Astrattismo
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L'Astrattismo è un'esperienza artistica nata nei primi anni del XX secolo, in zone d'Europa lontane tra loro, dove si sviluppò senza intenti comuni. Il termine indica quelle opere pittoriche e plastiche che esulano dalla rappresentazione oggettiva della realtà.
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[modifica] Premessa storico-culturale
L'industralizzazione accende lo scontro tra la borghesia e la classe operaia: questa, costretta in miseria a causa dei frequenti soprusi dei datori di lavoro, si riunisce in sindacati e rivendica condizioni migliori. Parallelamente, gli stati europei si lanciano nella colonizzazione di paesi africani e asiatici.
In filosofia si afferma l'irrazionalismo di Sigmund Freud e Nietzsche, in contrapposizione alla serenità della Belle époque.
La diffusione sempre più ampia dei mezzi di riproduzione delle immagini, come la fotografia, portò gli artisti ad esaltare le peculiarità dell'arte che fossero inaccessibili alla meccanicità, ovvero un'interpretazione del reale soggettiva, propria ed esclusiva dell'artista.
Fondamentali furono le esperienze fauvista e cubista: la prima esaltava lo stato d'animo dell'artista attraverso l'uso non tradizionale del colore, mentre il secondo perseguiva la semplificazione delle forme secondo l'ordine della geometria.
[modifica] La pittura
L'astrattismo nasce dalla scelta degli artisti di negare la rappresentazione della realtà per esaltare i propri sentimenti attraverso forme, linee e colori.
Punto di riferimento fondmentale è il testo di Wilhelm Worringer Astrazione ed empatia, del 1908, dove l'arte viene interpretata in base all'intenzionalità dell'artista. La forma viene intesa come risultato dell'incontro tra uomo e mondo, in un alternarsi di empatia, ovvero avvicinamento alla realtà, ed astrazione, cioè il rifiuto della realtà.[1]
[modifica] Vasilij Kandinskij
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Per approfondire, vedi la voce Vasilij Kandinskij. |
Realizza i primi acquerelli astratti tra il 1910 e il 1911, ma non aveva ancora conosciuto il testo di Worringer: in seguito, proprio da questo trarrà il termine astratto, che userà per primo in riferimento ad un'opera d'arte. Nei suoi quadri sono quasi del tutto assenti le forme geometriche: preferisce tinte accese e contrasti stridenti. Importante è il rapporto con la musica, dalla quale mutuerà i titoli dei propri lavori: Composizione, Improvvisazione, Impressione, addirittura numerati come si fa con i brani musicali.
[modifica] Piet Mondrian
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Per approfondire, vedi la voce Piet Mondrian. |
In seguito al contatto con Teosofia e Cubismo, l'artista approda al rifiuto della natura per rifugiarsi nella perfezione spirituale delle forme astratte. L'oggetto viene sintetizzato in linee e colori, pur partendo da forme reali, fino a giungere alle campiture geometriche di colori primari.
Nel 1917 fonda la rivista De Stijl, che diventa il punto di riferimento del Neoplasticismo.
[modifica] Kasimir Malevich
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Per approfondire, vedi la voce Kasimir Malevich. |
Fu il fondatore del Suprematismo. Si proponeva di raggiungere l'assoluta purezza attraverso la riduzione estrema degli elementi figurativi, fino a giungere al paradosso del Quadrato bianco su fondo bianco.
[modifica] Note
- ↑ Martina Corgnati, Francesco Poli, Dizionario dell'arte del Novecento
[modifica] Bibliografia
- Martina Corgnati, Francesco Poli, Dizionario dell'arte del Novecento, Mondadori, Milano, 2001, ISBN 88-424-9653-7
- AA.VV., Arte, Mondadori, Milano, 2000, ISBN 88-04-47881