Grammatica latina
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[modifica] Nomi
[modifica] Casi
La lingua latina di norma distingue le funzioni logico-grammaticali di sostantivi, aggettivi e pronomi servendosi di sei casi e di cinque declinazioni:
- Nominativo: indica il soggetto della frase, o il predicativo del soggetto, Cornelia sembra bella, o la parte nominale Cornelia è una ragazza.
- Vocativo: caso di discorso diretto: Cornelia, vai fuori. Questo caso è generalmente uguale al nominativo, eccetto nella seconda declinazione maschile dei nomi che terminano in "us", dove allora "us" diventa "e", e nella seconda declinazione maschile dei nomi che finiscono in "ius", dove invece "ius" diventa una "i" lunga. Es., "servus" diventa "serve", e "filius" diventa "filī". Gli unici nomi con un differente caso di vocazione finale sono quelli della seconda declinazione e quelli della terza declinazione assorbiti dal Greco antico (dove la sillaba finale viene spesso accorciata).
- Genitivo: indica il possesso (generalmente): I capelli di Cornelia sono lunghi.
Ci sono anche gli utilizzi:
-
- genitivo di descrizione: Un uomo di grande coraggio
- genitivo partitivo: Diversi dei miei amici sono andati in città.
- Dativo: indica un complemento di termine: Ha dato il biscotto al bambino.
Altri usi:
-
- Dativo di agente: Esprime l'agente quando viene usato col futuro passivo perifrastico, conosciuto anche come il gerundivo: puero opus faciendum est: "Il ragazzo deve fare il lavoro". (letteralmente "Il lavoro dev'essere fatto dal ragazzo")
- Dativo di Riferimento spesso usato col dativo di fine o scopo(chiamato comunemente il doppio dativo ): Il generale inviò truppe come aiuto(con lo scopo di) all'altro generale
- Dativo di possesso: Mihi pecunia est.letteralmente "a me è denaro" vale a dire "possiedo del denaro".
- Accusativo: indica il complemento oggetto: Cornelia uccise Marco. puo essere utilizato con preposizioni che comunemente sono in , ad per ed inter. Esempio : andammo a letto.
L'accusativo può indicare nache estensione di tempo e spazio, caratteristico è l'utilizzo del doppio accusativo con i verbi impesonali come punet, piget, pudet, paenitet taedet miseret, e con i verbi appellatvi, estimativi e con verbi relativamente impersonali come fallit decet e iuvat. L'accusativo e utilizato nella costruzione dcedl verbo doceo che regge l'accusativo della cosa che si insegna e della persona a cui si insegna, cosi come posco e flagito.
- un particolare utilizzo dell'accusativo è l'accusativo alla greca o di relazione che tiene il posto di un complemento di relazione, viene retto solo dai verbi transitivi attivi o deponenti. Esempio: Puer nudus pedesque umeros apparuit. letteralmente: "apparve un fanciullo nudi i piedi e le spalle", quindi "con i piedi e le spalle nude".
- Ablativo: Molti usi, qualità , stato in luogo,moto da luogo, e molti altri
- tempo: alla decima ora mori
- mezzo: mi colpi con un bastone oppure gridò con una grande voce
- d'agente con un verbo passivo: fui colpito da una clava
- A parte si pone il caso Locativo con funzione di stato in luogo: esso è ristretto nell'uso con nomi propri di luogo e solo con pochi nomi comuni: rus, domus ed humus.
[modifica] Ricapitolazione
Caso | Uso comune | Note |
---|---|---|
Nominativo | Soggetto | |
Vocativo | Discorso diretto | Solo a volte come caso |
Genitivo | Complemento di specificazione | |
Dativo | Complemento di termine | |
Accusativo | Complemento oggetto | |
Ablativo | Vari complementi |
[modifica] Declinazioni
Vi sono 5 declinazioni in (Latino: declinationes, singolare declinatio). La maggior parte dei nomi della prima declinazione sono femminili, la maggior parte nella seconda declinazione sono maschili e neutri (di solito distinti perche i maschili terminano in us e i neutri in um), i nomi della terza sono sia maschili che femminili che neutri, i nomi della quarta sono maschili, quelli della quinta sono di solito femminili ma con un paio di maschili. È necessario imparare il genere di ciascun sostantivo perché è spesso impossiblile discernerlo dalle desinenze. Bisogna anche memorizzare a quale declinazione appartenga per poter declinare il sostantivo.
