Ipoclorito di sodio
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Ipoclorito di sodio | |
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Nome IUPAC | |
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ossoclorato(I) di sodio | |
Nomi alternativi | |
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Caratteristiche generali | |
Formula chimica | NaClO |
Peso formula (amu) | 74,44 |
Aspetto | liquido giallo |
Numero CAS | 7681-52-9 |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g·cm-3, in c.n.) | 1,083 |
Solubilità in acqua | 942 g/l (pentaidrato) a 296°C |
Temperatura di fusione (K) | 291 (18°C) (pentaidrato) |
Indicazioni di sicurezza | |
frasi R: R 31-34-50 Leggi il disclaimer |
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Progetto Chimica - Chemiobox |
L'ipoclorito di sodio è il sale di sodio dell'acido ipocloroso. La sua formula chimica è NaClO.
Una soluzione al 5% circa di ipoclorito di sodio in acqua è nota come candeggina o conegrina; una soluzione di colore giallo dal caratteristico odore penetrante.
Indice |
[modifica] Caratteristiche
Puro, è un sale pentaidrato (NaClO·5 H2O) che fonde a circa 18°C ed è particolarmente instabile. Sia per sfregamento che per riscaldamento a temperature superiori a 35°C può decomporsi in maniera anche violenta. Proprio per questo non è mai commercializzato e impiegato puro, ma viene invece usato in soluzione acquosa, a concentrazione generalmente non superiore al 25%.
Essendo il sale di una base forte con un acido debole, impartisce all'acqua una reazione alcalina; una soluzione di 160 g in un litro d'acqua ha pH 12 a 20°C.
[modifica] Usi
Per via della loro azione ossidante, le soluzioni di ipoclorito di sodio sono usate principalmente come sbiancanti e disinfettanti. L'ipoclorito di sodio è un battericida, uno sporicida, un fungicida ed un virocida.
[modifica] Produzione
Viene ottenuto per gorgogliamento del cloro nell'idrossido di sodio secondo la reazione
- Cl2 + 2 NaOH → NaClO + NaCl + H2O
[modifica] Produzione domestica
È possibile produrre ipoclorito di sodio (circa al 5%) anche per elettrolisi. L'operazione deve avveninire all'aperto o in un luogo molto arieggiato per via del gas (cloro) che si sviluppa.
Per il processo elettrolitico occorrono un contenitore di plastica da 1,5 - 2 litri, una fonte di energia a corrente continua (come un alimentatore da laboratorio) oppure una batteria che riesca ad erogare almeno 6 volt a 1 ampere senza scaricarsi (come una batteria per auto da 12 volt e 50Ah circa), nonché due elettrodi di carbone o, meglio, di platino; quelli di platino sono molto costosi e sono difficilmente reperibili, mentre è possibile ricavare elettrodi di carbone dalle mine per matite (costituite da grafite). La superifice degli elettrodi deve essere la più ampia possibile.
[modifica] Procedimento
Nel recipiente si introduce una soluzione satura di cloruro di sodio; per preparare questa soluzione è possibile sciogliere del sale da cucina (cloruro di sodio) in acqua distillata fino a saturazione, quando la concetrazione è tale che si ha precipitazione del sale aggiunto.
Si immergono quindi i due elettrodi, l'anodo (+) e il catodo(-), lasciandone parte al di fuori della superifici dell'acqua per qualche centimetro, il più possibile distanti l'uno dall'altro (è importante che i due elettrodi non vengano mai in contatto). Alle estremità di ciascuno dei due elettrodi che sporgono dalla soluzione satura si collega un filo di rame, che non deve entrare in contatto con l'acqua salata; le altre estremità del filo di rame vanno collegate ai poli della batteria (avendo cura di non farli entrare in contatto).
Il passaggio della corrente elettrica genera all'anodo cloro e al catodo idrogeno; col procedere dell'elettrolisi la soluzione si arricchisce di idrossido di sodio. La reazione tra il cloro e l'idrossido di sodio produce ipoclorito di sodio.
Dopo circa due o tre ore la soluzione di ipoclorito di sodio si può considerare pronta per essere utlizzata, dopo averla filtrata per eliminare le particelle di carbone dovute all'usura degli elettrodi.
[modifica] Precauzioni
La candeggina e le soluzioni di ipoclorito di sodio sono irritanti e caustiche, è bene pertanto maneggiarle usando un paio di guanti di gomma e aver cura di evitare il contatto con gli occhi. Non devono inoltre essere mescolate né all'acido cloridrico (acido muriatico per gli usi domestici) con cui sviluppano cloro, tossico, né all'ammoniaca con cui sviluppano clorammine, irritanti.