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Guerra dei cent'anni - Wikipedia

Guerra dei cent'anni

Da Wikipedia.

Guerra dei cent'anni

Giovanna d'Arco all'assedio di Orléans in un dipinto di Jules Eugène Lenepveu, 1886-1890
Data: 1337-1445
Luogo: Francia e Paesi Bassi
Esito: Costosa, ma decisiva vittoria francese
Modifiche territoriali: La Francia conquista tutti i feudi inglesi, tranne Calais
Schieramenti
Inghilterra
Borgogna
Bretagna
Portogallo
Navarra
Fiandre
Hainault
Aquitania
Lussemburgo
Francia
Castiglia
Scozia
Genova
Majorca
Aragona
Boemia
Guerra dei cento anni
SluisCrécyCalaisPoitiersAurayNájera – Montiel – La RochelleAgincourt – Rouen – Baugé – Meaux – CravantVerneuilOrléansPatayCompiègne – Gerbevoy – FormignyCastillon

La guerra dei cent'anni fu un conflitto tra il Regno d'Inghilterra e il Regno di Francia che durò, non continuativamente, 116 anni - dal 1337 al 1453 - e che si concluse con l'espulsione degli inglesi da tutti i territori d'Oltremanica, fatta eccezione per la cittadina di Calais. Il conflitto fu costellato di tregue molto brevi e interrotto da due veri e propri periodi di pace della durata rispettivamente di 9 e 26 anni, che lo dividono in tre fasi principali: la guerra edoardiana (1337-1360), la guerra carolina (1369-1389) e la guerra dei Lancaster (1415-1429). La guerra dei cent'anni segnò l'apice delle tensioni tra Francia e Inghilterra, iniziate nell'undicesimo secolo e finite nel 1748, dopo il fallito tentativo d'invasione dell'Inghilterra da parte dei francesi a sostegno degli scozzesi rivoluzionari.

La guerra ha una straordinaria importanza storica, per vari motivi: nonostante si trattasse soprattutto di un conflitto dinastico, esso fu la causa prima della nascita delle nazioni inglese e francese, e delle rivalità tra i due popoli. Militarmente, la guerra vide la nascita di nuove armi e nuove tattiche, le quali segnarono l'abbandono degli eserciti organizzati su base feudale e incentrati sulla forza d'urto della cavalleria pesante. Sui campi dell'Europa Occidentale videro la luce eserciti professionali, per la prima volta dai tempi dell'Impero Romano, rivalutando il ruolo della gleba.

Indice

[modifica] Francia e Inghilterra alla vigilia del conflitto

[modifica] La Francia nel 1337

Per approfondire, vedi la voce Francia medioevale.
La Francia nel 1330██ Territori inglesi nel 1330 ██ Regno di Francia ██ Domini plantageneti nel 1180
La Francia nel 1330

██ Territori inglesi nel 1330

██ Regno di Francia

██ Domini plantageneti nel 1180

Filippo IV detto il Bello, raffigurato sul sarcofago nella necropoli reale della basilica di Saint Denis
Filippo IV detto il Bello, raffigurato sul sarcofago nella necropoli reale della basilica di Saint Denis

Re Filippo II diede il via al tentativo di riunire tutti i territori abitati da francesi (parlanti la stessa lingua, professanti la stessa religione, aventi stessi costumi e tradizioni), secondo il concetto di nazione. Questa reconquête iniziò nella Linguadoca, regione abitata sia da francesi sia da provenzali, tra i quali erano presenti anche numerosi eretici albigesi: allora era l'unico feudo che Ugo Capeto, quando riunì tutti i feudi sotto un unico regno, non aveva unito alla Francia. Quindi, con l'appoggio di papa Innocenzo III, la Francia mosse guerra a questa regione meridionale e nel 1271, sotto Filippo III, le terre meridionali furono incluse nel vasto regno. Nel 1284, il re Filippo IV continuò il piano di riunificazione iniziato dal trisavolo, incorporando anche il Regno di Navarra, situato nei Pirenei. Nello stesso anno, il matrimonio con Giovanna I di Navarra, portò la corona nei territori di Champagne e Brie, adiacenti all'Île-de-France. Nel 1300 Filippo attaccò le Fiandre, ma questa prospera regione, anche con l'aiuto degli inglesi, riuscì a contrastare la cavalleria francese, che venne sconfitta due anni dopo a Courtrai nella battaglia degli speroni d'oro. A questo punto, il monarca riunificò tutti i territori papali sotto il suo regno, confiscando anche i beni ecclesiastici dalle abbazie. Ciò determinò la successiva ostilità di papa Bonifacio VIII. Filippo IV provò a fare la stessa cosa con i feudi inglesi, ma quest'operazione non fece altro che determinare l'inizio della guerra tra Francia ed Inghilterra.

[modifica] L'Inghilterra nel 1337

Per approfondire, vedi la voce Medioevo inglese.
Edoardo I d'Inghilterra
Edoardo I d'Inghilterra

