Consiglio Supremo per la Rivoluzione Islamica in Iraq
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Il Consiglio Supremo per la Rivoluzione Islamica in Iraq (noto anche coll'acronimo inglese SCIRI) (in arabo المجلس الأعلى للثورة الإسلامية في العراق ) è un partito politico iracheno che raccoglie i propri consensi dalla comunità musulmana sciita.
Lo SCIRI è una componente fondamentale dell'Alleanza Irachena Unita (che raggruppa i partiti religiosi sciiti ed ha ottenuto la maggioranza relativa in entrambe le elezioni tenutesi in Iraq nel 2005) ed è partito col maggior numero di seggi nel parlamento iracheno. Dopo l'assassinio nell'agosto 2003 del suo leader storico (l'ayatollah Mohammed Baqir al-Hakim) il partito è ora capeggiato da suo fratello, Abdul Aziz al-Hakim.
Il partito controlla una milizia armata nota col nome di Badr.
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[modifica] Storia
Lo SCIRI nacque durante la guerra Iran-Iraq quale gruppo di opposizione armata al dittatore iracheno Saddam Hussein e fu subito sostenuto dall'Iran, dove stabilì il proprio centro operativo. La sua fondazione risale al 1982, quando il Partito islamico Da'wa fu fortemente indebolito per via di un fallito attentato contro Saddam Hussein. La principale differenza ideologica fra i due partiti era che lo SCIRI approvava le tesi dell'ayatollah iraniano Ruhollah Khomeini, secondo le quali il governo dovrebbe essere sottoposto all'autorità religiosa islamica; il partito Da'wa invece appoggiava la tesi dell'ayatollah iracheno Muhammad Baqir al-Sadr, che sosteneva che il governo dovrebbe essere controllato dall'intera comunità musulmana.
Nonostante le divisioni ideologiche i legami col partito Da'wa restarono forti, il che è significativo anche perché quest'ultimo gruppo fu a lungo considerato un gruppo terrorista dalle varie amministrazioni americane [1]. Ancor oggi non è chiaro se le attività terroristiche siano tutto cessate. Ad esempio si sostiene da più parti che la milizia Badr (composta da numero di miliziani compreso fra 4.000 e 10.000) sia coinvolta in numerosi incidenti che vanno da episodi di pulizia etnica contro i sunniti all'uccisione di omosessuali [2].
Dopo l'invasione dell'Iraq del 2003 lo SCIRI ha raggiunto rapidamente un ruolo preeminente nel Paese ed ha collaborato con gli altri partiti sciiti. Seguendo le orme di varie altre organizzazioni musulmane all'estero (ad es. Hamas ed i Fratelli Musulmani), lo SCIRI ha acquistato popolarità anche fornendo servizi sociali ed aiuto umanitario alla popolazione sciita del sud dell'Iraq. Si sostiene da più parti che lo SCIRI e la sua milizia Badr ricevano denaro ed armi dall'Iran e che siano controllati dal governo di Teheran.
I capi del partito hanno sensibilmente ammorbidito la piattaforma originale del partito e hanno dichiarato di voler seguire una linea basata sulla cooperazione pacifica e la democrazia.
Il fondatore dello SCIRI, l'ayatollah al-Hakim fu ucciso nella città santa di Najaf il 29 agosto 2003 da un'autobomba che esplose mentre egli stava lasciando la Moschea dell'Imam Alì e che uccise molti altri fedeli. Pare che l'attentato sia stato opera dei seguaci del movimento al-Quaida in Iraq, allora capeggiato da Abu Musab al-Zarqawi. Gli successe il fratello.
[modifica] Politica
A livello nazionale lo SCIRI si è presentato come componente dell'Alleanza Irachena Unita (che raggruppa gran parte dei partiti religiosi sciiti) in entrambe le elezioni tenutesi nel 2005 in Iraq; invece ha presentato liste autonome nelle elezioni per i consigli provinciali.
Lo SCIRI è il partito sciita più favorevole alla creazione di "confederazioni regionali" entro lo stato iracheno, nonostante molti sostengano che l'istituzione di queste confederazioni sarebbe una divisione de-facto del Paese.
[modifica] Principali figure dello SCIRI
- Mohammed Baqir al-Hakim (fondatore e capo del partito dal 1982 al 2003)
- Abdul Aziz al-Hakim (attuale capo dello SCIRI e fratello del fondatore del partito)
- Adil Abdul-Mahdi (Vice-presidente dell'Iraq)
- Hadi Al-Amiri (Capo della milizia Badr e parlamentare)
- Baqir Jabr al-Zubeidi (ministro delle finanze)
- Riad Ghareeb (ministro dei lavori pubblici)
- Mahmoud al-Radi (ministro del lavoro e degli affari sociali)
- Akram al-Hakim (ministro per il dialogo)
- Mohammad Jassem Khodayyir (ex-ministro dell'immigrazione)