Grassi monoinsaturi
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I grassi monoinsaturi sono catene alifatiche, con un solo gruppo carbossilico, caratterizzate dall'avere un solo doppio legame tra tutti quelli presenti tra i vari atomi di carbonio; differiscono in questo dagli acidi grassi saturi (che posseggono solo legami singoli) e da quelli polinsaturi (che hanno invece numerosi doppi legami).
[modifica] Utilità dei grassi monoinsaturi
In campo alimentare, questi grassi si trovano in buona quantità nell'olio di oliva e in tutti gli altri oli vegetali (olio di semi vari, di soia, di girasole). Essi sono considerati grassi "buoni", in quanto favoriscono la sostituzione del colesterolo LDL presente nel sangue, causa di infarti e di ostruzioni vascolari, con colesterolo HDL, che non rappresenta invece una fonte di pericolo per l'organismo. La dieta mediterranea, conosciuta per i suoi positivi effetti sulla salute, deve questo merito soprattutto all'uso dell'olio di oliva come grasso di uso quotidiano, a differenza di altri tipi di diete che utilizzano grassi saturi di origine animale (ad esempio quella dell'Europa centrale e settentrionale).
Nello specifico, l'acido grasso monoinsaturo presente nell'olio di oliva, l'acido oleico, si utilizza per misurare l'acidità del suddetto prodotto da cucina: per poter essere considerato un olio di alta qualità, il valore dell'acidità deve essere inferiore allo 0,8%, ovvero devono essere presenti meno di 0,8 grammi di acido oleico in 100 grammi totali d'olio.
Esistono naturalmente anche diversi altri esempi di acidi grassi monoinsaturi; alcuni sono:
- L'acido palmitoleico, che è presente nei grassi del latte, negli oli di pesce, nell'olio di colza e nel fois gras e che possiedele stesse qualità dell'acido oleico;
- L'acido vaccenico, che come fa giustamente immaginare il suo nome è presente nel grasso bovino.
- L'acido elaidico, che si trova nelle masse grasse degli erbivori e in particolare dei ruminanti;
- L'acido gadoleico, anch'esso rintracciabile nell'olio di colza.