L'Inghilterra, a differenza della Francia, nacque già nel 1066 come stato unitario in cui tutte le terre erano sotto il controllo del re ed il potere dei vassalli era relativamente debole. Questa unità politica permise ai monarchi inglesi di dedicarsi ad azioni di conquista su larga scala all'estero e di ampliare notevolmente i propri possedimenti al di fuori dei confini originari del regno. Nel 1152 Enrico II prese in sposa Eleonora d'Aquitania, ottenendo in dote l'immenso feudo francese, mentre, sul fronte interno, tentò di rafforzare il proprio controllo sulla Chiesa, non facendosi scrupolo di assassinare Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, colpevole di aver ostacolato il suo disegno (1170). Giovanni, invece, detto il "Senza Terra", lottò in Francia per difendere i possedimenti inglesi in Normandia dalle mire di Filippo Augusto, ma fu sconfitto e dovette fronteggiare il malcontento dei nobili. Così fu costretto a cedere notevoli poteri ai parlamenti, emanando la Magna Charta (1215). Nei cinquant'anni precedenti allo scoppio della guerra, Edoardo I intraprese campagne di conquista in Galles ed in Scozia, sottomettendoli. Gli scozzesi, tuttavia, guidati da William Wallace e da Robert Bruce, si ribellarono e sconfissero le truppe di Edoardo II a Bannockburn (1314). Il Galles, invece, grazie ad un'opera massiccia di fortificazioni, fu mantenuto saldamente dagli Inglesi. Queste due guerre, sebbene non entrambe d'esito felice, contribuirono a formare quegli arcieri che permisero all'Inghilterra di dominare i campi di battaglia nella prima fase della guerra dei cent'anni.

Dal punto di vista istituzionale, l'autorità del re d'Inghilterra era più debole e nello stesso tempo più forte di quella del re di Francia. La debolezza risiedeva nei forti poteri del parlamento (tra i quali era anche presente il diritto di veto su qualsiasi imposizione fiscale), mentre la forza era dovuta alla rete capillare di funzionari regi (sceriffi) che controllavano il territorio. Il peso della nobiltà nell'esercito, inoltre, era relativamente basso, poiché si preferiva che i feudatari inviassero al Sovrano contributi in denaro piuttosto che contingenti di cavalieri.

[modifica] Cause della guerra

Parentele tra i Re di Francia, Inghilterra e Navarra
Parentele tra i Re di Francia, Inghilterra e Navarra

Il re di Francia Filippo IV detto Il Bello, morì nel 1314. La corona fu ereditata da Luigi X, suo primogenito. Alla sua morte, Giovanni I, suo figlio, ancora neonato, salì al trono, sotto la reggenza dello zio Filippo V. Il suo regno finì 5 giorni dopo, avvolto nel mistero della sua morte. A lui succedette lo stesso zio Filippo V, che secondo alcuni uccise il piccolo Giovanni I o, addirittura, lo scambiò con un neonato morto. Alla sua morte (1322), non avendo eredi, gli succedette il fratello minore Carlo IV. Egli regnò per un breve periodo (1322-1328), portando all'estinzione la dinastia Capetingia. Il trono francese si trovò così ad essere conteso tra due pretendenti, i due nipoti di Filippo IV: Filippo di Valois, (in quanto figlio di Carlo di Valois) ed il re d'Inghilterra Edoardo III (figlio d'Isabella di Francia). Grazie al sostegno dei grandi feudatari di Francia, Filippo poté cingere la corona e inaugurare la dinastia dei Valois. Ma Edoardo III non si arrese, infatti, lui stesso si proclamò legittimo successore al trono francese e, con una dichiarazione di battaglia feudale, mosse guerra ai francesi.

Oltre alla causa principale, gli storici ne hanno individuate altre: sicuramente la conquista, da parte dei francesi, delle Fiandre, territorio legato storicamente all'Inghilterra, contribuì non poco allo sfociare di questa guerra, soprattutto quando gli Inglesi finanziarono la rivolta scoppiata proprio nelle Fiandre contro i francesi, inoltre, la confisca, da parte di Filippo VI, dei feudi inglesi nella Francia settentrionale, colonizzati secoli prima dal normanno Guglielmo I d'Inghilterra (detto "Il Conquistatore" e "il Bastardo" per le conquiste e gli stermini effettuati)primo re d'Inghilterra della dinastia dei Normanni e lo scontro economico creatosi tra le due Monarchie, forse le più grandi di quel periodo.

[modifica] La fase Edoardiana

Per approfondire, vedi la voce Guerra dei cent'anni (1337-1360).
Territori controllati da Francia e Inghilterra nel 1346 ██ Principali battaglie della prima fase della guerra --- Itinerario dell'esercito di Edoardo III nel 1346 --- Itinerario del Principe Nero nel 1356
Territori controllati da Francia e Inghilterra nel 1346

██ Principali battaglie della prima fase della guerra

--- Itinerario dell'esercito di Edoardo III nel 1346
--- Itinerario del Principe Nero nel 1356

I re d'Inghilterra si erano sempre trovati in una posizione di sudditanza rispetto a quelli di Francia a causa degli immensi feudi che essi possedevano in quel regno. Questo fattore portava ad una duplice conseguenza: da una parte i monarchi francesi avrebbero potuto in ogni momento avanzare legittime pretese su tali domini, mentre dall'altra la presenza così massiccia di possessi inglesi continentali avrebbe potuto rappresentare una vera e propria spina nel fianco per il debole regno capetingio.

L'inizio delle ostilità fu totalmente a sfavore dei francesi: l'esercito inglese, dominato dalla presenza dei famosi arcieri inglesi muniti d'arco lungo, sconfisse la cavalleria pesante feudale francese meglio equipaggiata, ma indisciplinata. Le armate di re Edoardo inflissero a Filippo VI la sconfitta di Crécy (1346), conquistarono Calais (1347) e, agli ordini del principe del Galles, il Principe Nero, sconfissero a Poitiers la cavalleria pesante del nuovo re di Francia, Giovanni il Buono, che fu catturato, e, in seguito, liberato solo dietro il pagamento di un pesante riscatto (1356).

Battaglia di Crécy
Battaglia di Crécy

In seguito alla disfatta, la Francia sprofondò nel caos: scoppiarono numerose rivolte di contadini (Jacqueries) e Parigi si ribellò (1358, rivolta di Étienne Marcel). Questa situazione disperata costrinse il regno a scendere a patti con gli Inglesi concedendo a re Edoardo III, nella pace di Brétigny (1360), l'intera parte sudoccidentale della Francia in cambio della sua rinuncia alle pretese al trono.

