Peter Brook
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Peter Stephen Paul Brook, nato a Londra nel 1925 da genitori di origine russa, è uno dei maggiori registi teatrali contemporanei.
Si laurea a Oxford, e il suo incontro con il teatro è casuale. Voleva fare cinema, ma non riuscendo a debuttare, si avvicinò piano piano al palcoscenico. Ben presto conosciuto in Gran Bretagna, divenne noto al resto dell'Europa grazie al tour del "Tito Andronico" nel 1955. Il suo interesse per Shakespeare è stato notevole: è unanimamente annoverato tra i maggiori interpreti (per mezzo delle sue regìe) del drammaturgo inglese. Ha messo in scena con successo anche le (cosiddette) opere minori di Shakespeare.
Il suo interesse però non sarà volto solo al teatro elisabettiano, ma anche ai maggiori autori contemporanei. Avrà modo di lavorare con John Gielgud e Paul Scofield (due dei più grandi attori britannici).
Come dirà egli stesso il suo lavoro teatrale scaturisce da un "impulso informe", senza alcuna tecnica. Lavorando, però, molto sugli attori, che a suo parere dovranno sentirsi liberi di dare tutto il loro apporto allo spettacolo. Sarà proprio lui, il regista, ad indirizzarli poi sulla "retta via". Il regista infatti sarà colui che Dirige: cioè che prende decisioni e guida l'attore.
Le tre parole che danno vita all'evento teatrale per Brook sono: Répétition, répresentation, assistance.
Tre parole dal francese, tre elementi, ciascuno necessario perché l'evento prenda vita.
- Répétition, la ripetizione, sarebbero le prove, dove l'attore cerca di migliorarsi;
- Répresentation, rappresentazione, è la messa in scena, l'elemento mortale della ripetizione si perde nella serata della "prima";
- Assistance, l'assistere, che permette alla rappresentazione di aver luogo nel modo esatto: l'attore non potrà fare tutto da solo, servirà una attenta e coinvolta, ma straniante, partecipazione del pubblico.
Dopo essersi confrontato con molte opere, tra le quali ricordiamo l'Amleto del 1955 e il Re Lear del 1962, per Brook arriveranno delle opere molto importanti: Marat/Sade di Peter Weiss nel 1964 (qui c'è da notare l'influenza di Jerzy Grotowski).
Verrà poi Orghast, considerato il più portentoso lavoro sulla voce mai realizzato in teatro, nel 1971 a Persepoli, in Iran.
Ma nel 1985 sarà la volta del Mahābhārata, l'opera più imponente (considerata anche come un "summa" del lavoro di Brook), durerà nove ore.
Il Mahābhārata sarà il frutto della collaborazione con Jean-Claude Carrière.
Importante ricordare Lo Spazio Vuoto di Peter Brook, libro pubblicato nel 1968 (The Empty Space); testo uscito in parallelo con un'altra opera fondamentale per la cultura teatrale contemporanea, Per un teatro povero, di Jerzy Grotowsky.
Peter Brook è attualmente direttore del Theatre des Bouffes du Nord a Parigi.
La sua ultima regia è Tierno Bokar di Amadou Hampate Ba (in scena a Febbraio 2005 al Teatro Stabile di Napoli, il Mercadante).
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