Domiziano
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- Per l'imperatore delle Gallie nel III secolo, si veda Domiziano II
Tito Flavio Domiziano (24 ottobre 51-18 settembre 96) fu Imperatore romano (14 settembre 81–18 settembre 96), l'ultimo della dinastia flavia.
[modifica] Gioventù
Domiziano nacque a Roma mentre il padre, il futuro imperatore Vespasiano, era ancora uomo politico e comandante militare. Ricevette l'educazione riservata ai giovani della classe senatoriale. Studiò retorica, letteratura (pubblicando anche qualche scritto), legge e amministrazione. Nella sua biografia Svetonio lo descrive come un adolescente istruito ed educato, dalla conversazione elegante. A differenza di suo fratello Tito, molto più anziano di lui, non accompagnò il padre nelle campagne nelle province africane ed in Giudea.
Durante l'anno dei quattro imperatori (69), Domiziano mantenne una posizione discreta e defilata ma si trasferì nel palazzo imperiale appena il padre fu acclamato imperatore. Fu il rappresentante della famiglia Flavia in Senato prima che Vespasiano e Tito arrivassero a Roma. Con la salita al potere del padre, Domiziano crebbe d'importanza.
Nel 70 fece in modo da provocare il divorzio di Domizia Longina allo scopo di sposarla. Lucio Elio Lamia, suo marito, non riuscì a contrastare i desideri del principe, e così Domizia divenne nuora dell'imperatore. A dispetto dell'avventatezza iniziale, questa alleanza fu vantaggiosa per entrambe le parti. Domizia Longina era la figlia unica del generale Gneo Domizio Corbulone, una della vittime del terrore Neroniano, ricordato come valoroso comandante e politico onorato. Essi ebbero un figlio nel 71 ed una figlia nel 74, ma entrambi morirono giovani. Il loro matrimonio non fu certamente tradizionale: Domiziano era notoriamente un donnaiolo e sua moglie non ne era gelosa. Alcune fonti riferiscono che essa lo accompagnava volentieri nelle avventure con le sue donne.
Come secondogenito, Domiziano era libero da responsabilità. Resse alcuni consolati del tutto onorifici e alcune cariche sacerdotali ma non incarichi dell'impero. Durante il regno del fratello Tito, la sua situazione rimase sostanzialmente la stessa, sicché nessuno vide in lui il futuro imperatore. Ma Domiziano aveva certamente le sue ambizioni. Mentre Tito stava morendo, propiziò la sua scelta a successore assicurandosi il favore della Guardia pretoriana.
[modifica] Impero
Alla morte del fratello Tito, Domiziano fu quasi contento della scomparsa di due figure oppressori: il padre Vespasiano e Tito erano visti da lui in questo modo.Si sentiva maltrattato dal padre, che secondo lui privilegiava Tito. In un certo modo, egli volle vendicarsi dei bistrattamenti che aveva dovuto subire. Assunse un atteggiamento di poco rispetto verso il senato, considerandolo come un organo nemico all'imperatore, composto da elementi che miravano solamente al proprio interesse personale e che quindi combattevano tra loro. Maltrattò anche il consilium precedentemente organizzato da Tito, prendendo decisioni per conto proprio.
Domiziano dimostrò immediatamente di essere un disastro come amministratore. L'economia si arrestò e poi andò in recessione, costringendolo a svalutare il denario d'argento. Per compensare ulteriormente la situazione economica, furono aumentate le tasse e subito salì il malcontento. A causa del suo amore per l'arte ed a quello della popolazione, Domiziano investì grandi somme nella ricostruzione e abbellimento della città che ancora mostrava gli effetti del grande incendio di Roma del 64 e della guerra civile del 69. Circa cinquanta nuovi edifici furono costruiti e restaurati, incluso il tempio di Giove sul Campidoglio ed il palazzo sul Palatino.
