Montagnana
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | 16 m s.l.m. | ||
Superficie: | 45 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 208 ab./km² | ||
Frazioni: | Borgo San Marco, Borgo San Zeno, Borgo Frassine | ||
Comuni contigui: | Bevilacqua (VR), Casale di Scodosia, Megliadino San Fidenzio, Minerbe (VR), Poiana Maggiore (VI), Pressana (VR), Roveredo di Guà (VR), Saletto, Urbana | ||
CAP: | 35044 | ||
Pref. tel: | 0429 | ||
Codice ISTAT: | 028056 | ||
Codice catasto: | F394 | ||
Nome abitanti: | montagnanesi | ||
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Montagnana è un comune di 9.351 abitanti della provincia di Padova.
Indice |
[modifica] Monumenti
Oltre che per lo straordinario complesso fortificato, la città si fa apprezzare per il tessuto urbano, fatto di vie e di edifici sorti in periodo rinascimentale e, parte, durante la ripresa economica del XIX sec.. Sulla grande piazza centrale, si protende il Duomo (1431-1502), dalle imponenti forme forme tardo-gotiche con aggiunte rinascimentali. All' interno si possono ammirare: la Trasfigurazione di Paolo Veronese, tre tavole di Giovanni Buonconsiglio detto il Marescalco (XVI sec.), una grande tela votiva di notevole valore documentale riproducente la battaglia di Lepanto (1571). Le pareti sono ornate di raffinate decorazioni e di affreschi, tra i quali, notevolissimi, quello del catino absidale del Buonconsiglio, e, ai lati dell'ingresso, la Giuditta e il David, recentemente attribuiti al Giorgione. Sempre sulla piazza, si affaccia l’ elegante Palazzo Valeri e l’antico Monte di Pietà. In via Matteotti sta il palazzo Magnavin-Foratti, in raffinato stile gotico-veneziano, che si dice sia stata la residenza di Jacopa, moglie del condottiero Erasmo da Narni detto il Gattamelata. In via Carrarese, si trova il Municipio, opera attribuita all'archittetto veronese Michele Sanmicheli (1532). In via Scaligera vi è la chiesa tardo-romanica di S.Francesco, con attiguo monastero delle Clarisse; in via S.Benedetto si affaccia la barocca omonima chiesa (in corso di restauro). Subito fuori dell' abitato, a ridosso di Porta Padova, vi è la Villa Pisani, uno dei capolavori del Palladio, che all' interno conserva statue di Alessandro Vittoria (1525-1608). Da segnalare, in via dei Montagnana l'antico Ospedale di S.Maria e, nell'omonima via, la chiesetta di S.Antonio Abate, con tracce di presenza templare.
I monumenti più insigni, tuttavia, sono costituiti dalla cinta muraria, dalla Rocca degli Alberi e dal Castello di San Zeno. Le opere di fortificazione alto-medioevali, che si suppongono rafforzate nel X sec. d.C. in difesa delle scorrerie degli Ungari, era costituite quasi esclusivamente da terrapieni, palizzate, fossati e barriere di piante spinose (rimane qualche ricordo in vecchi toponimi delle vie interne). Montagnana viene citata come castrum in un documento del 996. Nei secoli successivi numerose testimonianze documentali attestano la sua funzione difensiva e protettiva a vantaggio dei villaggi circostanti i cui abitanti erano tenuti alla manutenzione dell’apparato difensivo (mura, bertesche, ponte) e al servizio militare nei confronti del castrum considerato ricetto comune di importanza vitale per la sicurezza di tutti. Ezzelino da Romano il Tiranno (1194-1259), presa e incendiata Montagnana nel 1242, munì il luogo di fortificazioni adeguate all’epoca (ziron). Il mastio del Castello di San Zeno (oggi agibile fin sulla sommità) è a lui attribuito.