1365: La Francia dopo il trattato di Brétigny. ██ Territori controllati da Edoardo III ██ Territori ceduti dalla Francia all'Inghilterra per il trattato di Brétigny ██ Territori del duca di Bretagna, alleato degli Inglesi
1365: La Francia dopo il trattato di Brétigny.

██ Territori controllati da Edoardo III

██ Territori ceduti dalla Francia all'Inghilterra per il trattato di Brétigny

██ Territori del duca di Bretagna, alleato degli Inglesi

Il motivo della netta superiorità inglese è da ricercarsi nel fatto che esso fosse stato impegnato per anni in guerre lunghe e complesse (come quelle in Scozia, Irlanda e Galles) e che, perciò, fosse dotato di maggiore esperienza, migliore organizzazione e superiore coesione tra i vari reparti. Le truppe del re di Francia, invece, erano nettamente meno preparate (poiché chiamate alle armi con l'adunata generale, ovvero il sistema dell'arrière-ban), peggio organizzate a causa dei continui dissidi che sorgevano tra i nobili e assolutamente meno coese, essendo di provenienza mista, ovvero in parte feudale, in parte cittadina ed in parte mercenaria.

[modifica] Guerra carolina

Per approfondire, vedi la voce Guerra dei cent'anni (1369-1389).

Carlo V, una volta salito al trono, si ritrovò a fronteggiare una situazione difficile: la Francia era nel pieno di una vasta crisi economica, un terzo del regno era controllato dagli inglesi e le rivolte contadine ed autonomiste (come quelle fiamminghe) si susseguivano senza sosta, anche a causa degli aiuti inviati dall'Inghilterra agli insorti. A peggiorare ulteriormente le cose c'erano i continui tentativi di Carlo il Malvagio, duca di Navarra, di ottenere la corona. Si presume che ci siano stati perfino tentativi da parte sua di avvelenare il sovrano. Il più grande dei problemi del regno fu, probabilmente, il diffondersi di fenomeni di brigantaggio, dovuti alla grande smobilitazione di truppe. Nonostante tutti questi problemi, Carlo V, stabilì che occorreva riprendere le armi per riconquistare le terre perdute e, per fare ciò, fece ricorso ad un pretesto.

Carlo V di Francia
Carlo V di Francia

Una condizione degli accordi di pace prevedeva che, in cambio della rinuncia inglese al trono di Francia, il re francese avrebbe perso la sovranità su tutte le terre cedute. Carlo V, tuttavia, volle ignorare il fatto pretendendo che il Principe Nero, feudatario in Aquitania, gli prestasse giuramento di fedeltà. Al rifiuto del Principe la Francia rispose con la dichiarazione di guerra ed il conflitto con l'Inghilterra riprese (1369).

Questa volta la superiorità militare inglese non fu più tanto netta: la nuova tattica francese, ideata da Bertrand du Guesclin e consistente nel cosiddetto "sciopero delle armi", ovvero nell'evitare lo scontro campale prediligendo una guerra di logoramento, colse del tutto impreparati i nemici che, abituati alla vecchia guerra d'incursione, si prodigavano in lunghe e infruttuose spedizioni di devastazione. Carlo V, perciò, riuscì a conseguire innumerevoli successi e a riconquistare la maggior parte delle terre precedentemente perse. Nel 1380 gli inglesi conservavano solo Calais, Cherbourg, Brest, Bordeaux e Bayonne. La vittoria sembrava a portata di mano, soprattutto quando la Francia fu scossa da nuove rivolte.

Oppresse dal peso di una pesante fiscalità, le città delle Fiandre si ribellarono e pretesero il riconoscimento dell'indipendenza (1378). La rivolta fu probabilmente, come già detto, finanziata dagli inglesi che da sempre avevano interessi in quella regione e che speravano in una nuova vittoria delle milizie cittadine fiamminghe contro la cavalleria pesante francese, come era già avvenuto nella battaglia di Courtrai o degli "Speroni d'Oro". La Francia, tuttavia, con l'aiuto di Filippo II di Borgogna, sconfisse i ribelli a Roosebeke (1382). Il duca borgognone fu ricompensato dal Re con l'annessione delle Fiandre ai propri domini.

Gli inglesi cercarono una soluzione al conflitto. La prima proposta fu presentata da Edoardo III che proponeva di trasformare l'Aquitania in un principato soggetto alla Francia, ma governato dal figlio del sovrano inglese, il futuro re Riccardo II. La cosa, tuttavia, fu accantonata in breve. Ma Riccardo III non si arrese: infatti, appena salito al trono d'Inghilterra (1377), ripropose la tregua, convinto della necessità della pace. Non ebbe successo, però, e, nel 1381, si ritrovò a fronteggiare una serie di rivolte contadine scoppiate in seguito alla predicazione di John Wyclif.

[modifica] Armagnacchi e Borgognoni

Carlo VI
Carlo VI

Dopo la morte di Carlo V (1380), il figlio, Carlo VI, salì al trono di Francia sotto la reggenza dei quattro duchi d'Angiò, Borgogna, Orléans e Berry. La politica francese, in questo periodo, proseguì sulla falsa riga di quella seguita sotto il monarca precedente e, in questo modo, la posizione dei Valois continuò a rafforzarsi. Nel 1385, tuttavia, il giovane sovrano prese direttamente le redini dello stato, ma con esiti tutt'altro che positivi: il Re, infatti, dimostrò subito una personalità instabile e mostrava i primi segni della pazzia che si palesò ufficialmente a partire dal 1392 e che privò il paese della sua guida.

