Storia degli Stati Uniti (1776-1789)
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Questa voce fa parte della serie della Storia degli Stati Uniti |
Nativi americani |
Periodo coloniale |
1776-1789 |
1789–1849 |
1849-1865 |
1865–1918 |
1918–1945 |
1945-1964 |
1964-1980 |
1980-1988 |
1988-presente |

Il 19 aprile 1775, un distaccamento dell'esercito britannico partì da Boston e si diresse verso l'entroterra. I soldati cercavano un nascondiglio di armi e avevano ordine di arrestare alcuni notabili locali. A Lexington si scontrarono contro un piccolo gruppo della milizia locale. Proseguendo la marcia, il reparto britannico incontrò un reparto più numeroso della milizia presso un ponte a Concord e venne respinto. Durante il ritorno a Boston, i militari furono bersaglio di numerosi tiri di cecchini.
Questa fu la Battaglia di Lexington e Concord, risultato di una dozzina d'anni durante i quali il conflitto politico tra le colonie e il Parlamento del Regno Unito era divenuto sempre sempre più grave. Con questi scontri iniziò la Rivoluzione Americana.
Il 10 maggio 1775, a Philadelphia si riunì per la prima volta il Secondo Congresso Continentale, composto dai rappresentanti delle Tredici colonie. Il Congresso iniziò subito a organizzare un sistema di governo federale per le colonie associate, attribuendosi le funzioni prima esercitate dal Re e dal Parlamento della Gran Bretagna e ordinando alle varie colonie di redigere costituzioni statali. Il Congresso nominò George Washington a capo dell'Esercito continentale e lo inviò a Boston, dove la milizia locale stava assediando la guarnigione britannica.
Dopo un anno di guerra, il congresso proclamò l'indipendenza degli Stati Uniti d'America dalla Gran Bretagna. La redazione della Dichiarazione d'Indipendenza fu opera di un gruppo che includeva, tra gli altri, John Adams e Benjamin Franklin, ma il contributo maggiore è da attribuirsi a Thomas Jefferson. Alla fine il lavoro di Jefferson venne rivisto da Franklin e quindi sottoposto al Congresso, che introdusse diversi cambiamenti, compresa l'esclusione delle accuse contro Giorgio III riguardanti la schiavitù.
Grazie all'alleanza con la Francia e i Paesi Bassi (il primo paese a riconoscere gli Stati Uniti fu la Frisia nel febbraio 1782), gli Stati Uniti riuscirono a vincere la guerra contro la Gran Bretagna. Il Trattato di Parigi (1783) riconobbe alla nuova federazione una grande porzione di territorio dall'Atlantico al Fiume Mississippi, che includeva la parte meridionale della regione dei Grandi Laghi.
Nel periodo successivo alla guerra, la depressione economica e la debolezza delle istituzioni politiche crearono molti problemi al nuovo paese. Il Secondo Congresso Continentale continuò ad agire come un governo federale, formalizzando il suo status negli Articoli della Confederazione proposti nel 1778, ma non ratificati completamente fino al 1781. Gli Articles of Confederation delineavano il sistema di governo di confederazione di stati permanente, senza chiarire completamente se gli Stati Uniti fossero una Nazione o una semplice alleanza di Stati che agivano insieme.
Il bisogno largamente percepito di un governo federale con maggiori poteri portò, nel 1787, a istituire una Convenzione col compito di revisionare gli Articoli di Confederazione. La Convenzione riunita a Philadelphia, decise di andare oltre il compito e di scrivere una Costituzione ex novo, che fu ratificata da undici stati nel 1788.
Nel 1789 la nuova Costituzione divenne efficace e George Washington fu eletto primo Presidente degli Stati Uniti.
[modifica] Sviluppo delle istituzioni federali
[modifica] Gli Articoli di Confederazione
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Per approfondire, vedi la voce Articoli della Confederazione. |
A seguito del Trattato di Parigi gli Stati Uniti erano indipendenti e in pace, ma la loro struttura di governo era ancora indefinita. Il Secondo Congresso Continentale aveva redatto gli Articoli di Confederazione nel 1777. Gli Articoli delineavano una confederazione permanente di Stati, ma garantivano al Congresso - unica istituzione a livello federale- ben poco potere per finanziarsi e per imporre le sue risoluzioni.
La depressione economica che seguì la Guerra d'Indipendenza aggravò i problemi. Nell'inverno tra il 1786 e il 1787, si verificarono diverse rivolte. La principale avvenne nel Massachusetts, dove gruppi di agricoltori, impossibilitati a pagare le imposte e a saldare i debiti, impedirono il funzionamento delle corti di giustizia - che potevano incarcerare i debitori insolventi - e diedero l'assalto a un arsenale. Le classi dirigenti, che avevano guidato la Rivoluzione, iniziarono a temere per la tranquillità sociale. L'incapacità del Congresso di trovare il denaro per saldare i debiti di guerra e di stimolare la cooperazione tra gli Stati per incoraggiare i commerci contribuì ad appesantire il clima.
[modifica] La Convenzione costituzionale
La necessità di riformare le istituzioni federali spinse ad organizzare una convenzione interstatale ad Annapolis, nel settembre 1786. La Convenzione andò deserta e se ne istituì un'altra, per la primavera successiva, a Philadelphia, in Pennsylvania.
La Convenzione di Philadelphia inziò i lavori nel maggio 1787. Era stata convocata con il modesto incarico di suggerire riforme agli Articoli di Confederazione, ma i delegati iniziarono ben presto ad elaborare una nuova Costituzione.