Clan (antropologia)
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Nelle scienze etnoantropologiche, un clan è un gruppo di persone unite da parentela, che è definita dalla discendenza percepita da un antenato comune.
Sebbene l'effettiva genealogia possa essere sconosciuta, i membri di un clan nondimeno riconoscono un membro fondatore o capostipite. Mentre i legami basati sulla parentela possano essere di natura puramente simbolica, alcuni clan condividono un antenato comune "convenuto", che è un simbolo dell'unità del clan. Quando questo antenato non è umano, ci si riferisce ad esso come a un "totem animalesco" o "animale totemico". Generalmente parlando, l'affinità differisce dalla relazione biologica, dato che comprende anche l'adozione, il matrimonio e legami genealogici fittizi.
Alcuni clan sono patrilineari, nel senso che i loro membri sono imparentati secondo la linea maschile. Altri sono matrilineari, nel senso che i loro membri sono imparentati secondo la linea femminile. Altri ancora sono bilaterali, in quanto consistono di tutti i discendenti del capostipite secondo linee sia maschili che femminili; i clan della Scozia ne sono un esempio. Il fatto che un clan sia patrilineare, matrilineare, o bilaterale dipende dalle regole di parentela e dalle norme della società a cui appartengono.
In diverse culture e situazioni, la parola "clan" può avere lo stesso significato di altri gruppi basati sulla parentela, come tribù e banda. Spesso il fattore distintivo è che un clan costituisce una parte più piccola di una società più grande come una tribù, un chiefdom, o uno stato. Ne sono esempi le gens dell'antica Roma, i clan scozzesi, cinesi, e giapponesi, che esistono come gruppi di parentela entro le rispettivamente società. Si noti, tuttavia, che anche le tribù e le bande possono essere componenti di società più grandi. Per esempio, le tribù arabe sono piccoli gruppi all'interno della società araba, e le bande Ojibwa sono parti più piccole della tribù Ojibwa.
La maggior parte dei clan è esogamo, nel senso che i suoi membri non possono sposarsi l'un l'altro. Alcuni clan hanno un capo ufficiale come un chieftain, una matriarca o un patriarca.
A parte queste diverse tradizioni di parentela, ulteriore confusione concettuale emerge dagli usi colloquiali del termine. Nei paesi post sovietici, per esempio, è molto comune parlare di clan riferendosi a reti informali all'interno della sfera economica e politica. Questo uso riflette l'assunto che i loro membri abbiano verso gli altri membri relazioni particolarmente strette e di sostegno reciproco, prossime alla solidarietà tra parenti. La parola clan viene anche utilizzata per indicare organizzazioni criminali come, ad esempio, i clan camorristici.