La follia del Re portò i due maggiori feudatari del regno, Giovanni senza Paura di Borgogna e Luigi d'Orléans, a scontrarsi l'uno contro l'altro per ottenere il controllo della Francia. Nel 1407, con l'uccisione del duca Luigi ad opera dei partigiani di Giovanni, le lotte sfociarono in una vera e propria guerra civile. I fedeli dell'Orléans, infatti, riunitisi intorno alla figura del cognato dell'assassinato, Bernardo VII d'Armagnac (da cui il nome di Armagnacchi), intrapresero un accanito scontro contro la fazione borgognona che, per tentare di vincere, non esitò a chiedere l'aiuto degli Inglesi, aprendo l'ultima e decisiva fase della guerra dei cent'anni.

[modifica] Guerra dei Lancaster

Per approfondire, vedi la voce Guerra dei cent'anni (1415-1429).

Dopo la morte di re Riccardo e la fine della dinastia dei Plantageneti, salì al trono d'Inghilterra il primo dei Lancaster (la dinastia da cui prende il nome la terza ed ultima fase della lunga guerra): Enrico IV. Enrico fece un'apparizione del tutto breve, poiché salì al trono già molto anziano, e governò durante il periodo di tregua che divide la Fase Carolina dalla Fase dei Lancaster. Il popolo mal sopportava il nuovo re, perché aveva avuto in passato screzi familiari con il beneamato dal popolo Riccardo II, che, in un momento, addirittura, lo esiliò. Alla morte di Enrico IV il testimone passò ad Enrico V, suo primogenito.

Intanto, sull'altra sponda della Manica, anche i francesi passarono, anche se brevemente, da una dinastia ad un'altra: difatti, Carlo VI non poté più regnare, poiché malato probabilmente di schizofrenia; a quel punto salì al trono, anche se non legalmente, Filippo II di Borgogna. Luigi di Valois, duca d'Orlèans, nonché fratello di Carlo VI, duellò per la corona con Filippo II: alla fine la ebbe vinta, ma la battaglia non finì qui: ciò scaturì l'odio reciproco tra le due dinastie, che sarebbe durato vari secoli. Quindi, l'erede legittimo della corona di Francia divenne il figlio di Carlo VI: Carlo VII.

Battaglia di Agincourt
Battaglia di Agincourt

Enrico V, approfittando di queste lotte interne, intervenne a favore dei Borgognoni e annientò l'esercito francese ad Agincourt (1415). Il destino della Francia sembrò segnato: le forze congiunte degli inglesi e dei borgognoni occuparono in breve tempo l'intera parte settentrionale del regno, Parigi cadde e gli armagnacchi furono costretti a scendere a patti: Caterina, figlia di Carlo VI, andò in sposa ad Enrico (trattato di Troyes, 1420). Così, alla morte di Carlo VI e di Enrico V (1422), il figlio del re inglese, Enrico VI, venne incoronato a soli nove mesi "Re di Francia e d'Inghilterra". La madre, Caterina di Valois, fu allontanata dal figlio e non lo poté educare, poiché il consiglio di reggenza inglese (che fu costituito per l'età prematura del nuovo re ed era capeggiato dal signore di Bedford) pensava potesse influenzare il bambino, facendolo passare dalla parte francese.

Gli inglesi, a questo punto, pensarono che fosse giunto il momento propizio per dare il colpo di grazia al regno di Francia e, violando i patti stipulati a Troyes, si apprestarono ad assediare Orléans, città simbolo della parte armagnacca, mentre il delfino Carlo VII, impotente, si era ritirato nel Sud.

[modifica] Giovanna d'Arco e la vittoria francese

[modifica] Giovanna d'Arco

Per approfondire, vedi la voce Giovanna d'Arco.
Il Cardinale di Winchester interroga Giovanna. Paul Delaroche - 1824 - Museo delle Belle arti di Rouen
Il Cardinale di Winchester interroga Giovanna. Paul Delaroche - 1824 - Museo delle Belle arti di Rouen
Situazione nel 1429 ██ Territori controllati da Enrico V ██ Territori controllati dal duca di Borgogna (in verde il confine del Sacro Romano Impero) ██ Territori controllati dal delfino Carlo ██ Principali battaglie --- Attacchi inglesi nel 1415 --- Viaggio di Giovanna d'Arco verso Reims nel 1429
Situazione nel 1429

██ Territori controllati da Enrico V

██ Territori controllati dal duca di Borgogna (in verde il confine del Sacro Romano Impero)

██ Territori controllati dal delfino Carlo

██ Principali battaglie

--- Attacchi inglesi nel 1415
--- Viaggio di Giovanna d'Arco verso Reims nel 1429

Quando tutto sembrava perduto, una giovane contadina lorenese, Giovanna d'Arco, si recò da Carlo VII dichiarandosi inviata da Dio per risollevare le sorti dei Valois (1429). La ragazza sosteneva di essere stata spinta ad agire in prima persona per il bene della Francia dalle voci dell'arcangelo Michele e delle sante Caterina e Margherita. Sebbene gli storici inglesi minimizzino il ruolo che ella ebbe nello svolgersi degli eventi, è tuttavia impossibile ignorare che, da quel momento in poi, la guerra registrò una svolta di non poco conto. Le truppe del delfino, infatti, guidate da Giovanna, ruppero l'assedio di Orléans (da tale impresa derivò il soprannome di "Pulzella d'Orléans") infliggendo una pesante sconfitta alle forze inglesi e portando alle stelle il morale dei francesi che, imbaldanziti, sconfissero una seconda volta l'esercito del Bedford nella battaglia di Patay e riuscirono a liberare tutti i territori occupati fino a Reims, dove Carlo VII si fece incoronare.

