Domenico Pellegrini Giampietro
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Domenico Pellegrini Giampietro (Brienza, provincia di Potenza 30 agosto 1899 - Montevideo 18 giugno 1970) è stato un uomo politico ed un docente universitario italiano che negli ultimi anni della sua vita si dedicò anche al giornalismo.
Giovanissimo si trasferisce a Caserta dove fonda la legione nazionalista "Sempre pronti". Prende parte alla Prima guerra mondiale insieme ad altri ragazzi del '99 come tenente di fanteria e viene decorato con la medaglia d'argento al valor militare. Nel 1922 si iscrisse al Partito Nazionale Fascista e partecipò alla marcia su Roma, che partì da Napoli, legandosi ad alcuni gruppi massonici.
Figura di spicco del fascismo campano (insieme ad Alfredo Rocco, Bruno Spampanato e l'economista Alberto Beneduce), nel 1926 si laureò in giurisprudenza ed esercitò per otto anni la professione di avvocato. Nel 1934 divenne professore universitario di "Diritto pubblico comparato e di storia e dottrina del Fascismo" a Napoli, e nel corso degli anni Trenta ricevette numerosi incarichi di rilievo: fu ad esempio segretario dell'Unione interprovinciale credito e assicurazioni dal 1937 al 1943 e membro della Corporazione previdenza e credito dal 1934 al 1943.
Volontario nella guerra civile spagnola come capitano di fanteria, nel conflitto viene ferito e decorato con due medaglie d'argento al valor militare. Rientrato in Italia è nominato membro del direttorio federale di Napoli e del direttorio nazionale nel 1943, segretario federale di Napoli, consigliere nazionale nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni e sottosegretario al ministero delle Finanze nel 1943, fino al 25 luglio.
Successivamente aderisce alla Repubblica Sociale Italiana, di cui Ministro per le Finanze: in questa veste egli costituì nel 1944 la "Brigata Nera", di cui fu anche comandante. Al termine della Seconda guerra mondiale fu arrestato ed assolto dall'accusa di collaborazionismo col nazismo. Nel 1949 si trasferisce prima in Brasile, poi in Argentina e in Uruguay dove fa svolge la professione di banchiere e di direttore della rivista Sintesi.
Tra i suoi scritti, oltre agli Aspetti spirituali del fascismo del 1941 (che si basano su qullo che venne definito "misticismo fascista"), ha una notevole importanza L'oro di Salò nel quale Pellegrini Giampietro non solo spiegò il modo con cui diresse l'economia della RSI (ad esempio nei primi mesi del 1945 fece stampare solo 10,881 milioni di carta moneta rispetto ai 137,840 autorizzati) ma fece anche delle ipotesi su chi si poté appropriarsi delle ingenti risorse economiche possedute da Benito Mussolini.