[modifica] Cinta muraria
Le mura attuali, che costituiscono uno degli esempi più insigni e meglio conservati di architettura militare medioevale in Europa, salvo il complesso di Castel San Zeno e i tratti di cinta ad oriente ed occidente che sono più antichi, risalgono alla metà del '300, quando i Carraresi, signori di Padova, vollero ampliare e rafforzare quello che era un essenziale luogo forte di frontiera dello stato padovano contro la Verona degli Scaligeri. Lo spazio urbano intra moenia fu in quell’occasione ampliato, e la nuova cinta fu costruita con strati sovrapposti di mattoni e di pietre (trachite trasportata per via d’acqua dai vicini colli Euganei). La città fortificata è racchiusa in un quadrilatero irregolare delle dimensioni di circa metri 600 x 300 con un’area di 24 ettari e un perimetro di circa due chilometri. Le mura, coronate da merli di tipo guelfo, sono alte dai 6,5 agli 8 metri, con uno spessore di cm 96-100. Tra un merlo e l’altro, delle ventole in legno servivano a riparare i difensori. Le torri perimetrali, in totale 24, distanziate di circa 60 metri, sono alte fra i 17 ed i 19 metri. Il vallo esterno varia dai 30 ai 40 metri. All’interno dei fornici che reggono il cammino di ronda erano allogati i magazzini (canipe) per la custodia dei beni prodotti nelle campagne (si notano ancora gli incavi per fissare le armature in legno). Nelle torri, a più piani e coperte da un tetto spiovente defilato sotto la piazzola munita di macchina da lancio, stavano altri magazzini e gli alloggiamenti per i militi posti a guarnigione della fortezza nei momenti di emergenza bellica. Una zona priva di costruzioni e adibita a pomerio coltivato per fronteggiare lunghi assedi, stava tutto attorno alle mura dalla parte interna. Attorno alla cinta muraria correva un ampio fossato (l’attuale pittoresco e verde vallo) allagato con l'acqua del fiume Frassine (confine verso il Vicentino) derivata per mezzo di un canale ad argini sopraelevati (il Fiumicello) avente funzione di vallo difensivo di saldatura lungo il quale, dalla parte padovana, stava un serraglio sopraelevato per la concentrazione delle truppe. Tutto attorno alla zona montagnanese erano paludi intransitabili o plaghe inondabili in caso di guerra, così che la città murata costituiva la chiave della frontiera padovana verso ovest. La struttura militare era per di più attorniata da quattro fortificazioni avanzate perimetrali (le bastie), ora scomparse, e le due rocche poste a difesa delle due porte erano circondate da fossato pure dalla parte di città. La fortezza, ai suoi tempi, era imprendibile e, di fatto, fino all’avvento delle grosse bocche da fuoco (sec. XVI), non fu mai espugnata militarmente.
L'accesso alla città era controllato dalle porte fortificate del Castello di S. Zeno (ad est, verso Padova) e della Rocca degli Alberi (ad ovest, verso il veronese). Solo più tardi, nel '500, fu aperta a nord una terza porta (Porta Nova o di Vicenza) per agevolare le comunicazioni con il porto fluviale del Frassine. Alla fine dell'800 un quarto varco fu praticato verso sud, per accesso alla stazione ferroviaria.
[modifica] Rocca degli Alberi
La Rocca degli Alberi, che si alza imponente e pittoresca sul vallo dalla parte occidentale, fu costruita dai Carraresi nel biennio 1360-62 con funzione esclusivamente militare. L’ingresso fortificato era costituito da un complesso sistema difensivo: lungo l’androne di transito, dominato da due torri, stavano quattro porte a battenti, due saracinesche e quattro ponti levatoi a bilanciere. Sistema simile era a Castel San Zeno.
Dal 1964 la Rocca ospita l'Ostello della Gioventù ed è visitabile nel periodo aprile-ottobre.