Mentre per Giovanna sarebbe stato opportuno continuare la guerra fino alla totale cacciata degli inglesi, il sovrano preferì intavolare delle trattative col nemico. La Pulzella, allora, continuò le proprie spedizioni fino al 1430, quando, catturata dai Borgognoni a Compiègne, fu consegnata agli inglesi per 10.000 scudi d'oro, processata per stregoneria e infine, condannata a morte (1431), senza che Carlo VII intervenisse. Giovanna, divenuta santa a 25 anni di distanza dalla sua morte, è ancora oggi una tra le figure più venerate in Francia.

[modifica] Pace di Arras e fine delle ostilità

Finita la guerra e scacciati gli Inglesi da quasi tutto il territorio (Calais rimase inglese), Carlo VII, "re di Francia", convocò una riunione ad Arras per stipulare gli accordi per poter costituire il Regno di Francia e rendere definitiva la pace tra armagnacchi e borgognoni. La Conferenza di Arras è ricordata per esser stata la prima conferenza europea. Ad essa presero parte i francesi, i borgogni, i lussemburghesi e i savoia. Carlo VII cedette a Filippo III la Contea di Mâcon e le città della Somme, che costituirono con l'Olanda settentrionale e quella meridionale gli Stati Generali dei Paesi Bassi, uno Stato nazionale basato (come oggi) sul modello francese. Inoltre, il duca di Borgogna, rimane vassallo del monarca francese, ma diventò ufficialmente indipendente da questo. Questo trattato pone finalmente fine alla guerra "civile" tra armagnacchi e borgogni. Fu firmato il 21 settembre 1435.

L'Inghilterra, così, rimasta isolata sul continente, subì ripetute sconfitte da parte delle truppe di Carlo VII. Nel 1436 perse Parigi, mentre, in seguito alle campagne avvenute tra il 1448 ed il 1453, culminate nella battaglia di Castillon, il controllo della Guienna e della Normandia passò definitivamente ai francesi. Agli Inglesi rimase solo il porto di Calais che sarebbe caduto solo nel 1559.

[modifica] Trattato di Picquigny

Edoardo IV d'Inghilterra
Edoardo IV d'Inghilterra

Le disfatte subite in Francia, tuttavia, non portarono subito alla pace, poiché un qualunque trattato avrebbe portato alla rinuncia da parte degli Inglesi a qualsiasi pretesa sul trono francese e, inoltre, l'Inghilterra, in quel periodo, stava venendo sconvolta dalla guerra delle due rose. Solo il 29 agosto 1475, Luigi XI, nuovo re di Francia, ed Enrico IV, nuovo re d'Inghilterra, si riunirono, con le loro rispettive corti, a Picquigny, per firmare il trattato che avrebbe messo fine alla guerra. I conflitti anglo-francesi durarono però fino al 1748.

[modifica] Trattati della guerra dei cent'anni e dei conflitti ad essa correlati

Trattati di Westminster (1153), Le Goulet (1200) e di Parigi (1258)
Ebbero lo scopo di chiarire la situazione dei feudi inglesi in terra francese.
Trattato di Malestroit (1343)
Sancì una debole trague che durerà, con molte interruzioni, fino al 1346.
Trattati di Brétgny-Calais (1360)
Assegnarono ai Plantageneti l'Aquitania ed altri possedimenti continentali.
Trattato di Guérande (1365)
Decretò il ritorno della Bretagna alla Francia, in quanto Giovanni IV di Montfort, a cui venne assegnato il ducato di Bretagna, scelse Carlo V come proprio re.
Trattato di Troyes (1420)
Comportò la nomina di Enrico VI di Lancaster a Re di Francia.
Trattato di Arras (1435)
Con esso venne sancita la pace franco-borgognona, con la conseguente promozione della riconquista francese.
Trattato di Picquigny (1475)
Sancì la fine della guerra dei cent'anni.

[modifica] Conseguenze della guerra

La guerra dei cent'anni coprì per intero l'ultimo scorcio del Medioevo e, di conseguenza, Inghilterra e Francia (ed in particolare quest'ultima) alla fine del conflitto apparivano molto differenti rispetto a prima. L'Inghilterra si era trasformata, in seguito alla pace finale, da potenza con forti interessi sulla terra ferma a stato marittimo del tutto tagliato fuori dalle vicende continentali (e ciò si fece sentire durante tutto il periodo successivo). Ma gli stravolgimenti maggiori si ebbero in Francia: se all'inizio del Trecento il regno aveva un'impronta fondamentalmente feudale e la corona deteneva solo un potere limitato, a metà Quattrocento un esercito permanente aveva soppiantato le milizie feudali e cittadine, l'autorità regia, rappresentata dai balivi, si era estesa a tutto il territorio ed era stata creata una fiscalità centrale. Il potere dei feudatari, inoltre, era stato notevolmente limitato e non erano più presenti possedimenti stranieri (con le uniche eccezioni di Calais e della Borgogna) all'interno dei confini.

[modifica] Ruolo delle popolazioni basche e gaelico-bretoni nella guerra

[modifica] Gaelico-Bretoni

Stemma della Bretagna
Stemma della Bretagna

Gli inglesi (al contrario di quanto avverrà in seguito nella storia),[citazione necessaria] appoggiarono i gaelico-bretoni promettendo autonomia; infatti sin da prima della guerra dei cent'anni, la Bretagna era una zona molto autonoma ed influenzata dagli inglesi. In Bretagna si firmò la tregua di Malestroit, che fu molto flebile e di poca durata (1343-1346). Nel 1347 fu conquistata dai francesi, dopo la rottura della tregua sopraindicata. Dopo che i francesi persero la battaglia di Auray, la Bretagna tornò ad essere, con il trattato di Guérande, uno stato vassallo del regno di Francia, ma molto autonomo; infatti il duca di Bretagna scelse Carlo V come proprio re e non Edoardo III d'Inghliterra, nel trattato si arbitra, per la prima volta, dell'autonomia della Bretagna.