[modifica] Prima declinazione
singolare | plurale | |
Nominativo | puella | puellae |
Genitivo | puellae | puellārum |
Dativo | puellae | puellīs |
Accusativo | puellam | puellās |
Vocativo | puella | puellae |
Ablativo | puellā | puellīs |
Particolarità: 1- Alcune parole tra cui dea e filia, prendono la desinenza in -abus invece di -is nel dativo e nell'ablativo plurale; altrimenti si confonderebbero con Dio, Deus e figlio, filius. Esempio: Deis e Filiis, sono dativo ed ablativo plurale sia di Dea e Filia, che di Deus e Filius. Per distinguere quei sostantivi della prima declinazione che confondono l'ablativo ed il dativo plurale con i maschili rispettivi della seconda declinazione, quelli di prima hanno il dativo e l'ablativo plurale in -abus. I più comuni sono Avius,i e Avia,ae, Deus,i e Dea,ae, Equus,i e Equa,ae, Libertus,i e Liberta,ae, Filius,i e Filia,ae.
2- Il sostantivo Familia,ae, davanti ai nomi di Pater, Mater, Filius e Filia ha il genitivo singolare in as, e non in ae. Pater familias, il padre di famiglia.
3- Alcune parole di origine greca (Amphora,ae e Dracma,ae) e tutti i sostantivi finenti in -cola e -gena (tranne agricola,ae) hanno il genitivo plurale sia in -arum che in -um.
[modifica] Seconda declinazione
singolare | plurale | |
Nominativo | amīcus | amīcī |
Genitivo | amīcī | amīcōrum |
Dativo | amīcō | amīcīs |
Accusativo | amīcum | amīcōs |
Vocativo | amīce | amīcī |
Ablativo | amīcō | amīcīs |
[modifica] Seconda declinazione- sostantivi neutri
singolare | plurale | |
Nominativo | verbum | verba |
Genitivo | verbī | verbōrum |
Dativo | verbō | verbīs |
align="r--~~~~<math>[[[[[[[[[[[[ == == == == == [[Media:ight"|'''Accusativo''']] == == == == ==]]]]]]]]]]]]</math> | verbum | verba |
Vocativo | verbum | verba |
Ablativo | verbō | verbīs |
Particolarità: 1- Tutti i sostantivi indicanti nomi di persona, o che terminano in -ius o -ium (a seconda che siano maschili\femminili o neutri), hanno il vocativo singolare in i ed il genitivo singolare in -ii
2- I tre sostantivi Vulgus,i, Pelagus,i e Virus,i sono neutri (cioè hanno il nominativo, l'accusativo ed il vocativo uguali) e sono senza plurale.
[modifica] Terza declinazione - sostantivi imparisillabi
Sono i sostantivi che hanno diverso numero di sillabe nel nominativo e nel genitivo singolare.
singolare | plurale | |
Nominativo | rēx | rēgēs |
Genitivo | rēgis | rēgum |
Dativo | rēgī | rēgibus |
Accusativo | rēgem | rēgēs |
Vocativo | rēx | rēgēs |
Ablativo | rēge | rēgibus |
[modifica] Terza declinazione - sostantivi parisillabi
Sono i sostantivi che al nominativo e al genitivo singolare presentano ugual numero di sillabe
singolare | plurale | |
Nominativo | civis | civēs |
Genitivo | civis | civium |
Dativo | civī | civibus |
Accusativo | civem | civēs |
Vocativo | civis | civēs |
Ablativo | cive | civibus |
[modifica] Terza declinazione - sostantivi neutri
singolare | plurale | |
Nominativo | nōmen | nōmina |
Genitivo | nōminis | nōminum |
Dativo | nōminī | nōminibus |
Accusativo | nōmen | nōmina |
Vocativo | nōmen | nōmina |
Ablativo | nōmine | nōminibus |
[modifica] Terza declinazione - Sostantivi con nominativo in -e, -al, -ar
singolare | plurale | |
Nominativo | mare | maria |
Genitivo | maris | marīum |
Dativo | marī | maribus |
Accusativo | mare | maria |
Vocativo | mare | maria |
Ablativo | marī | maribus |
[modifica] Terza declinazione - Schema generale
singolare | plurale | |
Nominativo | varie uscite | _es / _ia |
Genitivo | _is | _um |
Dativo | _i | _ibus |
Accusativo | -em / uguale al nominativo | _es / _ia |
Vocativo | uguale al nominativo | _es / _ia |
Ablativo | _e | _ibus |
[modifica] Quarta declinazione
singolare | plurale | |
Nominativo | spīritus | spīritūs |
Genitivo | spīritūs | spīrituum |
Dativo | spīrituī | spīritibus |
Accusativo | spīritum | spīritūs |
Vocativo | spīritus | spīritūs |
Ablativo | spīritū | spīritibus |
[modifica] Quarta declinazione - nomi neutri
singolare | plurale | |
Nominativo | cornū | cornua |
Genitivo | cornūs | cornuum |
Dativo | cornū | cornibus |
Accusativo | cornū | cornua |
Vocativo | cornū | cornua |
Ablativo | cornū | cornibus |
I sostantivi che terminano in -cus (assieme a tribus,us artus,us partus,us) hanno il dativo e ablativo plurale in -ubus.
