I demoni
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I demoni (Бесы, Biesì) romanzo drammatico di Fëdor Mikhailovič Dostoevskij.
La traduzione del titolo originale può subire variazioni a seconda della casa editrice. Mentre il titolo più usato è, appunto, I dèmoni (plurale di "demone"), si hanno anche titoli come I demònî (plurale di "demonio"), Gli indemoniati o Gli ossessi.
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[modifica] Incipit del romanzo
«Nell'accingermi a descrivere i recenti e tanto strani avvenimenti, svoltisi nella nostra città, in cui finora non è mai accaduto nulla di speciale, sono costretto, per la mia inesperienza, a cominciare un po' da lontano, e precisamente da certi particolari biografici sul molto rispettabile e dotato di talento Stepan Trofimovich Verchovenskij. Questi particolari serviranno soltanto da introduzione alla presente cronaca; la storia poi, che intendo narrare, seguirà più avanti.
Diciamolo subito: tra di noi Stepan Trofimovich recitava sempre una parte speciale, civile, per così dire, e amava questa parte appassionatamente, tanto che senza di essa, credo non potesse neanche vivere. Non che io lo voglia paragonare a un attore di teatro: Dio me ne guardi, tanto più che anch'io lo stimo.»
[modifica] La genesi del romanzo
[modifica] Vita di un grande peccatore
«Io ripongo grandi speranze nel romanzo che sto attualmente scrivendo per il "Messaggero Russo"»1: così scrive Dostoesvkij il 5 aprile 1870 in una lettera indirizzata a Nikolaj Nikolaevič Strachov, filosofo ed amico personale. L'opera che l'autore ha in mente si sta formando lentamente ma inesorabilmente da due anni. «Sarà il mio ultimo romanzo. Avrà l’ampiezza di Guerra e pace»1, scrive con enfasi il giorno dopo ad Apollon Nikolaevič Majkov, anche se in realtà l'opera non è stata la sua ultima.
Nella stessa lettera rivela che il titolo che ha in mente è "Vita di un grande peccatore", titolo che non vedrà mai la luce, perché la storia a cui Dostoevskij sta lavorando è talmente ampia che alla fine verrà sviluppata in due romanzi distinti: I demoni e L'adolescente.
[modifica] L'ambiente politico
La seconda moglie di Dostoesvkij, Anna Grigor’evna Dostoevskaja, racconta che il marito era molto interessato agli avvenimenti politici che il di lei fratello gli raccontava. Il 21 novembre 1869, infatti, lo studente universitario I.I. Ivanov viene ucciso da una cellula rivoluzionaria capeggiata da Sergej Gennadjevič Nečaev (autore insieme a Bakunin dell'opera Catechismo del rivoluzionario). Il processo di Nečaev provoca scalpore in tutta la Russia, e si conclude con la condanna a 20 anni di carcere.
Dostoevskij aborrisce il declino morale che la gioventù russa sta subendo. Ivan Sergeevič Turgenev, con il suo famoso romanzo Padri e figli, aveva fatto conoscere al grande pubblico il nichilismo, una corrente di pensiero che si diffonde rapidamente fra i giovani, cosa che infastidisce fortemente Dostoevskij.
«Ogni tanto mi viene in mente che molti di questi stessi giovani delinquenti, che vanno attualmente in putrefazione, finiranno un giorno per diventare degli autentici e solidi počvenniki2, e cioè dei veri russi? Quanto agli altri, che finiscano pure di marcire! Finiranno pure per tacere anche loro, colpiti da paralisi. Ma che autentiche carogne!»1 I sentimenti dell'autore sono chiari in proposito, e decide così di dire la sua in un romanzo.
Nečaev, il rivoluzionario organizzatore di cellule terroristiche, si trasforma nel personaggio di Pëtr Verchovenskij, mentre lo studente universitario Ivanov veste i panni di Šatov. Ma durante la lavorazione nella mente dell'autore si affaccia il "vero" protagonista del romanzo.