[modifica] Baschi

Stemma del popolo basco
Stemma del popolo basco

I Paesi Baschi francesi, sin dalla fine del regno di Filippo Augusto (1223), divennero terre del re d'Inghilterra. Gli inglesi con i Baschi ebbero un comportamento ambiguo poiché promisero autonomia per averli come alleati, ma compirono vari saccheggi a danno delle popolazioni basche. Nel XV secolo i Paesi Baschi francesi erano ancora parte del dominio del re d'Inghilterra (La Béarn era semi-indipendente) e solo nel 1461 Bayonne divenne dominio reale francese e la Guascogna, la Béarn feudi francesi.

[modifica] Costi della guerra

[modifica] Finanziamento delle campagne

All'inizio del conflitto, l'esercito francese, come del resto tutti gli altri eserciti feudali, non comportava spese eccessive per la corona: i vassalli, infatti, avevano il dovere di sopperire a tutte le spese dei propri contingenti se la mobilitazione era limitata a poche settimane. Se la campagna, invece, fosse durata un tempo maggiore, invece, sarebbe stato compito della corona coprire le spese. La proclamazione dell'arrière-ban, inoltre, forniva un aumento considerevole delle entrate che evitava che il tesoro (povero, come tutti quelli degli stati feudali) si svuotasse velocemente.

L'utilizzo massiccio dei mercenari, lo "sciopero delle armi" ed il declino dell'istituzione dell'arrière ban, tuttavia, comportarono uno stravolgimento del sistema finanziario francese. Occorse, prima di tutto, incrementare il processo di svalutazione monetaria, ovvero diminuire le percentuali d'oro e d'argento delle monete per disporre di più denaro liquido, mossa che provocò effetti negativi sull'economia. La pressione fiscale, poi, si impennò e fu reso più efficiente la macchina delle tassazioni che divenne permanente.

[modifica] Spese delle autorità locali

A causa dei propri doveri nei confronti della corona, i feudatari avevano sempre avuto il compito di tenere armato un piccolo esercito personale di cavalieri e di garantirne le forniture necessarie di viveri, armi e denaro. Con la guerra dei cent'anni, tuttavia, i costi che i vassalli della corona dovettero sostenere crebbero esponenzialmente: le armature divennero più complesse e sicure, ma anche molto più costose e, per di più, la Lancia, ovvero l'unità di combattimento composta dagli uomini alle dipendenze di un cavaliere, registrò un sensibile aumento dei propri effettivi. Queste nuove spese portarono ben presto ad un impoverimento e ad un indebolimento della nobiltà e, di conseguenza, ad un aumento dei carichi fiscali richiesti ai contadini che, già schiacciati dalla tassazione regia di guerra, si ribellarono in massa (jacqueries).

Furono le città, tuttavia, ad affrontare le maggiori spese durante il conflitto. Esse, infatti, oltre all'invio di contingenti e di grosse somme di [[denaro al re per la conduzione delle campagne, dovettero provvedere con le uniche proprie forze alla costruzione delle fortificazioni, un vero salasso per i bilanci. Si calcola, infatti, che l'erezione di una cinta muraria costasse l'equivalente di quarant'anni di entrate medie di una città e che perciò molte municipalità dovessero destinare gran parte dei propri investimenti in questo senso (si calcola, ad esempio, che Troyes, nel 1359, abbia speso il 72% delle proprie risorse finanziarie in opere di fortificazione).

[modifica] Crisi finanziaria e devastazione del territorio

La guerra, sia in Francia che in Inghilterra, ebbe effetti nefasti sull'economia e finì col devastare ed impoverire le campagne. La tattica inglese, infatti, prevedeva l'impiego di azioni di saccheggio su larga scala e da, come teorizzato da sir John Fastolf, azioni massicce contro la popolazione civile. Era, del resto, proprio questa la strategia seguita dagli scozzesi alleati della Francia sul suolo inglese. L'agricoltura francese, perciò, subì colpi durissimi nel corso del conflitto e, nel corso dello "sciopero delle armi", fu perfino negata dalle truppe regie qualsiasi protezione ai contadini. Le ingenti tasse che furono imposte dai due regni per far fronte alle esorbitanti spese incontrate, poi, finirono col piegare i ceti produttivi aggravando la crisi.

Non è da sottovalutare, inoltre, la crisi delle finanze dei belligeranti che comportò immense conseguenze all'economia dell'Europa intera. A causa del passivo sempre più profondo, i regni dovettero fare ricorso massiccio al credito impegnandosi con le maggiori banche del tempo, tanto da essere costretti, a volte, a dichiarare bancarotta, come l'Inghilterra (1343). Ciò portò al fallimento delle due più importanti famiglie di banchieri dell'Europa del tempo, i Bardi ed i Peruzzi.

[modifica] Armamento e tattiche militari

[modifica] Nuove armi

[modifica] Arco lungo

Arco lungo inglese
Arco lungo inglese

Vero protagonista delle prime battaglie del conflitto fu l'arco lungo inglese (longbow), arma con una gittata utile di ben novanta metri e con la quale tutti i sudditi del Re d'Inghilterra avevano il dovere di esercitarsi. Questo nuovo tipo di arco, sebbene fosse inferiore alla balestra per gittata e capacità di perforazione dei dardi, appariva in qualche modo vantaggioso per la maggiore manegevolezza, praticità e velocità di ricarica. Gli arcieri inglesi, così, si dimostrarono efficacissimi nel contrastare le cariche della cavalleria pesante, poiché erano capaci di uccidere i cavalli in corsa a notevole distanza e lasciare i cavalieri nemici a terra nell'impossibilità di muoversi a causa della loro pesante corazza.