[modifica] Quinta declinazione
singolare | plurale | |
Nominativo | diēs | diēs |
Genitivo | diēī | diērum |
Dativo | diēī | diēbus |
Accusativo | diem | diēs |
Vocativo | diēs | diēs |
Ablativo | diē | diēbus |
[modifica] Aggettivi
Tutti gli aggettivi devono concordare col nome a cui si riferiscono in numero, caso e genere. Tutti i nomi possono essere maschili, femminili o neutri; i generi sono grammaticali, e non corrispondono necessariamente al sesso dell'oggetto. Gli aggettivi possono essere appartenenti alla prima/seconda o alla terza declinazione: quelli terminanti in -a sono trattati come femminili e vengono declinati come i nomi della prima declinazione, quelli terminanti in -us sono trattati come maschili e sono declinati come la seconda declinazione, mentre gli aggettivi il cui nominativo termina in -um sono trattati come neutri, e vengono declinati come la seconda declinazione neutra. Tutti questi aggettivi sono detti aggettivi della prima classe.
Ad esempio:
- Cornelia bona (femminile) (la buona Cornelia)
- Cornelius bonus (maschile) (il buon Cornelio)
- bellum bonum (neutro) (la buona guerra)
Gli aggettivi che si declinano invece secondo la terza declinazione, sono detti aggettivi della seconda classe. Per essi, nella maggior parte dei casi, non c'è differenza tra declinazione di nomi maschili o femminili, perché spesso i due generi coincidono (bisogna però fare attenzione al fatto che di solito si usa la terminazione in -i al posto di quella in -e per l'ablativo singolare). Il neutro ha un'importante differenza, dato che nominativo, accusativo e vocativo in tutte le declinazioni sono sempre uguali, sia al singolare che al plurale. Gli aggettivi possono anche essere in forma comparativa o superlativa. Fortior significa 'più coraggioso' (comparativo). Fortissimus significa 'il più coraggioso'. Come regola generale, per formare il comparativo per gli aggettivi basta sostituire la terminazione in -a, -us, -um con -ior (ad esempio stultus diventa stultior), mentre per formare il superlativo basta sostituire le terminazioni in -a, -us, -um con -issimus (ad esempio stultus diventa stultissimus);.
- Cornelia est fortior quam Cornelio.
Cornelia è più coraggiosa di Cornelio. (quam dopo un comparativo significa 'di, rispetto a', mentre negli altri casi è un pronome relativo femminile caso accusativo.).
- Cornelia est fortissima. (Cornelia è la più coraggiosa.)
[modifica] Pronomi
Nella lingua latina, non ci sono articoli determinativi, nè articoli indeterminativi. Questi si possono rimpiazzare con altre forme aggettivali, come ille (quello), oppure haec, id etc.
[modifica] Verbi
Ci sono quattro coniugazioni grammaticali nella lingua latina. Un verbo, se non si coniuga secondo una di queste quattro, è considerato irregolare. Un verbo si compone di tre parti: una radice, che indica il vero e proprio significato del verbo, un tema (la parte centrale), che indica il tempo e il modo grammaticale e una desinenza (la parte terminale) che indica la persona e la diatesi (attiva o passiva). Ad esempio: laudabatur (veniva lodato) si divide in una radice laud-, che indica il vero significato del verbo, lodare; un tema -aba- che indica che il tempo e modo è imperfetto indicativo, mentre la desinenza -tur indica che è una terza persona passiva. Allo stesso modo, capiemus si divide in radice -cap- = prendere, tema -ie- = futuro, desinenza -mus = prima persona plurale attiva. Il verbo significa quindi 'prenderemo'. Ogni verbo ha due radici, una del presente e una del perfetto.
