Bertrando Spaventa
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Bertrando Spaventa (Bomba, Chieti, 26 giugno 1817 - Napoli, 20 settembre 1883) fu un filosofo italiano e, per circa un decennio, sacerdote cattolico.
[modifica] Biografia
Fratello maggiore del patriota Silvio Spaventa, Bertrando nacque da un'agiata famiglia borghese nel paese di Bomba, in Abruzzo, allora appartenente al Regno delle Due Sicilie: sua madre, Maria Anna Croce, fu prozia del filosofo Benedetto Croce. All'anagrafe venne registrato come Beltrando.
Studiò presso il Seminario diocesano di Chieti e venne ordinato sacerdote: nel 1838, ottenuto l'incarico di docente di matematica e retorica presso il locale seminario, si trasferì col fratello a Montecassino. Successivamente si spostò a Napoli, dove si avvicinò ai circoli liberali e a pensatori come Ottavio Colecchi e Antonio Tari. Fondò una scuola privata di filosofia; inoltre partecipò alla redazione del Nazionale, il giornale fondato dal fratello. Nel 1848, dopo l'abrogazione della Costituzione da parte di Ferdinando II, fu costretto a lasciare Napoli per trasferirsi prima a Firenze, quindi a Torino, dove depose l'abito sacerdotale e divenne giornalista. È nel periodo torinese che Spaventa si avvicinò al pensiero di Hegel ed elaborò il suo sistema filosofico e il suo pensiero politico: pubblicò, tra l'altro, una serie di saggi in cui polemizzava con La Civiltà Cattolica, la rivista dei Gesuiti, rifiutando l'idea di religione come passo necessario per lo sviluppo umano.
Nel 1858 ottenne la cattedra di Filosofia del Diritto presso l'Università di Modena, poi quella di Storia della Filosofia presso l'Università di Bologna (1860) e, l'anno successivo, quella di Filosofia a Napoli. E proprio a Napoli, tra il novembre e il dicembre del 1861, Spaventa tenne le lezioni in cui espose le sue teorie sul rapporto di circolarità tra pensiero italiano ed europeo. Mentre per la critica tradizionale la filosofia italiana era caratterizzata dalla sua ininterrotta fedeltà alla linea platonico-cristiana, con gli studi dedicati al pensiero del Rinascimento lo Spaventa cercò di dimostrare che la filosofia moderna, laica e idealistica, era nata in Italia, anche se aveva conosciuto il suo massimo sviluppo in Germania: cercò di dimostrare l'identità del pensiero di Tommaso Campanella con quello di Cartesio, di Giordano Bruno con quello di Baruch Spinoza, di Giovambattista Vico e Antonio Rosmini con quello di Immanuel Kant, di Vincenzo Gioberti con gli idealisti tedeschi. Lo scopo di questa interpretazione era quello di liberare la cultura filosofica italiana dal suo provincialismo. Spaventa diffuse in italia l'idealismo hegeliano: la sua opera influenzò profondamente anche Giovanni Gentile; Benedetto Croce, che dopo la morte dei genitori andò a vivere da lui, ne apprezzò soprattutto lo spirito profondamente liberale.
[modifica] L'attività politica
Spaventa fu anche deputato per tre legislature: fu sostenitore di una politica laica e legata ad un forte senso dello Stato, considerato come sorgente dei princìpi e dei valori ispiratori di un armonioso sviluppo civile, da cui gli individui e la comunità devono trarre l'alimento necessario per una crescita "ordinata e corretta".
Morì a Napoli il 20 settembre 1883.