Magno Massimo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Magno Massimo | ||
---|---|---|
Aspirante imperatore romano | ||
![]() |
||
Solido di Magno Massimo. | ||
Regno | 383 – 28 agosto 388 | |
Nome completo | Magno Clemente Massimo | |
Nascita | c. 335 | |
Hispania | ||
Morte | 28 agosto 388 | |
Aquileia | ||
Figli | Flavio Vittore |
Magno Massimo (ca. 335-28 agosto 388), anche noto come Magno Clemente Massimo e Massimiano, fu un usurpatore[1] dell'Impero romano dal 383 al 388 quando, sconfitto, venne condannato a morte dall'imperatore Teodosio I.
La figura di Magno Massimo, rielaborata e romanzata, entra a far parte del ciclo bretone attraverso uno dei racconti del Mabinogion in cui il condottiero viene indicato con il nome di Macsen Wledig[2].
Indice |
[modifica] Biografia
[modifica] Salita al potere
Originario della Hispania, Massimo fu proclamato imperatore nel 383 dalle legioni di stanza nella provincia della Britannia, dove si era distinto per le sue qualità militari contro i Pitti. Sbarcato in Gallia, sconfisse vicino a Parigi l'imperatore Graziano, conquistando buona parte di questa provincia. Graziano, impopolare tra le truppe che passarono dalla parte di Magno Massimo, si recò nella Gallia meridionale, ma a Lione fu assassinato dal magister equitum Andragazio (25 agosto 383). A questo punto, Magno Massimo divenne padrone della Gallia, della Britannia e della Hispania, ma non osò muovere guerra all'imperatore Valentiniano II, fratellastro di Graziano, perché questi era amato dalle legioni e protetto dal generale Bautone. Massimo pose la sua capitale ad Augusta Treverorum (moderna Treviri). Appena raggiunto il potere, Magno Massimo inviò una ambasciata a Teodosio per proporre un trattato di amicizia che venne accettato anche se l'imperatore orientale si stava preparando segretamente per la guerra. [3]
[modifica] Regno
Impegnato su altri fronti, l'imperatore Teodosio I decise di rimandare la partita con Magno Massimo, riconoscendolo imperatore delle terre da lui conquistate. A Valentiniano II rimasero l'Italia, l'Africa e le province danubiane. A questo punto, allo scopo di cacciare Valentiniano dall'Italia, Magno Massimo si inserì nella diatriba tra ariani e cattolici, appoggiando questi ultimi, mentre Valentiniano portava avanti una politica a loro contraria, poiché la madre, Giustina era ariana. Dopo aver scritto al nuovo vescovo romano Silicio, Magno Massimo varcò le Alpi con un esercito, costringendo Valentiniano, la madre e la sorella Galla Placidia a rifugiarsi a Tessalonica (oggi Salonicco), presso Teodosio (387).
[modifica] Morte
Morta Giustina e convertitosi Valentiniano al Cattolicesimo, Teodosio, rimasto vedovo, ne sposò la sorella e, rotti gli indugi, mosse guerra a Massimo, che fu sconfitto a Sciscia (oggi Sisech), nella Battaglia della Sava, a Petovio (odierna Petau), in Pannonia, e definitivamente ad Aquileia nel 388. Catturato, Magno Massimo fu condannato a morte. A Valentiniano venne dato il comando sulla parte occidentale dell'Impero.
[modifica] Discendenti
Non è nota la fine della sua famiglia, sebbene sia chiaro che gli sopravvissero, e che suoi discendenti continuarono ad occupare posti importanti. La moglie e le figlie sopravvissero, mentre suo figlio, Flavio Vittore, che era in Gallia, fu ucciso dal generale Arbogaste. Una possibile figlia di Massimo, Sevira, è citata sulla Colonna di Eliseg, una colonna iscritta alto-medioevale in Galles, che afferma che Sevira sposò Vortigern, re dei Britanni. Un'altra figlia fu forse data in sposa a Ennodio, proconsole d'Africa (395); il loro nipote fu Petronio Massimo, che regnò su Roma per 77 giorni prima di essere lapidato durante la fuga in occasione del Sacco di Roma da parte dei Vandali (24 maggio 455). Altri discendenti sono Anicio Olibrio, imperatore nel 472, e diversi consoli e vescovi, tra cui Magno Felice Ennodio (473-521), vescovo di Pavia.
[modifica] Nel folklore e nella letteratura gallese
Nella sua poco attendibile e semi-leggendaria Historia Regum Britanniae, Goffredo di Monmouth fa di Magno Massimo (in gallese Macsen Wledig) un re dei britanni che salì al potere dopo Ottavio il Vecchio e nipote di re Coel Hen.
