Noè
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Noè è il nome di un patriarca biblico, il più famoso prima di Abramo.
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[modifica] Significato del nome
Noè, in lingua ebraica Noich, viene interpretato da Genesi 5,29 con il significato di consolatore per via dell'assonanza fonetica, ma è molto più probabile che il significato del suo nome sia colui che prolunga: ovviamente, la storia dell'umanità dopo il diluvio.
[modifica] Il costruttore dell'arca
Noè compare per la prima volta in Genesi 5,28 come figlio di Lamech e nipote di Matusalemme. Egli è dunque il nono nella linea generazionale dei discendenti di Adamo attraverso Seth (la cosiddetta "Grande Genealogia dei Setiti" di Gen 5). La sua storia si sviluppa nei capitoli 6, 7, 8 e 9 della Genesi.
Egli è universalmente noto per essere il costruttore dell'arca su cui la razza umana sopravvisse al diluvio, e sulla quale furono ospitate, secondo la narrazione biblica, varie coppie di tutti gli animali (secondo Genesi 6,19, due specie di ciascuna; secondo Genesi 7,2, sette di ogni animale mondo e una di quelli immondi, trattandosi di autori biblici diversi).
Secondo Genesi 7,6 Noè aveva 60 anni quando il diluvio si abbatté sulla Terra, e morì a 95 anni, quindi era ancora vivo quando nacque Abramo.
Noè ebbe tre figli: Jafet, Sem e Cam, anch'essi portati sull'arca unitamente alle mogli per proseguire la stirpe degli uomini. Ciascuno di essi avrebbe dato vita ad una stirpe di popoli: Sem i semiti, Cam i camiti (africani), Jafet gli indoeuropei.
[modifica] L'alleanza noachica
Dopo la fine del diluvio, Noè stipula con Dio la prima alleanza, in ebraico Berit, riportata dal testo biblico, la cosiddetta "alleanza noachica". Ecco i termini di quest'alleanza:
- gli esseri viventi, animali e vegetali, sono concessi come cibo all'uomo (è rinnovata la concessione già fatta ad Adamo);
- è proibito mangiare la carne di esseri viventi contenenti il loro sangue (che era simbolo della vita: divieto di mangiare animali vivi):
- "Chi sparge il sangue dell'uomo, dall'uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l'uomo" (Gen 9,6: fondamento della legge del taglione).
In cambio, Iddio si impegna a non mandare mai più diluvi.
Quest'alleanza è stipulata con tutta l'umanità, ed offre dunque all'antico Israele le norme per ritenere giusto o ingiusto chi non è circonciso.
La figura di Noè diventa poi esemplare (quella del giusto salvato dalla distruzione dei malvagi, come Lot) ed è lodata in Isaia 54,9; in Matteo 24,37-38; e nella prima lettera di Pietro 3,20.
[modifica] Storicità
La storicità del diluvio e della figura di Noè è oggi per noi irraggiungibile. Siccome però il popolo ebraico fu prigioniero a Babilonia dal 587 a.C. al 539 a.C., è molto probabile che in Mesopotamia abbia assorbito parte delle tradizioni locali che parlavano di una grande catastrofe avvenuta nella lontana preistoria, dalla quale solo l'eroe Utnapishtim riuscì a salvarsi, come narra il Poema di Gilgamesh. Si noti che Noè appare quasi come una forma contratta di Utnapishtim.
Completamente diversa è però la prospettiva dei Poemi babilonesi e della Bibbia. Infatti nei primi gli déi decidono di sterminare l'umanità per puro capriccio, a causa del suo fracasso che li infastidisce, mentre il Dio ebraico pone fine al mondo antidiluviano a causa delle colpe dei cosiddetti "Giganti dei tempi antichi". Noè non si salva perché è fortunato ma perché è l'unico giusto in un mondo di peccatori.
[modifica] Curiosità
Il Talmud e le raccolte di leggende ebraiche contengono molti episodi apocrifi della vita di Noè. Il più famoso riguarda l'inganno perpetrato ai danni del Patriarca dal diavolo, il quale gli insegnò a coltivare la vite (vedi Gen 9, 20) e lo convinse a sacrificare nella vigna quattro animali: un agnello, un leone, un maiale e una scimmia. Da allora, racconta la leggenda, chi beve il vino si ubriaca e, man mano che ne beve, viene ad assumere i caratteri di questi quattro animali: l'arrendevolezza dell'agnello, la violenza del leone, il sudiciume del maiale, il comportamento assolutamente irragionevole della scimmia.
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