[modifica] Uso dei tempi
Ci sono sei tempi (Latino: tempus) nella lingua Latina. Sono:
- Presente, (Latino: praesens) che indica azioni che stanno avvenendo nel momento in cui si parla: Lo schiavo porta la brocca di vino.
- Imperfetto, (Latino: imperfectum): descrive le azioni che stavano accendendo per un periodo di tempo: La folla stava incoraggiando i gladiatori.
- Futuro, (Latino: futurum simplex) usato per azioni che non sono ancora iniziate, ma che lo saranno in un certo momento: Egli scriverà la lettera domani.
- Perfetto, (Latino: perfectum) descrive azioni del passato che sono concluse: Egli insegnò al ragazzo.
- Piuccheperfetto, (Latino: plusquamperfectum) descrive azioni più in là nel passato: Egli ebbe insegnato al ragazzo.
- Futuro Perfetto, (Latino: futurum exactum) usato per azioni che saranno completate in un certo momento nel futuro: Per domani, egli avrà inviato la lettera.
Ci sono tre modi grammaticali (Latino: modus):
- Indicativo, (Latino: indicativus) che afferma fatti indiscutibili: Lo schiavo sta portando le botti di vino
- Congiuntivo, (Latino: coniunctivus) usato per esprimere possibilità, necessità, intenzioni: È necessario che il centurione sconfigga i barbari.
- Imperativo, (Latino: imperativus) usato per fare ordini: "Tu, schiavo, porta le botti di vino!".
Ci sono due diatesi (Latino: genus):
- Attiva, (Latino: activum) in cui il soggetto compie l'azione: lo schiavo porta le botti
- Passiva, (Latino: passivum) in cui il soggetto subisce l'azione: la botte è portata dallo schiavo.
Esempio di declinazione del verbo portare
[modifica] Diatesi attiva
[modifica] Indicativo
Presente | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portō | portāmus |
2^ Persona | portās | portātis |
3^ Persona | portat | portant |
Imperfetto | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portābam | portābāmus |
2^ Persona | portābās | portābātis |
3^ Persona | portābat | portābant |
Futuro | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portābō | portābimus |
2^ Persona | portābis | portābitis |
3^ Persona | portābit | portābunt |
Perfetto | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portāvī | portāvimus |
2^ Persona | portāvistī | portāvistis |
3^ Persona | portāvit | portāvērunt |
Piuccheperfetto | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portāveram | portāverāmus |
2^ Persona | portāverās | portāverātis |
3^ Persona | portāverat | portāverant |
Futuro Anteriore | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portāverō | portāverimus |
2^ Persona | portāveris | portāveritis |
3^ Persona | portāverit | portāverint |
[modifica] Congiuntivo
Presente | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portem | portemus |
2^ Persona | portes | portetis |
3^ Persona | portet | portent |
Imperfetto | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portarem | portaremus |
2^ Persona | portares | portaretis |
3^ Persona | portaret | portarent |
Perfetto | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portaverim | portaverimus |
2^ Persona | portaveris | portaveritis |
3^ Persona | portaverit | portaverint |
Piuccheperfetto | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portavissem | portavissemus |
2^ Persona | portavisses | portavissetis |
3^ Persona | portavisset | portavissent |
Da notare che non c'è nè il futuro nè il futuro anteriore nel modo congiuntivo.
