7Q5
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La sigla 7Q5 identifica uno dei frammenti di papiro rinvenuti nelle grotte di Qumran (i cosiddetti manoscritti del Mar Morto). Precisamente 7Q5 sta per "grotta 7, Qumran, frammento 5". In base all'analisi paleografica, la datazione di questo frammento va dal 50 a.C. al 50 d.C..
Nel 1972, il papirologo e sacerdote José O'Callaghan pubblicò l'ipotesi che il testo visibile sul frammento 7Q5 sia parte del Vangelo secondo Marco, precisamente dei versetti 6,52-53. Si tratterebbe quindi del più antico manoscritto dei Vangeli conosciuto fino ad oggi, scritto al massimo 20 anni dopo la morte di Gesù.
L'ipotesi di padre O'Callaghan non è stata tuttavia accettata da tutti gli studiosi. Nel 1991 ad Eichstätt (Germania) si tenne un convegno al quale parteciparono alcuni dei maggiori esperti mondiali di papirologia. Alcuni di essi presero posizione in favore dell'identificazione con Mc 6,52-53, altri contro. Non è stata comunque presentata finora una proposta di identificazione altrettanto convincente.
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[modifica] La grotta 7
Diversamente dagli altri manoscritti di Qumran, i testi trovati nella grotta 7 sono scritti in greco e su papiro (gli altri invece su pergamena). In questa grotta sono stati trovati 19 frammenti in tutto, alcuni molto piccoli. I frammenti 7Q1 e 7Q2 sono stati identificati come passi della Bibbia greca dei LXX. È stata avanzata perciò l'ipotesi che questa grotta fosse una sorta di biblioteca di testi sacri non prodotti dalla comunità essena.
Il papirologo Carsten Peter Thiede, sostenitore della tesi di O'Callaghan, ha proposto anche l'identificazione dei frammenti 7Q4, 7Q11, 7Q12, 7Q13, 7Q14 (gli ultimi quattro sono frammenti molto piccoli) con passi della prima lettera a Timoteo. Anche questa identificazione è tuttora oggetto di discussione in quanto Nebe, Puech e Muro hanno avanzato l'ipotesi che questi frammenti possano essere attribuiti alla versione greca del primo libro di Enoc, un apocrifo e pseudoepigrafo dell'Antico Testamento.
[modifica] Analisi del frammento
L'argomento è concentrato in due punti. Per primo, lo spazio prima della parola και <kai> ("e") è un segno di interruzione di paragrafo, che è coerente con lo stile di Marco nelle copie più antiche, come quella contenuta nel Codice Vaticano B. Secondariamente, l'unica combinazione delle lettere ννησ <nnes> presenti nella linea 4 è altamente caratteristica e può indicare la parola Γεννησαρετ <Gennesaret>, presente solo tre volte nel Nuovo Testamento. Inoltre tutti gli altri tentativi di identificare il frammento con ogni altro altro testo greco conosciuto sono falliti.
Ci sono molte critiche alle analisi svolte:
- Il papiro è così piccolo e di così scarsa qualità che persino l'identificazione delle singole lettere è molto difficile, sebbene in passato siano state condotte delle identificazioni che poi sono state accettate senza molte discussioni.
- L'interpretazione delle lettere ννησ è molto contrastata e non universalmente accettata come la migliore. Inoltre, a parte Gennesaret, la parola εγεννησεν <egennesen> è citata in un'altra parola del lessico Greco contenente quelle quattro lettere. Infatti, questa congettura fu proposta dagli autori della prima edizione (editio princeps) pubblicata nel 1962. Il frammento potrebbe essere parte di qualche genealogia anche se nessuna di quelle proposte soddisfa quanto richiesto dal frammento.
