Cosimo Rosselli
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
Cosimo di Lorenzo Rosselli (Firenze, 1439 - 1507) fu un pittore italiano.
[modifica] Biografia
È allievo dal maggio 1453 all'ottobre 1456 di Neri di Bicci; nel 1459 riceve la prima importante commissione per una pala - dispersa - della chiesa fiorentina di Santa Trinita.
Si è ipotizzato che abbia poi lavorato anche con Benozzo Gozzoli, con il quale mostra affinità stilistiche e nel 1460 è assistente del cugino Bernardo di Stefano Rosselli. Pittore molto ricettivo, guarda anche alla pittura del Verrocchio, di Antonio e Pietro Pollaiolo e di Alesso Baldovinetti, di cui si è anche detto che possa essere stato allievo, come testimoniano gli affreschi, pur pesantemente ridipinti, della cappella Salutati nel Duomo di Fiesole, eseguiti tra il 1462 e il 1465, la pala con la Sacra Conversazione, databile intorno al 1468, già in San Pier Scheraggio e oggi agli Uffizi, la tavola con i Santi Barbara, Giovanni Battista e Matteo, per la cappella di Santa Barbara alla Santissima Annunziata, conclusa nel 1469 - ora nella Galleria dell'Accademia - e la Sant’Anna Metterza con quattro santi, a Berlino, datata 1471.
Nel 1472 i registri della Compagnia di San Luca lo ricordano impegnato in Santa Maria «in Champo». Datata 1473 è la pala con l’Annunciazione e quattro santi (Avignone, Musée du Petit Palais) in cui guarda ai modi di Domenico Veneziano, Benozzo Gozzoli e Neri di Bicci.
Del 1480 circa è considerata la Madonna col Bambino e angeli, conservata al Metropolitan Museum di New York, che mostra chiari riferimenti alla pittura del Andrea del Verrocchio.
Nella primavera del 1481 Rosselli fu invitato da papa Sisto IV a Roma per la decorazione della Cappella Sistina accanto a Pietro Perugino, Domenico Ghirlandaio, Sandro Botticelli e ai loro collaboratori; per queste opere i pittori si attennero a comuni convenzioni rappresentative in modo da far risultare il lavoro omogeneo, quali: una comune scala dimensionale, una comune struttura ritmica e una comune rappresentazione paesaggistica, inoltre utilizzarono accanto ad un'unica gamma cromatica le rifiniture in oro in modo da far risplendere le pitture con i bagliori delle torce e delle candele. Secondo il Vasari fu proprio il Rosselli, per ignoranza o pigrizia, ad utilizzare soprammissioni «di finissimi azzurri oltramarini e d’altri vivaci colori» e a lumeggiature d’oro:
Rosselli realizzò i tre riquadri della Consegna delle Tavole della Legge, con l'iscrizione PROMULGATIO LEGIS SCRIPTE PER MOISEM. Iin alto Mosè, inginocchiato, che riceve le tavole; in primo piano Mosè, adirato contro il suo popolo in adorazione del vitello d'oro, punisce gli idolatri e rompe le Tavole della Legge, ricevendone delle nuove; l'altro riquadro è il Discorso della montagna e la guarigione del lebbroso, infine l'affresco con l’Ultima Cena, con al di là delle finestre tre episodi della Passione: Orazione nell'orto, Cattura e Crocifissione.
Ritornato a Firenze nel 1482 realizzò la tavola destinata alla cappella Corbinelli, intitolata a san Tommaso, nella chiesa di Santo Spirito. Di questo periodo sono anche una serie di tavole destinate a chiese fiorentine e l'affresco nela cappella del Miracolo del Sacramento in Sant’Ambrogio, raffigurante il Miracolo dell’Eucaristia, (1485-86). Dipinto con vigore e tra le meno convenzionali delle sue opere; tra i personaggi rappresentati sono i ritratti di Marsilio Ficino e di Pico e del Poliziano, che figurano proprio in mezzo alla piazza, per celebrare le celebrità fiorentine del momento. Del 1490 circa è la pala del Nocentino dipinta per l’altare della Compagnia degli Innocenti in Santa Maria Novella e oggi a Berlino.
Negli ultimi decenni della sua vita, in seguito allle nuove istanze portate da Girolamo Savonarola lo stile pittorico si fa più rigoroso, caricandosi di una devozionalità asciutta e patetica. Nel 1495 trasferì la sua casa nel popolo di Sant’Ambrogio e la bottega in un casamento di proprietà dei Chellini in via delle Fondamenta, ovvero in piazza Duomo. Qui svolsero il loro aprrendistato: Piero di Cosimo, che da lui prese il nome, Fra Bartolomeo e Mariotto Albertinelli, i fratelli del Mazziere e Andrea di Cosimo Feltrini, oltre ad altre personalità minori. A quest’ultima fase appartengono: la Madonna in trono col bambino e i santi Jacopo, Pietro e Giovannino (Firenze, Galleria dell'Accademia), destinata alla cappella Salviati della chiesa del Castello e l’Incoronazione della Vergine e santi (1505) in Santa Maria Maddalena dei Pazzi.