Lucio Cornelio Cinna
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Lucio Cornelio Cinna (? - Ancona, 84 a.C.) era un patrizio romano, capo del partito democratico.
Console nel 87 a.C., mentre Silla era in Oriente sollecitò la messa in vigore delle leggi suplice con le quali si stabiliva l'iscrizione degli Italici nelle trentacinque tribù e il richiamo di Gaio Mario dall'esilio.
Nata una disputa con il collega console Ottavio, fu deposto dalla carica e cacciato da Roma.
Tornato nell'urbe con la forza delle armi assime a Mario, accorso intanto dall'Africa, Sertorio e Carbone, per tre anni sotto la carica di console mise in atto una vera e propria dittatura; una dittatura spietata che offese anche gli organi istituzionali della res publica. Fu ucciso dai suoi stessi soldati.
Lucio Cornelio, suo figlio, anch'egli della parte democratica, fu pretore nel 44 a.C.; fu tra gli uccisori di Cesare. Odiato come il padre, al suo posto fu ucciso Elvio Cinna, per sbaglio scambiato dai sicari.