Massacro di Biscari
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Il massacro di Biscari è un episodio accaduto durante la seconda guerra mondiale, configurabile come crimine di guerra, nel quale truppe dell'esercito degli Stati Uniti uccisero senza giustificazione giuridica 76 prigionieri di guerra tedeschi ed italiani.
L'episodio avvenne il 14 luglio 1943 nelle campagne di Piano Stella, vicino a Biscari, oggi Acate, località siciliana a sud di Caltagirone ed in provincia di Ragusa.
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[modifica] Origini della strage
Mentre le truppe statunitensi si preparavano all'Operazione Husky, Sbarco in Sicilia, il generale G.S.Patton, comandante della 7° Armata il giorno 27 giugno 1943 in un rapporto agli ufficiali della 45° Infantry Division, divisione di fanteria,[1] aveva detto che, nel caso che i militari nemici resistessero ancora quando le fanterie statunitensi fossero state a 200 iarde, 180 m. circa, questi dovevano essere uccisi senza accettare le loro offerte di resa.
Subito dopo lo sbarco le unità statunitensi si diressero verso gli aeroporti siti nella parte meridionale dell'isola. In particolare il 180° reggimento della 45° Infantry Division si diresse su quello di S.Pietro, identificato sulle carte USA come aeroporto di Biscari. L'attacco inziò nel corso della notte fra il 13 ed il 14 luglio 1943, ed i reparti dei difensori, in massima parte italiani, con nuclei tedeschi, nel pomeriggio si arresero alle forze statunitensi.
[modifica] La strage e le testimonianze
Il mattino del 15 luglio il tenente colonnello W.E. King, cappellano della 45° divisione, trovò una fila di cadaveri sulla strada che dall'aeroporto portava al paese di Biscari, a pochi metri da una grande quantità di bossoli americani, per un totale di 34 italiani e 2 tedeschi. Il tenente colonnello King trovò altri cadaveri allineati, quindi, presumibilmente, fucilati, prima di giungere all'aeroporto, dove venne a conoscenza di un ulteriore gruppo di militari italiani fucilati.
[modifica] Le conseguenze giuridiche della strage
La procura militare statunitense iniziò gli accertamenti sull'episodio e rinviò a giudizio due graduati del 180° reggimento, il sergente H.T. West (Compagnia A) ed il capitano J.C. Compton (Compagnia C).
Fu accertato che il serg. West aveva avuto ordine di trasferire al comando di battaglione 37 prigionieri nemici (uno era sfuggito ai controlli del tenente colonello King), ma, giunti in un uliveto, li aveva personalmente fucilati con la sua arma di ordinanza. Il sergente West si difese sostenendo che gli ordini dal Comando d'Armata erano di uccidere i militari nemici che non si fossero arresi immediatamente, sulla base del discorso già citato del Gen. Patton, riportato ai gradi inferiori dal comandanmte del 180° reggimento con le stesse parole. La Corte Marziale, comunque, giudicò West colpevole, se non altro per aver ucciso militari che ormai avevano già ottenuto lo status di prigionieri.
Anche il capitano Compton si riferì al discorso del gen. Patton per giustificare le sue azioni, dato che aveva fucilato i militari italiani, circa quaranta, subito dopo la loro resa. Compton concluse la propria difesa sostenendo di aver agito sulla base di istruzioni del Comandante di Armata, generale con tre stelle ed una grande esperienza di combattimento. Compton fu assolto, ma cadde in combattimento circa un anno dopo.
Il gen. Patton, in un colloquio successivo, 5 aprile 1944, col tenente colonnello C.E. Williams, ispettore del Ministero della Guerra sui fatti di Biscari, ammise di aver tenuto un discorso abbastanza sanguinario, pretty bloody, ma di averlo fatto per stimolare lo spirito combattivo della 45° Infantry Division, che si trovava per la prima volta sotto il fuoco nemico, negando comunque di aver incitato all'uccisione di prigionieri.
[modifica] Note
- ↑ Le unità della 45° Infantry Division erano reparti della Guardia Nazionale, quindi non erano militari di carriera, provenienti da Colorado, Oklahoma e New Mexico.
[modifica] Bibliografia
- Gianfranco Ciriacono. Le stragi dimenticate - Gli eccidi americani di Biscari e Piano Stella. Ragusa, tipografia Cooperativa Cdb.
- Giovanni Bartolone. Le altre stragi. Le stragi alleate e tedesche nella Sicilia del 1943-1944. Bagheria, Tipografia Aiello & Provenzano, 2005.
- Carlo D'Este. Lo sbarco in Sicilia. Milano, Mondadori, 1990
- Ezio Costanzo. Sicilia 1943. Le Nove Muse, 2003.
- Gianfranco Ciriacono. Arrivano .... Vittoria, 2003.
- Alfio Caruso. Arrivano i nostri. Longanesi, 2004.
- Giuseppe Federico Ghergo. 14 luglio 1943: il massacro di Biscari su Storia Militare n° 133, ottobre 2004 (p. 4-7).
[modifica] Voci correlate
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