Animali impuri
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I seguaci di molte religioni pongono un tabù sul consumo o sulla manipolazione delle carni di determinati animali, tali animali sono denominati animali impuri. In alcune religioni, le persone che uccidono tali animali si devono purificare per eliminarne gli influssi negativi.
Indice |
[modifica] Religione ebraica
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Per approfondire, vedi la voce Casherut. |
Secondo la religione ebraica, gli animali possono essere classificati come puri o impuri (dal punto di vista alimentare), in base a precise regole. Quasi nessuno degli animali puri (o impuri) è citato espressamente, ma ci si rifà appunto a regole generali. Ad esempio, il più noto animale impuro è il maiale, ma lo è anche il cavallo. La ragione, per ambedue, è la mancanza di zoccolo spaccato.
[modifica] Cristianesimo
Agli esordi del Cristianesimo è stato dibattuto se i convertiti dovessero seguire i precetti ebraici (circoncisione compresa, oltre alle norme alimentari). L'argomento fu esaminato nel Concilio di Gerusalemme, dove si decise che i nuovi convertiti fossero soggetti soltanto alle leggi di Noè.
[modifica] Islam
Anche nell'Islam - per influenza assai probabilmente vetero-testamentaria - certi animali possono ingenerare impurità rituale ( ḥadath ) in chi ne dovesse mangiare le carni o anche soltanto in chi li toccasse. L'impurità così acquisita va poi eliminata con i previsti atti di purificazione ( ṭahāra ), senza compiere i quali non si possono eseguire atti giuridicamente validi dal punto di vista della sharīʿa.
Sono pertanto considerate vietate e impure le carni di animali quali il maiale, il cinghiale, l'asino, il cavallo e il mulo. È riprovato (ma non vietato) mangiare le carni dei carnivori, dell' elefante e dell'orso, anche se esistono divergenze circa le carni degli animali "in grado di sbranare"[1] e che abbiano aggredito l'uomo, il consumo delle cui carni - secondo la scuola medinese che poi si cristallizzò nel Malikismo - sarebbe allora del tutto proibito.
Altri animali sono considerati intrinsecamente sporchi e in grado di far perdere la purità dell'uomo. Fra questi il cane che, al contrario del gatto considerato intrinsecamente pulito, è infatti non particolarmente amato dalla cultura popolare islamica, a meno che non effettui un preciso lavoro (sorveglianza delle greggi, guardia o caccia).
[modifica] Note
- ↑ Ḥayawān muftaris.
[modifica] Bibliografia
Il "Mukhtaṣar" o Sommario del diritto malechita di Khalīl ibn Isḥāq, vol. I a cura di Ignazio Guidi, Milano, U. Hoepli, 1919.
[modifica] Collegamenti esterni
- Sami A. Aldeeb Abu-Sahlieh, [1] I divieti alimentari presso gli ebrei, i cristiani e i musulmani (in francese)