[modifica] Diatesi passiva
[modifica] Indicativo
Presente | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portor | portamur |
2^ Persona | portaris | portamini |
3^ Persona | portatur | portantur |
Imperfetto | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portabar | portabamur |
2^ Persona | portabaris | portabamini |
3^ Persona | portabatur | portabantur |
Futuro | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portabor | portabimur |
2^ Persona | portaberis | portabimini |
3^ Persona | portabitur | portabuntur |
Perfetto | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portatus sum | portati sumus |
2^ Persona | portatus es | portati estis |
3^ Persona | portatus est | portati sunt |
Piuccheperfetto | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portatus eram | portati eramus |
2^ Persona | portatus eras | portati eratis |
3^ Persona | portatus erat | portati erant |
Futuro Anteriore | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portatus ero | portati erimus |
2^ Persona | portatus eris | portati eritis |
3^ Persona | portatus erit | portati erunt |
[modifica] Congiuntivo
Presente | Singolare | Plurale |
1^ Persona | porter | portemur |
2^ Persona | porteris | portemini |
3^ Persona | portetur | portentur |
Imperfetto | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portarer | portaremur |
2^ Persona | portareris | portaremini |
3^ Persona | portaretur | portarentur |
Perfetto | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portatus sim | portati simus |
2^ Persona | portatus sis | portati sitis |
3^ Persona | portatus sit | portati sint |
Piuccheperfetto | Singolare | Plurale |
1^ Persona | portatus essem | portati essemus |
2^ Persona | portatus esses | portati essetis |
3^ Persona | portatus esset | portati essent |
Da notare che i tempi perfetti, piuccheperfetto e futuro anteriore passivi sono composti dal participio passato (coniugato al singolare o plurale) e una forma del verbo esse, ossia essere.
[modifica] Gerundio e Gerundivo
Il gerundio latino, pur avendo una forma morfologica molto simile a quella del gerundio italiano, non ha la stessa funzione che ricopre nella lingua italiana, in quanto nella lingua latina funge da declinazione dell'infinito. È pertanto un sostantivo verbale che ha sempre valore attivo.
Il gerundio non presenta il caso nominativo (rappresentato infatti dall'infinito spesso), mentre nel resto dei casi si riconosce per la presenza del suffisso "-andi (gen.), o (dat.), um (acc.), o (abl.)" per la prima coniugazione, "-endi (gen.), o (dat.), um (acc.), o (abl.)" per la seconda e la terza coniugazione e "-iendi (gen.), o (dat.), um (acc.), o (abl.)" per la quarta. Si forma dal tema del presente.
[modifica] Esempio di declinazione del gerundio
Verbo fero, fers, tuli, latum, ferre, portare
- Nominativo: ferre (infinito)
- Genitivo: ferendi (di portare)
- Dativo: ferendo (al portare)
- Accusativo: (ad) ferendum (per portare, finale)
- Ablativo: ferendo (portando).
Come si evince dalla tabella soprastante, il gerundio latino si traduce come il gerundio italiano solo nel caso ablativo, negli altri casi funge da declinazione dell'infinito solo nei casi in cui dipende da sostantivo o aggettivo:
Es: La speranza di vincere la battaglia: Spes vincendi bellum; l'arte di amare: ars amandi.
L'infinito declinato dipendente da un verbo non si traduce con il gerundio: infatti nella frase "Decisi di venire", non si esprime invece una declinazione dell'infinito, ma una subordinata oggettiva.
Il caso accusativo del gerundio è quasi esclusivamente utilizzato preceduto dalla preposizione ad, e serve ad esprimere una subordinata finale: Senatus misit legatos ad implorandum pacem si traduce come "Il senato inviò gli ambasciatori per chiedere la pace".
[modifica] Gerundivo
Il gerundivo invece rappresenta un aggettivo verbale con valore passivo, che esprime il dovere o la necessità: Liber legendus si tradurrà appunto il libro da leggere, che deve essere letto. Si declina come un aggettivo della prima classe e si forma aggiungendo al tema del presente del verbo le terminazioni "-andus, -a, um" per la prima coniugazione, "-endus, -a, -um" per la seconda e la terza e "-iendus, -a, -um" per la quarta.
Il gerundivo è particolarmente utilizzato nella lingua latina all'interno della cosiddetta perifrastica passiva, formata da un gerundivo e da una voce del verbo essere. Questa particolare costruzione esprime l'idea passiva del dovere:
Esempio: Carthago delenda est: Cartagine deve essere distrutta.
È da notare che il complemento d'agente nella perifrastica passiva è espresso in caso dativo; in caso di confusione per la presenza di altri dativi, si segue la normale regola dell'a o ab + ablativo.
Esempio: Nobis de proelio cogitandum est: Noi dobbiamo riflettere sulla guerra (Lett: È da riflettere sulla guerra da parte nostra).
[modifica] Participio
Nella lingua latina, esistono tre tempi del participio: presente, perfetto e futuro.La traduzione del presente e del perfetto corrispondono a quella italiana (legens = che legge, actus = agito). Il participio futuro, invece, non esiste più nella nostra lingua, ma si può tradurre dal latino con una perifrasi del tipo che + futuro semplice indicativo. I participi futuri latini sono caratterizzati dalla terminazione in -urus, -ura, -urum. Ad esempio, laudaturus si traduce in italiano con che loderà. Sono presenti residui del participio futuro latino nella lingua italiana, come ad esempio venturo (= che verrà), nascituro (= che nascerà) etc.
