Bombardamento di Treviso

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Il Bombardamento di Treviso avvenne il 7 aprile 1944, i bombardieri alleati effettuarono un duro attacco contro la città di Treviso. L'attacco provocò 4000 vittime fra i civili, e la distruzione di oltre l'80 % del patrimonio edilizio, ivi compresi i principali monumenti storici e artistici.

Il quel venerdì prima di Pasqua, che qualcuno definì passione di Cristo e di Treviso, interi quartieri residenziali furono rasi al suolo, tanto che le macerie continuarono a fumare per due settimane. Per settimane i soccorritori continuarono a scavare, gettando calce e disinfettante, per arginare il fetore dei corpi sotto le macerie. Tra le vittime purtroppo tanti bambini.

Nel dopoguerra, da parte americana non fu mai data una risposta, in merito al bombardamento di una città d'arte e con obiettivi non strategici. Secondo alcuni, scambiarono sulle carte geografiche Tarvisio (importante nodo ferroviario) al posto di Treviso. La cosa sembra improbabile, anche perché solitamente prima delle incursioni venivano fatte delle ricognizioni fotografiche, quindi Tarvisio non è confondibile: si trova tra i monti della Val Canale (Friuli) e non in pianura. Secondo un'altra ipotesi agli americani era arrivata voce che in quelle ore a Treviso ci fosse una riunione segreta tra alti gerarchi nazisti e fasciti, da cui la scelta dell'obiettivo, nella zona del raduno di nazisti. Tuttavia queste rimangono solo ipotesi di cui si sono spesso occupati gli storici, senza riuscire a trovare un chiarimento.

Ogni 7 aprile il bombardamento viene ricordato. La campana del Duomo suona a lutto per un tempo lungo tanto quanto lo fu quel tragico avvenimento. Durante i minuti in cui viene ricordato il bombardamento in molti, se possono, cercano di interrompere la propria attività per partecipare al breve momento di raccoglimento. La bandiera bianca e celeste che svetta sul campanile di piazza dei signori viene lasciata a mezz'asta durante tutta la giornata.

Le cifre sui morti a seguito del bombardamento sono discordanti. Recentemente su un articolo del Gazzettino ( quotidiano del Nord-Est) si è parlato di 900 persone decedute. In realtà ( come accaduto a Dresda) è difficile quantificare anche dopo anni le cifre vere, da quelle che spesso venivano date inizialmente dalle autorità, per ovvi motivi di propaganda contro il nemico.