Giò Stajano
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Giò Stajano è stato a lungo il nome d'arte di Gioacchino Stajano, poi Maria Gioacchina Stajano (nata a Sannicola (Lecce) nel dicembre 1932) scrittrice, giornalista, attrice italiana, nonché pittrice dilettante. Negli anni sessanta, prima del cambio di sesso, fu inoltre celebre come il solo (in pratica) omosessuale pubblicamente dichiarato in Italia.
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[modifica] Vita
Gioacchino Stajano detto Giò Stajano è nipote del gerarca fascista Achille Starace.
A 12 anni, alla caduta del fascismo i genitori si separarono; Gioacchino frequenta il collegio dei Gesuiti di Mondragone. Terminato il liceo, si trasferisce a Firenze, dove frequenta l'Accademia d'arte.
Successivamente si trasferisce a Roma e segue alcuni corsi dell'Università di Architettura.
Nel 1956, durante l’edizione annuale della Fiera d’Arte di via Margutta a Roma, Stajano espone i suoi quadri, ottenendo un discreto successo di pubblico; tuttavia è con la letteratura, e lo scandalo, che ottiene la consacrazione.
Nel 1959 pubblica infatti Roma capovolta, un testo autobiografico, che racconta le sue folli scorribande nella Roma della café society resa celebre dal film La dolce vita di Fellini. Il testo, esplicitamente gay, fu sequestrato dalle autorità con l’accusa di propagare idee contrarie alla pubblica morale e dannose per il costume. Cosa che contribuì ovviamente a focalizzare l'attenzione della stampa scandalistica sull'autore e a consacrare Giò Stajano come l’omosessuale più famoso d’Italia (anche se, come avrebbe rivelato il suo cambio di sesso, egli era semmai un transessuale).
Subito dopo Roma capovolta Stajano si affrettò a pubblicare Meglio l’uovo oggi, romanzo "a chiave", sempre sulla vita omosessuale di Roma, nel quale si svela sotto veli non troppo difficili da decifrare l’omosessualità di vari personaggi, fra i quali l'ex re d'Italia Umberto II.
Fa seguito un altro libro-scandalo, che riecheggia nel titolo il libro sequestrato, Roma erotica. Anche questi romanzi sono sequestrati poco dopo la loro uscita nelle librerie, ma non senza avere venduto un certo numero di copie, e contribuito ad accrescere ulteriormente la celebrità dell'autore.
Ormai famoso, Giò Stajano apre un locale, ispira Fellini facendo il bagno nella fontana di Piazza di Spagna prima che Anita Ekberg lo facesse nella fontana di Trevi, e ottiene una parte (che però per un litigio con il regista fu revocata) nel film La dolce vita.
Tra il 1958 e il 1961 Stajano collaborò con il settimanale scandalistico "Lo Specchio".
Nel 1961 fu convocato e interrogato dalla magistratura nell’ambito dello scandalo dei “balletti verdi”, per protesta (e autopromozione) si presentò in pretura vestito da donna a lutto, sferruzzando un gomitolo di lana nera.
Sul finire degli anni sessanta divenne collaboratore del settimanale di costume e attualità, nonché erotismo, Men nel quale rispondeva con un tono fra il bizzarro e il sibillino alle lettere dei lettori omosessuali nella rubrica Il salotto di Oscar Wilde. Questa rubrica fu in assoluto il primo (e per molti anni, l'unico) spazio rivolto ad un pubblico gay nell'editoria italiana. Nel 1971 Stajano divenne anche il direttore del periodico.
[modifica] Un cambiamento radicale
Con la nascita del movimento gay, a cui Giò Stajano non ha mai aderito, e con i cambiamenti sociali della fine degli anni sessanta, cala l'interesse intorno al personaggio scandaloso che aveva fatto discutere le cronache.
Nel 1983 Stajano ritornerà però alla ribalta operandosi e cambiando sesso, prendendo il nome di Maria Gioacchina Stajano Starace, contessa Briganti di Panico (uno dei titoli nobiliari di famiglia).
