Principato (storia romana)
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Con il termine di principato si intende nell'ambito della storia romana la particolare forma di governo instaurata da Augusto, che segnò il progressivo passaggio dalla forma repubblicana a quello che conosciamo come impero romano. Questo periodo intercorre dal 27 a.C. al 235 d.C.
[modifica] Augusto
Ottaviano, pronipote e figlio adottivo di Cesare, figlio di un senatore e di origine municipale, divenne il fondatore della monarchia romana. "Augusto" è il nome onorifico che il Senato gli concesse nell’anno che viene considerato come quello iniziale del nuovo ordinamento (27 a.C.). Il termine oscilla tra un'accezione religiosa e una meramente umana, infatti può significare sacro, ma anche sublime o maestoso.
Augusto, il creatore della monarchia romana, dovette affrontare il difficilissimo compito di conciliare la propria posizione con le tradizioni e con il sentimento dell’epoca repubblicana. Lo stesso contrasto di fronte al quale si è trovato Cesare, quando ha cercato di trasformare l’ordinamento statale dell’Impero da repubblica a monarchia. Augusto si avvalse dell’esperienza del padre adottivo e trovò la soluzione del problema in compromesso tutto particolare.
[modifica] La struttura del "Principato augusteo"
Dal punto di vista del diritto costituzionale, Augusto restaurò (28-27 a.C.) ufficialmente e solennemente l’ordinamento repubblicano, scosso profondamente dai disordini dell’ultimo secolo a.C. ma lo fece con una serie di riserve che avevano l’effetto di accentrare nelle sue mani, e quindi dei suoi successori, tutti i poteri dello Stato, anche se attuate in modo discreto.
Augusto non voleva essere considerato un sovrano, ma il primo cittadino (princeps, da cui principato) di una città libera, il quale grazie al suo enorme prestigio politico stava al fianco del governo repubblicano per aiutarlo nel mantenimento dell’ordine pubblico e dell’amministrazione dell’impero universale. Augusto era quindi l’unica persona dotata di genio politico, mezzi materiali enormi e del favore degli dei abbastanza da farsi carico del peso del governo dell’Impero, che si era rivelato troppo gravoso per gli organi costituzionali della città-stato che è Roma.
Il termine princeps sta difatti a significare "primo tra individui di pari dignità" e sanziona contemporaneamente la sua posizione di privilegio rispetto agli altri senatori, ma anche la sua formale condizione d'eguaglianza rispetto a essi dal punto di vista costituzionale.