Raniero La Valle
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Raniero La Valle (Roma, 1931), intellettuale e giornalista.
Dopo la laurea in giurisprudenza, diventa direttore de Il Popolo su finire degli anni '60, fino a quando, nel 1961 viene chiamato a dirigere L'Avvenire d'Italia (ora Avvenire), quotidiano cattolico che, durante gli anni del Concilio Vaticano II, diventa uno dei più prestigiosi organi di informazione sull'evento. Si dimette dalla direzione del giornale nel 1967, negli anni difficili del post-Concilio, in cui iniziò la spinta "normalizzatrice" delle tendenze progressiste che si riconoscevano nel magistero del card. Giacomo Lercaro e della "scuola di Bologna". Continua tuttavia la sua attività giornalistica, producendo per la RAI documentari e inchieste sui più scottanti temi dell'attualità, con un occhio sempre rivolto ai temi della pace e della giustizia internazionale (guerra in Vietnam, Cambogia, Palestina; dittature in America Latina, marcia dei pacifisti a Sarajevo).
Nel 1976 diventa parlamentare della Sinistra Indipendente, lavora nelle Commissioni Esteri e Difesa delle due Camere fino al 1992, in particolare per la riforma della legge sull'obiezione di coscienza. Nel 1978 fonda con alcuni amici la rivista Bozze, vivace strumento del dibattito ecclesiale e civile, dirigendola fino al 1994. Buona parte del suo impegno è spesa a favore dei popoli oppressi, sia nelle istituzioni civili internazionali (è stato giudice al Tribunale permanente dei Popoli), come nel racconto documentario confluito nelle sue numerose opere: Dalla parte di Abele (1971), Fuori dal campo (1978), Dossier Vietnam-Cambogia (1981), Marianella e i suoi fratelli (1983), Pacem in terris, l'enciclica della liberazione (1987).
Attualmente è direttore di Vasti - scuola di critica delle antropologie e presidente del Comitato per la democrazia internazionale. Continua la sua attività giornalistica sulla rivista Rocca, nonché la sua attività come conferenziere e scrittore: i suoi ultimi libri sono Prima che l'amore finisca (2003) e Agonia e vocazione dell'Occidente (2005).