Secondo Historia Regum Britanniae, Ottavio[4], re dei britanni, voleva dare in moglie sua figlia a un potente mezzo-romano o mezzo-britannico (vedi Romano-britannici), al quale, in dote, sarebbe andato anche il trono. Caradoc, duca di Cornovaglia, appoggiò queste nozze e allora Magno Massimo lasciò Roma alla volta della Britannia, saccheggiando col suo esercito diverse città dei franchi. Invase poi il Southampton, combattendo accidentalmente contro un'armata di britanni. Dopo alcune trattative, salì sul trono britannico.
La narrazione di Goffredo di Monmouth coincide, nei suoi tratti essenziali, con una fonte contemporanea, ma probabilmente più antica[5] della letteratura gallese come il Breuddwyd Macsen Wledig (in gallese Sogno di Macsen Wleding), uno dei racconti del Mabinogion.
Secondo il racconto contenuto nel Mabinogion, Magno Massimo, imperatore romano, visita, in sogno, una terra sconosciuta e mirabile ove sorge il castello di un re, della cui bellissima figlia rimane perdutamente infatuato.
Dopo aver cercato invano di rintracciare i luoghi del sogno, Macsen accetta l'invito di recarsi in Britannia da parte del re Heudaf Hen (Ottavio nell'Historia di Goffredo di Monmouth) che desidera offrirgli in sposa sua figlia Elen al fine di congiungere la sua discendenza a quella imperiale romana.
Lasciata Roma, alla testa delle sue legioni, Macsen viene inizialmente ritenuto erroneamente un invasore e giunge ad un passo dallo scontro militare con Kynan Meriadec, nipote del re Heudaf, ma, chiarito l'equivoco, riconosce, infine, i luoghi del sogno e nella figlia del re bretone la donna che gli era stata destinata in sposa. Dopo essersi sposato con Elen e ereditato il regno conduce con lei le legioni alla conquista della Gallia.
Secondo le genealogie ricavabili dalla tradizione popolare gallese e da altri racconti del Mabinogion come Chwedl Gereint vab Erbin (l'avventura di Gereint figlio di Erbin), Elen, avrebbe generato almeno quattro figli (Anwn, Custennin, Gratianna, Severa), due dei quali (Custennin e Anwn), divennero sovrani di due diverse aree del Galles.
Secondo le fonti gallesi, sarebbe il responsabile del ritiro delle truppe romane dal Galles, 22 anni prima della partenza dei romani dalla Britannia. Dopo cinque anni di regno, invase in armi la Gallia, sconfiggendo il re dell'Armorica e uccidendo migliaia di persone. Prima di tornarsene in patria, chiamò il nipote ribelle di Ottavio, Conanus (in gallese Kynan Meriadec e in francese Conan Meriadoc) e gli chiese di regnare su quella terra, che divenne la Bretagna (cioè Piccola Britannia).
L'insieme di queste fonti, traggono forte ispirazione o sono parte esse stesse, come il Mabinogion, del folklore e della mitologia gallese, ed è difficile separare i fatti reali da quelli leggendari (questi ultimi comunque prevalenti sui primi). Pur spesso citando - o prendendo spunto da - personaggi e eventi reali sono considerate attualmente, in gran parte, storicamente inattendibili, rimanendo, tuttavia, documenti decisivi nella genesi del ciclo arturiano che ha avuto una influenza consistente nella produzione letteraria e folkloristica europea, dal Medioevo fino a oggi.
[modifica] Note
- ↑ Per chiarire il contesto storico delle ribellioni e usurpazioni romane in Britannia e Gallia, vedi anche Declino del potere romano in Britannia e Storia della Gallia tardo-antica e alto-medioevale.
- ↑ Macsen corrisponde, in medio gallese, al latino Maximus; Wledig deriva da Gwledig, un termine arcaico gallese che significa «signore, condottiero».
- ↑ Zosimo.
- ↑ Octavius in latino, Heudaf in medio gallese.
- ↑ I manoscritti più antichi pervenutici del Mabinogion (il Libro rosso di Hergest e il Libro bianco di Rhydderch) sono stati redatti nel XIV secolo e sono quindi più tardi della cronaca di Goffredo di Monmouth (XI secolo), ma sulla base di considerazioni linguistiche e storiche viene ritenuto (Charles-Edwards (1970), Ford (1981)(1988), Sims-Williams (1991)) che la composizione dei racconti contenuti nel Mabinogion risalga ad un periodo compreso fra il XI e l'XII secolo. L'anteriorità del Mabinogion rispetto alla Historia Regum Britanniae è ancora incerta, ma viene ritenuta plausibile dalla maggior parte dei medievisti.
[modifica] Bibliografia
- Zosimo, Historia Nea, iv
[modifica] Altri progetti
Commons contiene file multimediali su Magno Massimo
[modifica] Voci correlate
Predecessore: Ottavio il Vecchio |
Re dei britanni 1065–1045 |
Successore: Caradoc |
Storia | Portale Storia | Categoria:Storia |
Preistoria | Storia antica | Storia medievale | Storia moderna | Storia contemporanea | Storia militare |
Aiutaci partecipando al Progetto Storia e ampliando uno stub di storia! Scrivi alla Taberna Historiae |