Giovanni Battista Nolli
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Giovanni Battista Nolli, detto anche Giambattista, (Como 1692 – Roma 1756) è stato un geometra ed architetto italiano, più noto come incisore e cartografo.
[modifica] Biografia
Ben presto lasciò presto la sua città, Como, per svolgere la carriera professionale di geometra, inizialmente a Milano dove curò la compilazione del locale catasto. La conoscenza dell'abate milanese Diego Revillas, astronomo e matematico all'Università La Sapienza di Roma, lo introdusse nei circoli di letterati, eruditi e scienziati gravitanti alle corti delle prestigiose famiglie Albani e Corsini, per cui il Nolli pensò di trasferirsi a Roma.
Una volta nell'Urbe, Giambattista Nolli, poiché negli ambienti letterari suddetti si discuteva spesso che Roma, diversamente da altre grandi capitali europee, mancava di una mappa moderna e particolareggiata, maturò l'idea di colmare questo vuoto, iniziando nel 1736 a redigere una carta, che riportasse dettagliatamente strade, monumenti e territorio circostante. Avvalendosi della collaborazione del figlio Carlo (1710-1770), a cui si aggiunsero nel tempo altre personalità, come il giovane incisore veneto Giovanni Battista Piranesi ed il siciliano Giuseppe Vasi, il Nolli costituì un gruppo che dapprima si autofinanziò per sostenere le spese che quotidianamente si presentavano e successivamente sfruttò l'interesse per le arti del cardinale Prospero Lambruschini, salito al soglio pontificio come Benedetto XIV (1740-1758), che ufficializzò la realizzazione della mappa di Roma, autorizzando i geometri ad entrare anche in proprietà private (palazzi, giardini, conventi perfino quelli di clausura) per effettuare i rilievi.
Il risultato è una prestigiosa e straordinaria grande mappa (1760 x 2080 mm), la "Nuova Pianta di Roma", composta da 12 fogli e corredata da indici dettagliati di strade, chiese, monumenti, ultimata e pubblicata nel 1748. La mappa, inoltre, riporta la nuova divisione dei rioni, stabilita nel 1744 da Benedetto XIV [1] (al quale la carta è dedicata), che portò quindi alla realizzazione di splendide targhe lapidee, indicanti vie e piazze, molte delle quali tuttora presenti nelle strade della Capitale.
Infine come architetto, sempre nella città eterna, progettò nel 1743 la ricostruzione della chiesa e del monastero di Sant'Alessio all'Aventino, nonché il rifacimento della chiesa di Santa Dorotea dal 1751 al 1756, anno della sua morte, avvenuta a Roma i primi di luglio.
[modifica] Note
- ↑ Ordinata con chirografo del 18 maggio 1743, fu condotta ed ultimata l'anno seguente dal conte Bernardino Bernardini ed approvata dal cardinale camerlengo Annibale Albani con decreto del 28 gennaio 1744.