Zu (gruppo musicale)

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Zu



Nazionalità	Italia
Genere	indie Rock, post rock, jazz
Periodo attività	1997 -
Etichetta	{{{Etichetta}}}
Album pubblicati	12
Studio	10
Live	1
Raccolte	0
Sito ufficiale	{{{Url}}}
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Zuismo, ovvero la filosofia del post-tutto.

Se riuscite a immaginare per suoni e musica quel colore bianco che si vede tra le fiamme del fuoco libero, molto probabilmente vi avvicinate a immaginare anche la musica degli Zu, un assalto carico di combustibile agli schemi convenzionali sia del rock che del jazz per uscirne con un suono metropolitano, post moderno e mutevole, che incrocia epoche e stili lontani, che frulla il free jazz e il post-punk, i Melvins e John Zorn, l'hardcore e Duke Ellington, i Motörhead con Kraftwerk e Serge Gainsbourg, i Black Sabbath con John Coltrane, il country & western con i Dead Kennedys. Un attitudine distruttiva e ricompositiva che tanto piace a gente come i Sonic Youth e Mike Patton, e che tanto piace fuori dai confini d'Italia, dove gli Zu si sono conquistati fama e onore (oltre a innumerevoli amicizie nel giro 'alternative') con oltre 500 date nei 5 continenti.

Questo power trio (ma la line up è mutevole ed elastica con le collaborazioni che si sprecano e si confondono) comincia a farsi conoscere a Roma nel 1997 quando compone la colonna sonora live della serata-evento "Vladimir Majakovskj" nello storico teatro "Ambra Jovinelli". Un'attività che continua anche l'anno successivo quando lo spettacolo "Octavia: Una Tragedia Romana" è riproposto anche in chiave radiofonica e trasmesso da RadioRai3.

Ma il biennio teatrale degli Zu non passa senza che Massimo Pupillo (basso), Jacopo Battaglia (batteria) e Luca Mai (sax contralto e baritono), tengano fede allo zuismo, la filosofia del gruppo che interpreta la musica come fatica e sudore, nel vero senso della parola. Suonare è anche un'attività fisica, è fatica, è sforzo per affinarsi, per migliorare, per crescere, per amalgamare storie e inclinazioni diverse. E il risultato, su disco, di queste fatiche, è l'album d'esordio Bromio, atipica fusione di jazz e hardcore, in cui rientra anche la tromba di Roy Paci, che apre la strada alla carriera internazionale del gruppo romano.

Tempo due mesi dall'uscita del disco e gli Zu sono già in tournee (sempre gestite in autonomia, nel più puro stile DIY) nell'est Europa. E poi in Francia, Germania, Slovenia, Croazia, Belgio e Olanda dove salgono sul palco con mostri sacri del jazz come il batterista Han Bennick e la I.C.P. Orchestra.

Il 1999 è anche l'anno in cui prendono il via le collaborazioni con artisti internazionali come Eugene Chadbourne, un terrorista della chitarra agitatore della scena newyorkese con John Zorn e dichiarato da Ronald Reagan "una minaccia per lo stile di vita americano" con cui registrano The Zu Side Of The Chadbourne, e con la geniale polistrumentista di Seattle Amy Denio con cui registrano altro materiale oltre a quello con il contrabbassista inglese John Edwards e la sassofonista Caroline Kraabel. Dopo l'uscita dell'album con Chadbourne (seguito l'anno successivo dal disco Motorhellington) gli Zu intraprendono un lungo tour europeo prima che, a gennaio del 2001, Massimo Pupillo voli negli USA per una serie di concerti con Lukas Lieti (il batterista figlio di Gyorgi, autore delle musiche per “2001: Odissea nello spazio”) e Gianni Gebbia (sax).

Questo è il cuore dello zuismo, le continue frequentazioni internazionali, il continuo scambio con altri musicisti, con altre storie, con altre visioni, un continuo arricchirsi di nuove idee, musiche e suggestioni, come succede anche per il progetto Dogon, che vede sempre Pupillo assieme ai Metaxu, ovvero DJ Okapi e il compositore elettronico Maurizio Martusciello.

Alla fine di questo stesso anno gli Zu sono in tour negli Stati Uniti (toccando luoghi sacri della scena underground americana come la Knitting Factory, il Mercury Lunge e il CBGB's di New York, l'Empty Bottle di Chicago) e, approfittando di qualche giorno libero, finiscono a Chicago nella casa - studio del guru indie Steve Albini, conosciuto poco tempo prima in Francia durante le registrazioni dell'album dei The Ex.

Due giorni, 15 ore di registrazione ogni giorno in presa diretta, altri 2 giorni di mixaggio ed era nato Igneo, 9 brani in cui gli Zu sono accompagnati da gente del calibro di Ken Vandermark al sax tenore, Jeb Bishop al trombone e Fred Longberg-Holm al violoncello: 3 tra i piu' importanti musicisti della scena di Chicago, anche collaboratori di Jim O'Rourke e Peter Brotzmann.

Da gennaio gli Zu sono nuovamente in giro per il mondo con la versione live del loro nuovo lavoro (toccano i festival No-Fi di Newcastle, Zedno Uho di Zagabria, Vimmel 02 di Lund, in Svezia, e Skrite Note 02 di Maribor, in Slovenia) fino a quando non scaricano le loro flying cases al Semifinal Club di Helsinki. Pentti Dassum, promoter finnico del tour, intuisce che l'evento sarà memorabile e irripetibile e registra il tutto avvalendosi sul campo del live sound di Alberto Martoccia. Nasce così Live in Hellsinki, il disco capace di cogliere in pieno la furia iconoclasta, globale e cosmopolita dei 3 jazzcorer romani.

Alla fine del 2003, dopo il tour americano con i Dalek, e la registrazione di un album che presto vedrà la luce, nasce l'idea di un lavoro a 6, una super band sperimentale con 2 sax, 2 bassi e 2 batterie. È cosi che nasce Radiale, prodotto sempre a Chicago da Bob Weston, album diviso in 2 anime distinte e osmotiche. La prima parte è composta dai pezzi eseguiti dagli Zu con il solo sax di Ken Vandemark come ospite. La seconda in sestetto (con Ken Vandermark anche Hamid Drake e Nate Mc Bride, ovvero gli Spaceway Inc) composta da cover di gusto cosmic che fondono rabbia e sregolatezza della noise wave con lo space jazz.

Nel 2005 tre componenti della band danno vita, insieme a Geoff Farina, al progetto musicale Ardecore.