Il cuore nel pozzo
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Paese: | Italia |
Anno: | 2005 |
Durata: | |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | drammatico |
Regia: | Alberto Negrin |
Sceneggiatura: | Massimo De Rita, George Eastman, Salvatore Marcarelli, Alberto Negrin |
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Montaggio: | Antonio Siciliano |
Musiche: | Ennio Morricone |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Il cuore nel pozzo è un film prodotto dalla RAI nel 2005. La storia è incentrata sulla fuga di un gruppo di bambini dai partigiani di Tito, ambientata negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale.
Indice |
[modifica] Trama
Siamo in Istria nel 1944, quando ormai era caduto il governo fascista dell'Italia e le truppe e i corpi di polizia erano disorientati dalla situazione.
In questa atmosfera, i partigiani di Tito marciano verso Trieste per conquistare terreno e prendere i territori italiani della Dalmazia e dell'Istria. Giunge qui Novak, uno di questi partigiani, per ritrovare il figlio Carlo, avuto da una donna italiana, Giulia, che aveva violentato anni prima. La donna nasconde allora il figlio nell'orfanotrofio di Don Bruno e preferisce morire per mano dello stesso Novak piuttosto che rivelare il nascondiglio del figlio. Segue poi una rincorsa dei partigiani alla caccia dei bambini dell'orfanotrofio che, guidati da Don Bruno, verso zone di confine più sicure e meno battute dai partigiani slavi.
Con l'aiuto di Ettore, un reduce alpino, di Anja e di Walter, rappresentante del CNL, e con la morte di Don Bruno, riusciranno comunque a salvarsi.
[modifica] Il significato del titolo
La parola "pozzo" del titolo si riferisce alle foibe, le cavità carsiche in cui all'epoca furono massacrati numerosi civili e militari.
[modifica] La messa in onda
Il film fu trasmesso in Italia su Raiuno il 6 ed il 7 febbraio 2005 in due puntate e venne visto da 17 milioni di spettatori. Era la prima volta che la TV di Stato italiana trasmetteva in prima serata un film che trattasse il dramma delle foibe, tant'è vero che Il cuore nel pozzo è noto per aver acceso diverse polemiche sull'interpretazione delle vicende di quel periodo.
[modifica] Le polemiche
La scelta dell'ambientazione in una zona di contrasti etnici molto forti e non ancora sopiti, in un milieu storico non ancora analizzato completamente dalla critica storica e una forte presa di posizione a vantaggio di una sola interpretazione ne hanno fatto quasi un "caso".
Le posizioni slovene e di certa critica storica filo-slava sono state molto accese (Commento di Claudia Cernigoi), mentre le reazioni del governo sloveno non sono state immediate e decise anche perché volutamente distanti dal governo jugoslavo di Tito e da un suo recente passato.
Il film ha addirittura resi più tesi i rapporti del governo italiano con la comunità slovena dell'Istria anche perché messo in onda e pubblicizzato in un clima politico italiano molto particolare, ed anzi ha ottenuto l'esplicita approvazione di Alleanza Nazionale e del governo Berlusconi. Il regista Negrin, invece, ha sempre affermato di non aver voluto fare un film politico, ma probabilmente non conosceva bene i precedenti storici e i rapporti tesi tra le comunità italiane e slave in Istria che il suo film ha contribuito a risollevare.
Ad accendere ancora di più le polemiche è stata la data della messa in onda: il 6 ed il 7 febbraio 2005, qualche giorno prima della Giornata del ricordo in memoria dei martiri delle foibe del 10 febbraio, istituita dal Parlamento italiano nel 2004 con il forte appoggio di Alleanza nazionale. Questa coincidenza di date lo hanno quasi reso come una fiction "ufficiale" in memoria della giornata [1].