[modifica] Il "vero" protagonista
Iniziato a scrivere verso la fine del 1869, il romanzo appare subito problematico per l'autore. Scritta infatti una prima parte, l'autore viene «visitato dall’autentica ispirazione e a un tratto mi sono innamorato del mio tema»1, come scriverà il 21 ottobre 1870. Riscrive quella prima parte, seguendo l'ispirazione avuta, finché sorge un altro problema: «si è fatto avanti un nuovo personaggio che avanzava la pretesa di essere lui il vero protagonista del romanzo, cosicché il precedente protagonista (un personaggio interessante, ma che effettivamente non meritava il ruolo di protagonista) si è ritirato in secondo piano. Questo nuovo protagonista mi ha talmente affascinato che ho cominciato un’altra volta a riscrivere il romanzo»1.
Il "vecchio" protagonista è Pëtr Verchovenskij che, come novello Nečaev, porta avanti i suoi propositi rivoluzionari reclutando ed organizzando uomini. Il "nuovo" protagonista è Nikolaj Stavrogin, personaggio che incarna un'altra tipologia di giovane odiata dall'autore: quello del viziato annoiato ed immorale. Eppure Dostoevskij sembra nutrire per lui un affetto maggiore che per gli altri. Fa nascere il cognome del personaggio dalla parola greca σταυρός (stauròs) che significa "croce", volendo dare elementi religiosi ad un personaggio che a prima non sembra averne. Eppure sarà l'unico dei tanti "peccatori" del romanzo che prenderà pienamente coscienza dei propri peccati e che pagherà spontaneamente per questi.
[modifica] La pubblicazione
I primi capitoli del romanzo vengono pubblicati nel numero del gennaio 1871 del "Messaggero Russo", accolti con discreto entusiasmo dai critici. Ad A.N. Majkov, che si era complimentato per l'opera, Dostoesvkij risponde il 14 marzo dicendo che è contento dei complimenti ma che non è sicuro del risultato finale. «Sono terrorizzato come un topo spaventato. L’idea mi ha affascinato e me ne sono innamorato, ma riuscirò a dominarla e non guasterò invece tutto il romanzo? Sarebbe un vero disastro!»1.
Nel giugno del 1871, Dostoevskij è a Dresda per un viaggio di salute. Ricevuto il denaro dal "Messaggero Russo", parte per tornare in patria. Ma prima incarica la moglie di un compito doloroso: bruciare i manoscritti delle sue opere che aveva con sé, perché alla perquisizione della dogana avrebbe altrimenti avuto dei problemi. Va così definitivamente persa la versione originale de I demoni.
Nel 1873, l'autore decide di pubblicare a proprie spese un'edizione in un unico volume della sua opera, scelta dovuta quasi esclusivamente a carenze finanziarie. È da sottolineare il fatto che all'epoca nessuno scrittore pubblicava a proprie spese, e quindi tutta l'operazione era molto rischiosa. Ma Dostoesvkij vuole rischiare, e il 20 gennaio di quell'anno la Tipografia Zamyslovskij gli manda le prime copie stampate.
Due giorni dopo sul giornale "La voce" viene annunciata la pubblicazione del romanzo, e già alle 9 di mattina si presenta alla porta dell'autore un impiegato di una libreria a chiederne alcune copie. Alla fine della sola prima giornata, sono vendute 115 copie del romanzo, per un incasso di 300 rubli. Entro la fine dell'anno vengono vendute un totale di 3.000 copie, e la giacenza di 500 esemplari viene smaltita nei 3 anni successivi.
[modifica] Il titolo del romanzo
La seconda moglie di Dostoevskij racconta che chi veniva a comprare le copie del romanzo, spesso ne storpiava il titolo. «Qualcuno lo chiamava "Le forze nemiche", un altro diceva "Sono venuto per i diavoli"; un terzo chiedeva alla cameriera "Una decina di diavoli". La vecchia bambinaia, sentendo questi nomi, se la prendeva con me, dicendo che, da quando tenevamo in casa gli spiriti impuri, il suo pupillo (mio figlio) era diventato irrequieto e dormiva male la notte»3.