[modifica] Castello di San Zeno
Il Castello di S.Zeno (il cui toponimo derivante dalla vicina chiesa di San Zeno, richiama una fase di espansione della diocesi veronese) sorge nel luogo di un insediamento alto-medioevale che fu residenza degli eredi di Ugo il Grande di Toscana divenuti in seguito i marchesi d'Este; comprendeva la corte domenicale, non molto estesa, protetta da ridotte opere fortificate con adiacenti il mulino e l’area del mercato. L’odierna costruzione (salvo l’ala veneziana e le sovrastrutture austriache) risale per buona parte al XIII sec., quando Ezzelino, dopo averla data alle fiamme nel 1242, volle meglio fortificare Montagnana. L'edificio ha pianta rettangolare (metri 46 x 26) con un ampio cortile interno. Fino agli inizi del XIX secolo, il castello era circondato da un fossato che lo isolava anche dal lato di città. La struttura era completata da torri (di cui ne restano due) e dal vicino Mastio (alto circa 40 metri). Inizialmente, il ponte levatoio che varcava il vallo consentendo l'accesso alla città, immetteva probabilmente nel cortile interno del castello. Si ipotizza che il passaggio sia stato poi spostato sul lato sud del castello stesso, protetto sia da questo che dall’alto mastio. Quando Padova, Verona e le altre città del Veneto furono assoggettate da Venezia e cessarono le loro reciproche continue lotte, Montagnana prosperò come zona di produzione agricola e, in particolare, della canapa, le cui fibre erano necessarie per le corde e le vele dell'Arsenale veneziano. Il castello di S. Zeno fu allora adibito a deposito di tale produzione (tana dei canevi) ed anche ad alloggiamento di truppe (quartieri invernali: Hybernia) della Serenissima Repubblica. Con la caduta di Venezia e l'avvento del dominio austriaco (verso il 1842 vennero aggiunti due corpi di fabbrica ad uso di caserma), il Castello continuò ad essere utilizzato come quartiere di alloggi militari e, in seguito, anche col Regno d'Italia fino alla Prima Guerra mondiale.
Dopo un lungo periodo di abbandono, il Castello e la torre di Ezzelino, restaurati grazie a circa un decennio di interventi promossi dal Comune (proprietario del complesso), sono stati destinati all'uso pubblico nel 1997. Nella struttura sono ora ospitati il Museo civico, l'Archivio storico del Comune, la Biblioteca comunale e le sedi di alcune associazioni culturali (gruppo teatrale "Prototeatro", il Centro di Studi sui Castelli e la sezione locale di Italia Nostra).
Una veduta del Castello di S. Zeno, visto da nord-est come appariva nel '500, è riprodotta in un prezioso disegno a sanguigna attribuito al Giorgione (conservato al Museo Boymans Van Beuningen di Rotterdam).
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Cittadini illustri
Montagnana ha dato i natali a vari artisti, tra cui il pittore Jacopo Parisati da Montagnana (sec.XV) ed Alvise Lamberti (o Ramberti), architetto attivo anche a Mosca nella costruzione del Cremlino (secc.XV-XVI). Nel '400 la città fu residenza dell'umanista, medico e astrologo Galeotto Marzio da Narni, consigliere e amico del re Mattia Corvino d'Ungheria (sec.XV).
A Montagnana nacquero gli illustri tenori Aureliano Pertile (1858-1952) e Giovanni Martinelli (1885-1969), che hanno calcato le scene in Italia e in America come celeberrimi e ammirati interpreti dell'opera lirica (Toscanini trovava in Pertile il suo artista preferito). Ad essi è dedicata una sala del Museo civico. Vi è nato anche lo scrittore Ferdinando Camon.
[modifica] Economia
Fra i prodotti tipici del montagnanese, sono noti il prosciutto crudo dolce, di antica tradizione locale e i mobili in stile. In via di continuo incremento, il commercio d'antiquariato.
[modifica] Manifestazioni
Dal 1977, rinnovando una tradizione risalente al Medioevo, si corre ogni anno, nel vallo sotto la Rocca degli Alberi, il Palio dei 10 Comuni del Montagnanese. Esso, grazie alla rievocazione in costume delle figure medievali e rinascimentali e al mercatino, richiama ogni anno (1° domenica di settembre) numerosi turisti.
Nel mese di maggio si svolge da alcuni anni la Festa del prosciutto crudo dolce di Montagnana. La tradizionale sagra locale si effettua il 15 agosto, per festeggiare la patrona della città, S.Maria Assunta (cui è intitolato anche il Duomo).
Notevolmente rinomata è la speculazione edilizia a danno del patrimonio artistico cittadino.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Giuseppe Mossa dal 14/05/2001
Centralino del comune: 0429 81247
Email del comune: info@comune.montagnana.pd.it