Battaglia di Pidna
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
D/ Concordia
R/ Lucio Emilio Paolo il vincitore di Pidna, a destra di un trofeo, a sinistra Perseo ed i figli
La battaglia di Pidna fu lo scontro decisivo della terza guerra macedonica, combattuta nel 168 a.C. tra Roma e Macedonia: nello scontro in questione gli eserciti erano guidati rispettivamente dal console Lucio Emilio Paolo e dal re Perseo.
Con i Romani erano alleati Pergamo, Rodi, la Lega Achea e gli Etoli, probabilmente perché ritenevano Roma la sicura vincitrice: inaspettatamente, però, il conflitto volse inizialmente a favore dei macedoni, e per questo fu deciso da parte dei Romani di risolvere in uno scontro decisivo la difficile situazione.
Nella battaglia stessa l'esercito macedone sembrò essere sul punto di vincere; la falange aveva infatti costretto l'esercito romano sulle alture, ma l'eccessivo slancio nell'assalto fu fatale per le truppe di Perseo, che furono attaccate causò uno sfaldamento dei ranghi che favorì l'attacco delle seconde linee romane.
Vista la disfatta della fanteria, la cavalleria preferì ritirarsi piuttosto che combattere: del resto erano morti già 20.000 soldati ed 11.000 ne erano stati fatti prigionieri.
In seguito alla sconfitta, Perseo si rifugiò nella città di Samotracia con i propri possessi mentre i Romani, in seguito, abbandonarono la linea di politica filo-orientale attuata dagli Scipioni per adottarne una molto più dura nei confronti dei popoli assoggettati.
La battaglia prese il nome dall'omonima cittadina costiera che si trova in Tessaglia, nel Nord della Grecia.