. Dopo il cambiamento di sesso rilascia la sua prima intervista al giornalista Francesco D. Caridi de "il Borghese", settimanale per il quale Giò Stajano aveva scritto degli articoli di mondanità firmati con lo pseudonimo di "Pantera Rosa" prendendo di mira soprattutto l'aristocrazia romana. Nel 1992 pubblicherà infine la sua autobiografia, intitolandola La mia vita scandalosa, divenendo così l'unico scrittore italiano ad aver pubblicato testi sia da omosessuale che da transessuale.
Attualmente Maria Gioacchina Stajano vive a Sannicola, in Puglia. Negli ultimi anni, la sua ricerca interiore lo ha portato al riavvicinamento alla religione cattolica: Stajano ha dichiarato alla stampa (con grande battage pubblicitario) di voler entrare in un monastero femminile, ma di non poterlo fare unicamente a causa del suo cambio di sesso (non riconosciuto come legittimo dalla Chiesa cattolica).
[modifica] Opere (selezione)
- Roma capovolta, Quattrucci, Roma 1959 (settembre).
- Meglio l'uovo oggi, Quattrucci, Roma 1959 (dicembre).
- Le Signore sirene, Quattrucci, Roma 1961.
- "Vita d'uomo", Tipografia 'Giolitti', Roma 1962 (poi pubblicato con cambiamenti come "Il letto stretto").
- "... gli uni e gli altri ...", Conte, Lecce c.1963?.
- Il letto stretto, Quattrucci, Roma 1967.
- Roma erotica, Poker d'Assi, Società Editoriale Attualità, Milano 1967.
- La mia vita scandalosa, Sperling & Kupfer Editori, Milano 1992.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Bibliografia
- Cecilia Gatto Trocchi, Vita da trans, Editori Riuniti, Roma 1995 (intervistato con il falso nome di "Claretta").
- Willy Vaira, Pubblici scandali e private virtù. Dalla Dolce Vita al Convento Manni, Lecce 2007
[modifica] Filmografia
Giò Stajano è apparso, prima del cambio di sesso, in una decina di film, fra i quali si segnalano:
- Avventura a Capri, di Giuseppe Lipartiti , 1958.
- Gli scontenti, di Giuseppe Lipartiti , 1959.
- La ragazza di mille mesi, di Steno , 1961.
- Totò, Peppino e la dolce vita, di Sergio Corbucci, 1961.
- Caccia all'uomo, di Riccardo Freda , 1961.
- In nome del popolo italiano, di Dino Risi , 1971.
- Gli amici di Nick Hezard, di Fernando Di Leo , 1976.
- Il comune senso del pudore, di Alberto Sordi , 1976.
- Nerone, di Mario Castellacci e Pier Francesco Pingitore , 1977.
Dopo il cambio di sesso è apparsa in:
- Un inviato molto speciale, di Vittorio De Sisti , 1991 (film televisivo per RAI 2).
- Il fico del regime, di Ottavio Mai e Gianni Minerba , 1991 (documentario-intervista interamente dedicato alla vita di Giò Stajano)
- Portagli i miei saluti - avanzi di galera, di Gianna Maria Garbelli , 1993 (riedito come: Tentazioni metropolitane).
[modifica] Citazioni
![]() |
«Ho aperto io le porte agli omosessuali. Sono stato il primo omosessuale dichiarato in Italia»
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(Giò Stajano.)
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Al giornalista Francesco D. Caridi che impertinente gli chiedeva: "Chissà che direbbe tuo nonno Achille Starace se ti vedesse, lui che voleva tutti gli italiani maschi e forti...", Giò Stajano senza scomporsi rispose: "Direbbe che dopo tanta virilità in famiglia, un po' di relax ci vuole".
[modifica] Collegamenti esterni
- Stefano Bolognini, Giò Stajano: la dolce vita gay negli anni sessanta.
- Recensioni dei suoi libri su Culturagay.it.
- Giò Stajano sull'Internet Movie Database.
- Giò Stajano su Cinematografo.it
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