[modifica] Nuove corazze

Esempio di armatura a placche
Esempio di armatura a placche

Nel Duecento le armature consistevano in lunghe cotte di maglia dette usberghi ed in esse le parti composte da placche di metallo erano molto limitate. Si calcola che tra il 1300 ed il 1350 il costo dell'armatura completa di un cavaliere equivalesse a ventiquattro giorni di paga. Col passare degli anni, invece, la corazza cominciò ad appesantirsi per meglio proteggere dalle nuove perfezionate armi da getto. La parte in maglia diminuì a vantaggio delle placche metalliche ed il costo complessivo aumentò a dismisura, raggiungendo, nel 1450, l'equivalente di due mesi di paga. Questo notevole incremento delle spese sopportate dai cavalieri portò all'impoverimento di molte famiglie nobili ed all'aumento della pressione fiscale nei feudi.

[modifica] Armi da fuoco

Per approfondire, vedi le voci polvere nera e artiglieria.

La polvere da sparo è un'invenzione attribuita ai Cinesi e la sua prima menzione appare su un testo del 1044. Questa miscela fu presto utilizzata per lanciare proiettili infilati in lunghe canne di bambù o di legno. La prima formula europea per la produzione di questo esplosivo fu scritta da Ruggero Bacone nel 1267.

Bombarda del XV secolo
Bombarda del XV secolo

Il termine "cannone" lo si trova citato per la prima volta in un documento fiorentino del 1326. Esattamente vent'anni dopo (1346), a Crécy, furono esplosi nel corso dello scontro alcuni colpi di artiglieria da parte degli Inglesi. Fu allora che le armi da fuoco fecero il proprio ingresso nella storia della guerra dei cent'anni. Da quel momento in poi, esse cominceranno a svolgere una funzione sempre più importante nel corso dei combattimenti fino a riuscirne addirittura a condizionarne l'esito (come nella battaglia di Castillon, nel 1453).

Le nuove artiglieria a polvere pirica non cancellarono, tuttavia, fin da subito le precedenti artiglierie a trabucco, poiché questi due tipi di armi furono usati, almeno inizialmente, per scopi estremamente diversi: le prime erano impiegate con un alzo minimo e per colpi sparati in direzione orizzontale, mentre le seconde per il lancio di proiettili lungo traiettorie paraboliche. Non è, tuttavia, da sottovalutare l'impatto che le armi da fuoco ebbero sulla concezione della guerra, sul modo di combattere, di organizzare e di finanziare le spedizioni e sulla preparazione degli eserciti.

[modifica] Nuova guerra

È comprensibile come l'introduzione di nuovi tipi di armamenti incoraggiò una profonda revisione del modo di fare la guerra. Prima di tutto, occorreva fornirsi di truppe ben addestrate e sempre disponibili per qualsiasi evenienza. Gli inglesi, fin dai tempi delle guerre in Scozia e Galles, poterono sempre fare affidamento sui propri formidabili arcieri, poiché Edoardo I aveva imposto ai sudditi il dovere di addestrarsi per tiro con l'arco. Carlo V, in Francia, cercò di imitare questo esempio con l'istituzione di corpi di francs-archers, ovvero sudditi pratici nell'uso dell'arco con l'obbligo di prestare servizio in caso di necessità.

Col passare del tempo si raffinarono le tattiche militari ed il controllo sulle truppe. Le battaglie, così, smisero di risolversi in uno scontro frontale di cavalieri ed i comandanti dimostrarono di saper sfruttare a pieno le nuove possibilità che si offrivano loro. La cavalleria, intanto, cominciò ad essere impiegata nelle fasi conclusive degli scontri o per operazioni d'accerchiamento. L'azione dei tiratori, poi, divenne via via più importante (e, generalmente, durante gli scontri campali si preferiva l'impiego di archi a quello di balestre). La fanteria, grazie alla propria rilevanza quantitativa ed alla propria economicità, assunse un peso maggiore in battaglia, in special modo furono valorizzati i fanti, generalmente svizzeri, armati di picche e alabarde (vedi la voce mercenari svizzeri). Comparve, per concludere, la figura dell'artigliere, un professionista esperto delle nuove armi da fuoco. È evidente come in quello scenario in cui la guerra diveniva sempre più un affare per professionisti, occorreva far affidamento sempre di più sui mercenari e sui soldati professionisti, ovvero ai nuovi eserciti permanenti.

[modifica] Grande Scisma d'Occidente

Per approfondire, vedi la voce Scisma d'Occidente.

Quando papa Urbano VI trasferì la corte papale definitivamente da Avignone a Roma (1378), i francesi non accettarono la decisione e nominarono un antipapa, Clemente VII, aprendo il grande scisma d'Occidente. La divisione tra le due curie spaccò in due l'Europa intera, poiché, mentre la Francia e i suoi alleati si posero sotto il papato avignonese, gli altri stati (e in particolar modo l'Inghilterra e i suoi alleati) preferirono essere d'obbedienza romana. Le divisioni politiche, così, si estesero anche al piano confessionale.