- Per identificare il frammento con Marco 6:52-53, bisogna considerare la sostituzione della lettera δ <d> con τ <t> alla linea 3. Si tratta comunque di una variante ortografica non impossibile sopratutto nei frammenti del I secolo d.C., a Cesarea di Palestina è perfino stata ritrovata una epigrafe greca contenente la parola trufakton al posto di quella formalmente corretta drufakton e i manuali di fonologia greca riportano molti esempi di cambi delta-tau nelle parole.
- Vista la diversa larghezza delle colonne, si deve assumere che le parole επι την γην <epi ten gen> ("verso la terra") furono omesse sul papiro, una variante impossibile da trovare in altre fonti del Vangelo di Marco, anche se accettandola non si genera un assurdo linguistico in greco e la frase continua ad avere un significato (invece di: "e passati verso la terra, vennero a Genèsaret e sbarcarono" avremmo: "e passati, vennero a Genèsaret e sbarcarono"); si noti anche che il frammento P52, attribuito con certezza a un passo del Vangelo di Giovanni, contiene una omissione analoga a quella del 7Q5 e attestata solo da P52.
- L'identificazione dell'ultima lettera nella linea 2 con ni è stata a lungo discussa, perché non corrisponde al simbolo della lettera Greca, scritto chiaramente alla linea 4. Invece, la lettura iota (ascritto) + alfa (che fu proposta nella prima edizione) è stata rafforzata e se la si ipotizza valida l'attribuzione di O'Callaghan diventa impossibile linguisticamente.
- Lo spazio presente prima del kai, non presentando alcun altro segno grafico, potrebbe semplicemente essere una delle tante violazioni della scriptio continua che compaiono in tanti documenti greci biblici (LXX) scritti dagli ebrei. Tra i papiri della LXX scritti prima di Cristo sono ben note simili violazioni, infrequenti e molto rare negli altri testi greco-romani.
- 7Q5 è stato datato da un eminente paleografo, C.H. Roberts, tra il 50 a.C. e il 50 d.C. Affinché l'identificazione proposta da O'Callaghan sia corretta bisogna quindi ammettere che al più verso il 50 d.C., la datazione più bassa ammessa da Roberts, fosse già stata composta una versione in greco del Vangelo di Marco. Si noti anche che il Vangelo di Marco è il Vangelo meno conosciuto e autorevole nell'antichità, difatti i frammenti di questo testo sono pochissimi e tutti più tardi rispetto agli altri. Il testimone più antico dei vv. 6:52-53, addirittura, è solo il codice vaticano B (IV sec. d.C.)
- 7Q5 appartiene a un rotolo e non a un codice, mentre tutti i frammenti del Nuovo Testamento oggi conosciuti provengono da codici. 7Q5 costituirebbe quindi il primo straordinario esempio di frammento di rotolo del Nuovo Testamento.
- Infine, date le singolarità di cui prima, è evidente che gli esperti mantengano un notevole riserbo. Il vero problema dell'attribuzione di O'Callaghan non sono tanto le singole contestazioni di cui sopra che, singolarmente prese sono tutte speigabili e note in papirologia, ma piuttosto il fatto che così tante eccezioni dovrebbero coesistere in un frammento di dieci lettere appena.
L'attribuzione di 7Q5 proposta da O'Callaghan, se fosse confermata senza alcuna riserva, ci metterebbe davanti al più antico frammento mai conosciuto di un Vangelo, scritto addirittura su di un rotolo. Saremmo cioè davanti a un reperto archeologico eccezionale e non a un frammento ordinario di poca importanza.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Intervista a José O'Callaghan
- Un articolo di Carsten Peter Thiede
- (EN) Un altro articolo di Carsten Peter Thiede (in inglese)
- http://www.etanali.it/mar_morto/files/7q5.htm
- http://www.gliscritti.it/approf/mbibbia/ca1se1/sez1_14.htm
- http://www.christianismus.it/sezqumran/doc0009/pgvangelo.html
- http://digilander.libero.it/Hard_Rain/7Q5/7Q5_1.htm
- http://www.breadofangels.com/7q5/key.html