Tuareg
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I Tuareg sono una popolazione africana che vive nomade nel Sahara (soprattutto Mali e Niger ma anche in Algeria, Libia, Burkina Faso e perfino nel Ciad (dove sono chiamati Kinnin).
Essi sono Berberi e la loro lingua (tamahaq, tamashek o tamajeq, a seconda dei parlari) è un dialetto del berbero.
Il nome "twareg" è di origine araba: è un plurale arabo dalla parola Targi "abitante della Targa" (targa in berbero significa "canale" e come toponimo indica il Fezzan). I Tuareg non si designano con questo nome, ma semplicemente come Kel tamahaq, cioè "Quelli che parlano la tamahaq".
Per quanto riguarda il loro aspetto fisico, presentano statura anche molto alta, faccia lunga e stretta, corporatura robusta, capelli ed occhi scuri. La pelle può essere anche molto chiara, ma non di rado è bruno-scura, segno di un meticciamento di genti sahariane con elementi negroidi.
Oggi allevano dromedari e vivono in villaggi provvisori formati da tende. I loro clan sono matrilineari ma non basati sul matriarcato e le loro tribù sono divise in classi sociali.
La religione che praticano è l'Islam, anche se vi è chi ha visto in diverse loro pratiche e leggende dei residui di un anteriore animismo. L'epoca precisa di adozione dell'Islam è controversa, ma comunque risale a diversi secoli fa.
Indice |
[modifica] Ripartizione geografica
Oggi i Tuareg sono raggruppati in diverse confederazioni rette da un capo (un amenukal o un amghar, a seconda delle tribù), nelle quali si conservano la lingua e le tradizioni. Le più importanti sono:
- In Algeria (Tuareg del Nord):
- Kel Ahaggar
- Kel Ajjer
- In Mali:
- Kel Adagh (nell'Adrar degli Ifoghas)
- Kel Ataram (Iwellimmidden dell'ovest)
- In Niger:
- Kel Aïr
- Kel Denneg (Iwellimmidden dell'est)
- Kel Gress
[modifica] Cenni storici
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Per approfondire, vedi la voce Cronologia tuareg. |
Circa la storia più antica dei tuareg si sa poco di preciso. Ogni confederazione conserva tradizioni relative all'arrivo nelle sedi storiche. Spesso il progenitore ancestrale è una donna (per esempio Tin Hinan presso i tuareg del Nord), e quasi sempre si ricorda la presenza anteriore di altre popolazioni (gli Isebeten, dalla lingua un po' diversa e dai modi più primitivi).
Comunque sia, per secoli i Tuareg sono vissuti come dominatori del deserto, esercitando l'allevamento, il commercio transahariano e la razzia, il che portava a frequenti scontri tra tribù.
Sottomessi (almeno nominalmente) dai Francesi intorno agli inizi del Novecento, i Tuareg poterono mantenere a lungo i propri capi e le proprie tradizioni. Ma con la decolonizzazione videro il loro paese frammentato in una serie di Stati-Nazione, con la conseguente creazione di frontiere e di barriere che rendevano estremamente difficile, quando non impossibile, il modo di vita tradizionale basato sul nomadismo. L'attrito con i governi al potere si fece sempre più forte e sfociò negli anni '90, in aperti scontri tra tuareg e i governi di Mali e Niger; l'intervento militare, che a volte ha massacrato la popolazione di interi villaggi (Tchin Tabaraden, Niger, maggio 1990), ha causato la morte di molte persone.
[modifica] Società
La società tuareg tradizionale è molto gerarchizzata. Al suo interno si distinguono diversi livelli. In particolare, le tre classi principali sono:
- Imajaghan (al nord: Ihaggaren): gli appartenenti alle tribù nobili
- Imghad (o kel ulli "quelli delle capre"): i "tributari", gli appartenenti a tribù vassalle,
- Iklan (singolare akli): gli schiavi negri.
Un ruolo a parte spetta poi a:
- Ineslemen (= "i musulmani"): le tribù marabuttiche, cui viene di norma affidata la gestione del sacro.
- Inaden: i fabbri, o artigiani, che costituiscono una classe a sé con forte endogamia.
[modifica] Usi e tradizioni
I Tuareg sono anche soprannominati "Uomini Blu", con riferimento alla tradizione degli uomini di coprirsi il capo ed il volto con un velo blu (la tagelmust), di cui rimangono alcune tracce sulla loro pelle.
I Tuareg mantengono molti aspetti linguistici e culturali originari delle popolazioni berbere che popolano il Nordafrica dalla notte dei tempi. La lingua dei tuareg, a differenza di quella dei Berberi del nord, ha un apporto trascurabile di prestiti dall'arabo. Inoltre i Tuareg hanno mantenuto fino ad oggi l'uso della scrittura tradizionale del Nordafrica, detta tifinagh, che discende da quella delle antiche iscrizioni libiche (I millennio a.C.).
La cultura tradizionale dei Tuareg ha conservato numerosi miti antichi, in cui non è difficile scorgere un fondo preislamico, anche se in molti casi si osserva un'integrazione tra elementi antichi ed elementi più recenti, di origine arabo-islamica. Per esempio i miti della progenitrice Tin Hinan, della cammella Fakrou, dell'eroe fondatore Amerolqis, dell'astuto Aligurran, ecc.
[modifica] Bibliografia
Due eccellenti introduzioni sono i volumi:
- Gian Carlo Castelli Gattinara. I tuareg attraverso la loro poesia orale. Roma, 1992
- Attilio Gaudio. Uomini Blu. Firenze, 1993
Due volumi in italiano scritti da un Tuareg che narra la lotta del suo popolo:
- Mano Dayak. Sono nato con la sabbia negli occhi. Bologna, Editrice Missionaria Italiana, 2005 ISBN 88-307-1235-3
- Mano Dayak. Tuareg. Il popolo del deserto. Bologna, Editrice Missionaria Italiana, 2006 ISBN 88-307-1527-1
Su aspetti particolari si possono consultare inoltre:
- Vanni Beltrami; Harry Proto. Niger. Tuareg e altre genti del deserto. Firenze, 2001
- Vermondo Brugnatelli (a cura di). Fiabe del Sahara. Milano, 1996
- Lia Dagani. Giavellotti tifinagh. Poesia e poeti dei Tuareg del Sahara. Torino, 2005
- Mano Dayak. Tuareg, la tragedia. Bologna, 1995
- Hawad e Hélène Claudot-Hawad. Il paese dilaniato. Torino, 1996
[modifica] Voci correlate
- Tin Hinan
- Battaglia di Tit
- Lista degli amenukal dei Kel Adagh
- Lista degli amenukal dell'Azawagh
- Lista degli amenukal dell'Ahaggar
- Charles de Foucauld
- Cronologia tuareg
- Costellazioni tuareg
- Calendario tuareg