Harem
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Dalla parola araba Ḥarīm (ﺣﺮﻳﻢ), l'Harem indica il gineceo: il "luogo riservato" destinato alla vita privata delle donne.
Le disposizioni relative alle donne, frutto di una tradizione antica precedente l'Islam e talvolta di una contaminazione derivante dall'acculturazione con i costumi bizantini, hanno presto comportato nell'ambito della cultura islamica che le donne vivessero, all'interno della casa, in uno spazio loro riservato, cui aveva diritto d'accesso solo l'uomo che, per età o grado di parentela, non potesse aver lecitamente rapporti sessuali con la donna.
Luoghi riservati alle donne erano anche identificati negli edifici pubblici, cosicché alle donne era ad esempio destinato, se possibile, uno spazio soprastante il luogo di preghiera ( musalla ) nella moschea, ovvero era loro ritagliato un orario differenziato di accesso rispetto agli uomini che dovevano assolvere l'obbligo canonico della salat.
Del pari, nei bagni pubblici ( ḥammām ), le donne potevano accedere in orari diversi da quelli degli uomini (sovente il pomeriggio), oppure in giorni alterni rispetto al sesso maschile.
Gli Harem diventarono un'istituzione dagli accentuati riflessi sociali e politici quando erano costituiti dai sovrani dei vari Stati musulmani. Costoro — che avevano l'obbligo di mantenimento dei ginecei dei loro predecessori — amarono ingrandire il più possibile i loro Harem, non solo come ostentazione della loro ricchezza e potenza o della propria personale soddisfazione sensuale, ma anche per poter più facilmente scegliere, fra i tanti figli che le tante concubine gli generavano, quello che a loro arbitrio appariva il più dotato e il più meritevole della successione.
A sorvegliare gli Harem erano destinati gli eunuchi che, per il loro altissimo valore pecuniario, costituivano un altro simbolo di ricchezza e di potere. Essi garantivano un controllo dei luoghi senza che ciò comportasse alcun rischio per i loro gelosi padroni.
Il ricorso agli eunuchi è praticamente scomparso nelle aree di cultura islamica, sopravvivendo solo nel servizio di sorveglianza e di cura della Ka‘ba di Mecca. Anche l'ampiezza dei ginecei si è drasticamente ridotto, permanendo di fatto quasi solo nelle aree dei Emirati del Golfo Persico e dell'Insulindia, anche in considerazione del fatto che in non pochi paesi musulmani la poligamia, nella forma della poliginia, è stata interdetta dalle leggi civili, malgrado essa nel Corano (almeno formalmente) sia invece autorizzata, pur con forti limiti.
[modifica] Bibliografia
- Fatima Mernissi, L’harem e l’Occidente, Firenze, Giunti, 2000