Giovanni Acuto
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Giovanni Acuto, nome italianizzato di John Hawkwood (Sible Hedingham, Essex 1320 circa - Firenze 1394) fu un soldato mercenario, un cavaliere medievale ed un capitano di ventura inglese. Il nome "Giovanni Acuto" gli fu attribuito da Niccolò Machiavelli, mentre lo storico francese Jean Froissart lo chiamava semplicemente "Haccoude".
[modifica] Biografia
Nato in una famiglia nobile, giovanissimo venne nominato duca di Essex. Poco dopo intraprese la carriera militare e combatté per il suo re Edoardo III d'Inghilterra durante la guerra dei cent'anni. Dopo la "pace di Brétigny" (trattato che pose fine alla prima fase del conflitto) fondò una banda di mercenari, la Compagnia bianca, che si schierava in difesa dello stato che la pagava meglio. È un esponente importante della Cavalleria medievale.
Nel 1360 venne in Italia, dove fu al servizio prima di Firenze e in seguito di Bernabò Visconti, del quale sposò una figlia illegittima nel 1377. Poco dopo sciolse l'alleanza anti-papale, provocando l'ira dei Visconti: dopo un acceso diverbio con il duca, egli firmò un trattato di amicizia ed alleanza con la Repubblica di Firenze.
Poi combatté per Pisa e per il papa Gregorio XI nella guerra degli otto santi che contrapponeva lo Stato Pontificio a Firenze: in questo conflitto egli si mise in luce nella distruzione della città di Cesena, da lui eseguita a febbraio del 1377. Passò poi dalla parte degli Angioini di Napoli contro quelli di Durazzo e contro Gian Galeazzo Visconti.
Nel 1381 il re inglese Riccardo II lo nominò dapprima baronetto e poi ambasciatore presso la Santa Sede. Da quel momento Giovanni Acuto visse nel paese natio, per poi tornare in Italia ancora contro i Visconti.
Di questo periodo, è famosa la battaglia di Castagnaro (1387), considerata una delle grandi battaglie dell'epoca dei capitani di ventura: Giovanni Ordelaffi e Ostasio da Polenta, che combattevano per Verona, furono sconfitti da Giovanni Acuto e Francesco Novello Carraresi, che combattevano per Padova.
Giovanni Acuto si mise infine al servizio di Firenze, che gli concesse quale residenza il Castello di Montecchio Vesponi, presso Arezzo, in Val di Chiana.
Giovanni Acuto morì nel 1394 a Firenze, nel cui Duomo sorge il suo monumento funebre, capolavoro di Paolo Uccello, dove è ritratto a cavallo in un affresco, ma il suo corpo fu traslato poi nella sua cittadina natale.
[modifica] Per saperne di più
- Frances Stonor, Hawkwood: The Diabolical Englishman (2004)
- Barbara Tuchman, A Distant Mirror (Capitolo 7)
- Frances Stonor Saunders, The Devil's Broker: Seeking Gold, God, and Glory in 14th Century Italy (2005)
- Gabriella Piccinni, I mille anni del Medioevo
- M.E. Mallett, Signori e mercenari. La guerra nell'Italia del Rinascimento
- Duccio Balestracci, Le armi i cavalli l'oro, Giovanni Acuto e i condottieri nell'Italia del Trecento, Roma-Bari, Laterza, 2003
- Giovanni Acuto, echi e memoria di un condottiero. Le compagnie di ventura in Italia e il territorio di Castiglion Fiorentino, Atti del convegno tenuto per il sesto centenario della morte 1394-1994, Castiglion Fiorentino, Istituzione Culturale Castiglionese, 1995