Nell'85 Domiziano si autonominò censore a vita, questo ufficio comportava la supervisione, sotto l'aspetto della moralità, del comportamento dei Romani. Verifica che con difficoltà avrebbe potuto applicare a sé stesso. In quell'anno Domizia Longina fu sorpresa col suo amante, l'attore Paris. L'uomo fu messo a morte e l'imperatrice fu esiliata dopo un divorzio precipitoso. L'anno successivo, Domiziano sviluppò una passione per la nipote Giulia Flavia (figlia di Tito) e, come nel suo primo matrimonio, egli si impadronì della ragazza esautorandone il marito. Giulia Flavia morì nel 91 in seguito a un aborto, e fu divinizzata. Dopo questo episodio, Domizia Longina fu richiamata al palazzo come imperatrice, anche se di fatto Domiziano non la risposò.
Le maggiori passioni di Domiziano furono le arti e gli spettacoli di giochi. Portò a termine la costruzione del Colosseo, iniziata dal padre, e istituì i Giochi Capitolini nell'86. Come i giochi olimpici, si tenevano ogni quattro anni ed includevano gare di atletica e corse di carri, ma anche competizioni di oratoria, musica e recitazione. L'imperatore stesso pagava il viaggio dei partecipanti da qualsiasi località dell'impero e attribuiva i premi. Egli era inoltre appassionato degli spettacoli di gladiatori ed apportò notevoli innovazioni come combattimenti di donne e nani. Un'altra mania di Domiziano erano le forme di governo orientali: egli, infatti, si rese odioso alle classi di Roma proprio perché si fece proclamare "dominus et deus", proprio come un faraone.
Come comandante militare, Domiziano non era granché dotato, a causa della sua formazione avvenuta a Roma, lontano dalle legioni. forse a causa di ciò, l'imperatore limitò le imprese militari nel corso del suo regno. Egli si decretò alcuni trionfi, formalmente sui Catti (Chatti, gli attuali Assiani) e sulla Britannia, ma furono solo manovre propagandistiche, poiché queste guerre erano già state combattute. Tuttavia alcune campagne furono fatte durante il suo regno, specialmente sulla frontiera sul Danubio contro i Daci. Domiziano inoltre fondò la I legione Minervia nell'82.Un altro provvedimento nella politica estera fu quello di pagare una somma a Decebalo, re dei Daci, che potevano essere pericolosi poiché avrebbero potuto metter in discussione il confine, affinché Decebalo non attaccasse Roma.
Alla fine del suo regno, che aveva cominciato con moderazione, Domiziano rivelò una personalità crudele. Secondo numerose fonti, malgrado qualche dubbio della comunità scientifica, ebrei e cristiani furono perseguitati durante il suo regno. L'imperatore sviluppò addirittura una paranoia di persecuzione che lo indusse a far uccidere molti membri degli ordini senatoriale ed equestre. A lui non piacevano gli aristocratici e non temeva di dimostrarlo, rivedendo ogni decisione presa dal senato.Ci furono ben tre congiure contro di lui, nell'83,88 e 96, dove morì. Come risposta a queste persecuzioni, organizzò violente persecuzioni, che decimarono la classe nobile ed estromisero tutti i loro beni, usati in seguito per sanare l'erario dello Stato.
Domiziano fu assassinato nel settembre del 96, in un complotto organizzato da senatori suoi nemici, Stefano (amministratore della defunta Giulia Flavia), membri della Guardia pretoriana e l'imperatrice Domizia Longina. Secondo gli storici romani, l'imperatore era convinto, a seguito di predizioni astrologiche, che sarebbe morto intorno al mezzogiorno. Perciò egli era sempre a riposare in quelle ore del giorno. Nel suo ultimo giorno Domiziano non si sentiva bene, e chiese molte volte ad un servo che ora fosse. Il ragazzo, partecipando alla congiura, mentì dicendo che era molto più tardi. Più a suo agio, l'imperatore si recò alla sua scrivania, per firmare documenti, ma lì fu accoltellato otto volte da Stefano.
A Domiziano succedette Nerva nominato dal senato, e fu il primo dei cosiddetti "Cinque buoni Imperatori"
[modifica] Collegamenti esterni
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Predecessore: | Imperatori romani (Impero Romano) |
Successore: |
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Tito 79 - 81 |
Domiziano 81 - 96 |
Nerva 96 - 98 |