[modifica] Il successo
I demoni rimane un romanzo di grande successo, anche se al suo esordio non tutti ne furono convinti. Il 10 maggio 1879, 8 anni dopo la prima pubblicazione, Dostoevskij scrive a Nikolaj Alekseevič Ljubimov, editore del "Messaggero Russo", «Ne I demoni c’è una quantità di personaggi che mi sono stati contestati come meramente fantastici. Ma in seguito, che Lei lo creda o no, sono stati tutti confermati dalla realtà, il che significa che erano stati esattamente intuiti. Per esempio, K.P. Pobedonošev mi ha riferito di due o tre casi di anarchici arrestati che erano sorprendentemente simili a quelli da me raffigurati ne I demoni»1.
[modifica] Note
- 1 Citazione tratta da Fëdor Dostoevskij: lettere sulla creatività, traduzione e cura di Gianlorenzo Pacini.
- 2 Il počvenničestvo è l'ideologia dell’attaccamento al suolo materno, a cui Dostoevskij apparteneva.
- 3 Citazione tratta da Dostoevskij mio marito, di Anna Grigor’evna Dostoevskaja (traduzione di Anna Millazzo Lipschütz).
[modifica] Personaggi
Tra parentesi il "nomignolo" con cui i personaggi vengono chiamati.
[modifica] "Io" narrante
- 'Anton Lavrentievič G...v - amico e confidente di Stepan Trofimovič Verchovenskij
[modifica] Personaggi principali
- Nikolaj Vsevolodovič Stavrogin (Nikolas) - il "male assoluto", il demone per eccellenza: sebbene nella storia appaia meno di altri personaggi è lui il vero motore del romanzo, attorno al quale ruotano tutti gli altri personaggi.
- Pëtr Stepanovič Verchovenskij - figlio di Stepan Trofimovič e creatore della cellula terroristica; spietata parodia del rivoluzionario.
- Ivan Pavlovič Šatov (Šatuška) - liberalista, è stato in America con Kirillov, fervente credente della grande missione del popolo russo.
- Aleksej Nilič Kirillov - ingegnere nichilista, "imitatore di Cristo", si suicida per dimostrare l'inesistenza di Dio.
- Stepan Trofimovič Verchovenskij - scrittore occidentalista, ingenuo e sentimentale, padre di Pëtr Verchovenskij, simbolo delle "colpe dei padri"; ma è proprio da lui che giungono le uniche parole di conforto per il lettore sul finire del romanzo.
- Varvara Petrovna Stavrogin - madre di Nikolaj Vsevolodovič
[modifica] Altri personaggi
- Marja Ignatijevna Šatova (Marie) - moglie straniera di Šatov
- Praskov'ja Ivanovna Drosdov - amica di Varvara Petrovna, ospita Nikolas
- Elizaveta Nicolajevna Tušin (Liza) figlia di Praskov'ja Ivanovna, amante di Nikolas
- Dar'ja Pavlovna Šatov (Daša) - sorella di Šatov e cameriera di Varvara Petrovna
- Ignatij Timofejevič Lebjadkin - capitano ubriacone e manesco
- Marja Timofejevna Lebjadkin - sua sorella zoppa e un po' matta (moglie di Nikolas)
- Andrej Antonovič von Lembke - governatore del paese
- Julia Michailovna von Lembke - sua influente moglie
- Andrej Antonovič Blüm - parente e consigliere del governatore
- Karmasinov - letterato amico della famiglia Drosdov
- Semion Iakovlevič Tichon - sacerdote
- Fëdor Fëdorovič (Fëd’ka) - evaso dalla Siberia
[modifica] Membri della "cinquina" terroristica
- Virginskij
- Šigaliov - suo cognato
- Sergej Vassil'evič Liputin
- Liamšin
- Tolkačenko
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