Autorità portuale
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'Autorità Portuale è un ente istituito in Italia con la Legge n° 84 del 28 gennaio 1994.
All'art. 6, essa stabilisce che nei porti di Ancona, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Civitavecchia, Genova, La Spezia, Livorno, Marina di Carrara, Messina, Napoli, Palermo, Ravenna, Savona, Taranto, Trieste e Venezia viene istituita l’ Autorità Portuale con i seguenti compiti: indirizzo, programmazione, coordinamento, promozione e controllo delle operazioni portuali e delle altre attività commerciali e industriali esercitate nei porti, con poteri di regolamentazione e di ordinanza anche in riferimento alla sicurezza rispetto ai rischi di incidenti connessi a tale attività. Recita ancora la legge che sono demandate all’Autorità Portuale: la manutenzione ordinaria e straordinaria delle parti comuni nell’ambito portuale, ivi compresa quella per il mantenimento dei fondali [...].
L’Autorità Portuale ha personalità giuridica di diritto pubblico ed è dotata di autonomia finanziaria e di bilancio nei limiti previsti dalla stessa legge. La gestione patrimoniale e finanziaria è disciplinata da un regolamento di contabilità approvato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti di concerto con il Ministero dell’Economia. Il rendiconto finanziario è soggetto al controllo della Corte dei Conti. Gli organi dell’Autorità Portuale sono i seguenti: Il Presidente, nominato dal Ministero delle Infrastrutture e trasporti, previa intesa con la Regione interessata, che rimane in carica quattro anni e può essere confermato solo una volta, il Comitato Portuale, il Segretario generale e il Collegio dei Revisori dei conti. L’ Autorità Portuale rappresenta il porto di sua competenza in tutto il mondo.
Nel 1995 a Livorno vi fu il primo insediamento in Italia di tale Autorità.