[modifica] Infinito
Ci sono anche tre forme di infinito: presente, perfetto e futuro (che non esiste più in italiano). Questi vengono usati nelle frasi cosiddette infinitive, corrispondenti alle subordinate oggettive e soggettive.
Attivo | Passivo | |
Presente | laudare | laudari |
Perfetto | laudavisse | laudatum,-am,-um,-os,-as,-a esse |
Futuro | laudaturum,-am,-um,-os,-as,-a esse | laudatum iri |
Traduzione | Attivo | Passivo |
Presente | lodare | essere lodato |
Perfetto | aver lodato | essere stato lodato |
Futuro | stare per lodare | stare per essere lodato |
[modifica] Sintassi della frase latina e Consecutio temporum
La lingua latina è una lingua molto flessibile in cui la funzione sintattica di una parola non dipende dalla sua posizione, essendo espressa dalle terminazioni della parola stessa, generalmente l'ordine è: gruppo del soggetto, gruppo dell'oggetto (specificazioni del verbo), verbo (sinteticamente SOP) ma grazie alla flessione nominale di cui questa lingua è dotata è permessa molta libertà, si considerino gli esempi:
|
tutti significano "Marco ama Tullia." |
Un'altra caratteristica della lingua latina è la preminenza di espressioni concrete, questo in netto contrasto con la lingua greca molto più duttile ed icastica. Una frase del tipo: "Credo che Dio esista" in latino diverrebe "credo deum esse," che letteralmente significa : "Credo che Dio sia" o "Credo che Dio è".
[modifica] Consecutio temporum
Uno tra i meccanismi più peculiari della lingua latina è la consecutio temporum (correlazione dei modi) ereditata con minor rigidità dall'italiano.
Questa regola sancisce il rapporto tra i tempi dei verbi nella subordinazione delle frasi di un periodo rispetto alle sovraordinate per esprimere i seguenti rapporti di relatività:
- contemporaneità,
- anteriorità,
- posteriorità
Quando la sovraordinata ha un tempo principale (presente futuro e perfetto logico) la regola sancisce che la subordinata debba avere congiuntivo o infinito:
- Presente per indicare contemporaneità.
- Perfetto per indicare anteriorità.
- coniugazione perifrastica attiva al congiuntivo presente per indicare posteriorità (in assenza di un congiuntivo futuro)
Quando la sovraordinata presenta invece un tempo storico (imperfetto, perfetto, piucheperfetto, presente storico) la regola sancisce che la subordinata debba avere il congiuntivo:
- Imperfetto per esprimere contemporaneità
- Piucheperfetto per esprimere anteriorità
- coniugazione perifrastica attiva al congiuntivo imperfetto per esprimere posteriorità
Esempi:
Ignoro quid agas | Non so cosa tu stia facendo
Gli aggettivi dimostrativi Esistono tenti tipi di aggettivi dimostrativi: i più comuni sono: "is, ea, id" - "hic, heac, hoc" - ille, illa, illud". questi significano rispettivamente "quegli","questo", "quello" |
Ignoro quid egeris | Non so cosa tu abbia fatto |
Ignoro quid acturus sis | Non so cosa farai |
Ignoravi quid ageres | Non seppi cosa tu stessi facendo |
Ignoravi quid egisses | Non seppi cosa tu avessi fatto |
Ignoravi quid acturus esses | Non seppi cosa avresti fatto |
Si può notare come in italiano vi sia corrispondenza nei tempi del congiuntivo eccetto per il rapporto di posteriorità che l'italiano esprime diversamente
La consecutio temporum vale anche per le subordinate infinitive, che in italiano si definiscono oggettive e soggettive. I tempi dell'infinito sarano dunque
- presente, quando vi è rapporto di contemporaneità.
- perfetto , quando vi è rapporto di anteriorità.
- futuro, quando vi è rapporto di posteriorita.
Esempi:
Puto te bonum esse | Penso che tu sia buono |
Putabam te bonum esse | Pensavo che tu fossi buono |
Puto te bonum fuisse | Penso che tu sia stato buono |
Putabam te bonum fuisse | Pensavo che tu fossi stato buono |