[modifica] Cronologia essenziale

  • 1327 - Incoronazione di Edoardo III
  • 1328 - Incoronazione di Filippo VI
  • 1337 - Edoardo III avanza pretese sul trono francese: inizio della Guerra dei cent'anni
  • 1346 - Battaglia di Crécy: la cavalleria francese viene annientata dagli inglesi grazie all'azione degli arcieri
  • 1347 - A causa dell'insolvenza del re d'Inghilterra, falliscono le compagnie dei Bardi e dei Peruzzi
  • 1348-1350 - Peste Nera
  • 1350 - Morte di Filippo VI, Giovanni II il Buono sale al trono di Francia
  • 1356 - Gli Inglesi sbaragliano nuovamente l'esercito francese a Poitiers, Giovanni il Buono è fatto prigioniero
  • 1358 - Rivolta della Jacqueries
  • 1360 - Pace di Brétigny
  • 1364 - Morte di Giovanni il Buono a Londra, Carlo V il Saggio sale al trono di Francia
  • 1367 - Rientro a Roma di papa Urbano V
  • 1369 - Carlo V riprende la guerra.
  • 1370 - Ritorno ad Avignone di Urbano V e sua morte
  • 1374-1377 - Inglesi e Francesi cercano la pace a Bruges
  • 1377 - Morte di Edoardo III, Riccardo II sale al trono d'Inghilterra. Gregorio IX a Roma e fine della cattività avignonese.
  • 1378 - Morte di Gregorio IX, Urbano VI eletto papa a Roma, Clemente VII eletto papa ad Avignone: Grande Scisma.
  • 1380 - Muore Carlo V, Carlo VI re di Francia. Agli Inglesi restano solo poche piazzaforti su suolo francese (Calais, Cherbourg, Brest, Bordeaux e Bayonne)
  • 1381 - Rivolta contadina in Inghilterra
  • 1382 - Rivolta delle Fiandre
  • 1392 - Filippo l'Ardito di Borgogna si incorona nuovo re di Francia a causa della pazzia di Carlo VI
  • 1396 - La Francia conquista temporaneamente Genova
  • 1399 - Enrico IV sale al trono d'Inghilterra
  • 1407 - Assassinio di Luigi d'Orléans, inizio della guerra civile tra armagnacchi e borgognoni in Francia
  • 1409 - Concilio di Pisa ed elezione di un terzo papa
  • 1413 - Morte di Enrico IV, Enrico V sale al trono d'Inghilterra
  • 1415 - Gli Inglesi ricominciano la guerra per aiutare i borgognoni e sconfiggono le truppe degli armagnacchi ad Azincourt
  • 1420 - Trattato di Troyes
  • 1422 - Morte di Carlo VI, il trono è conteso tra Enrico VI e Carlo VII
  • 1429 - Giovanna d'Arco assume la guida delle truppe francesi, sconfitta inglese ad Orléans, consacrazione di Carlo VII a Reims
  • 1430 - Giovanna d'Arco è fatta prigioniera
  • 1431 - Rogo di Giovanna d'Arco. Concilio di Basilea
  • 1436 - Pace di Arras tra Borgogna e Francia
  • 1436 - Parigi è persa dagli Inglesi
  • 1439-1444 - Concilio di Firenze: elezione e dimissioni dell'ultimo antipapa, Felice V, fine del Grande Scisma
  • 1452 - Follia di Enrico VI
  • 1453 - Battaglia di Castillon e fine della guerra dei cent'anni
  • 1461 - Morte di Enrico VI e di Carlo VII
  • 1475 - Pace di Picquigny
  • 1559 - Annessione francese di Calais di conseguenza alla Pace di Cateau-Cambrésis con la Spagna.

[modifica] Personaggi di rilievo

[modifica] Re di Francia

[modifica] Re d'Inghilterra

[modifica] Eroi francesi

[modifica] Altri protagonisti francesi

[modifica] Eroi inglesi

[modifica] Curiosità storiche

  • La guerra dei cent'anni fu il primo conflitto in cui si usarono le armi da fuoco. In particolare, le bombarde fecero la loro prima comparsa su suolo francese nel corso della battaglia di Crécy, tra le file inglesi.

[modifica] Bibliografia

  • Christopher Allmand. La guerra dei cent’anni: Eserciti e società alla fine del Medioevo. Milano, Garzanti, 1990. ISBN 8811548519.
  • Franco Cardini. Quella antica festa crudele. Milano, Mondadori, 1995. ISBN 8804423137.
  • Philippe Contamine. La guerre de Cent ans. Parigi, Presses universitaires de France, 1977.
  • N. Coulet. Francia e Inghilterra nella guerra dei Cent'Anni.
  • Henri Denifle. La desolation des eglises, monasteres et hopitaux en France pendant la guerre de cent ans. Bruxelles, Culture et civilisation, 1965.
  • Franco Della Pergola. La guerra dei Cent’anni del duca di Lévis Mirepoix. Novara, De Agostini, 1974.
  • Jean Favier. La guerra dei cent'anni. Parigi, Fayard,1980.
  • Ludovico Gatto Storia universale del Medioevo. Roma, Newton & Compton 2003.
  • Garin Eugenio. Medioevo e Rinascimento. Bari, Laterza, 2005. ISBN 8842076694.
  • Johan Huizinga - L'Autunno del Medievo. Roma, Newton, 1997. ISBN 8881838982.
  • Andre Leguai. La guerre de Cent Ans. Parigi, Presses universitaires de France, 1974.
  • Edouard Perroy. La guerre de Cent Ans. Parigi, Gallimard, 1945.
  • Gabriella Piccinni. I mille anni del medioevo. Milano, Bruno Mondadori, 1999, ISBN 8842493554.
  • Alberto Tenenti. L'età moderna. Bologna,, Il Mulino, 2005. ISBN 8815108661.
  • Barbara W. Tuchman. Uno specchio lontano, un secolo di avventure e di calamità: il Trecento. Milano, Mondadori, 1979.

[modifica] Atlanti storici

  • Atlante storico - Milano, Mondadori, 2000. ISBN 8804483830.
  • Atlante storico Garzanti - Milano, Garzanti, 1969.
  • Georges Duby, Atlante storico - Torino, SEI, 2000. ISBN 8805058572.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

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