901.
[modifica] Collegamenti esterni
- Si dice (a Trieste): raccolta di numerosi piccoli studi etimologici pubblicati su il Piccolo da Lino Carpinteri.