Utente:Michele Zaccaria/Sandbox
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[modifica] Clima
Mese | Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Anno |
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Temperatura massima media (°C) | 12,1 | 13 | 14,7 | 17,7 | 22 | 26 | 28,4 | 28,5 | 25,3 | 20,9 | 17,1 | 13,7 | 19 |
Temperatura minima media (°C) | 5,2 | 5,5 | 6,8 | 9,1 | 13 | 16,9 | 19,2 | 19,2 | 16,5 | 12,7 | 9,3 | 6,6 | 11,6 |
Trafugamento e culto delle reliquie di San Nicola da Myra |
San Nicola veneratissimo tra cristiani, ortodossi e protestanti, è considerato il protettore delle ragazze e dei naviganti. La vicenda del trafugamento della salma è adombarata da sospetti circa l'attendibilità storica di determinate notizie che oggi si ritengono indiscutibili. La tradizione vuole che quando Myra cadde in mano musulmana, Bari e Venezia, città rivali, entrarono in competizione per il possesso delle reliquie. E' noto che la spedizione barese formata da 62 marinai, battendo sul tempo i Veneziani, riuscì ad impadronirsi per prima delle spoglie del Santo, che il 9 maggio 1087, furono depositate in una Chiesa di benedettini sotto la custodia dell'Abate Elia. La leggenda narra altresì che le spoglie furono collocate nel luogo in cui si fermarono i buoi che trainavano il corpo del Santo. L'abate (poi vescovo di Bari) inizio' la costruzione di una nuova Chiesa. L'edificazione terminata entro poco, consentì la consacrazione che fu operata nel 1089 da Papa Urbano II. Solo dopo fu edificata l'attuale Basilica romanica. Ancora oggi sono custodite, sotto l'altare della cripta, le ossa del Santo patrono della citta'. Proprio da questa ossa i monaci avrebbero estratto un liquido dalle potanzialità taumaturgiche, chiamato manna. A questa vicenda vanno ricondotte le qualità di taumaturgo attribuite a San Nicola. |
[modifica] Architetture e luoghi d'interesse
[modifica] Il castello Normanno-Svevo
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Per approfondire, vedi la voce Castello Normanno-Svevo di Bari. |
Il Castello Normanno-Svevo sorse intorno al 1131 per volontà di Ruggero il Normanno. Nel 1156 Guglielmo I di Sicilia lo distrusse quasi completamente e Guido il Vasto, per volontà di Federico II di Svevia, si occupò della sua ricostruzione.
Il possente e grandioso castello consta di due parti distinte: la prima conprendente il mastio, di origine bizantino-normanna e trasformato da Federico II tra il 1233 ed il 1240, a pianta trapezioidale con due torri delle quattro originarie; la seconda che ingloba i baluardi a scarpata con torrioni angolari a lancia sul fossato che furono addizionati nel XVI secolo sui tre lati dalla parte terrestre. Il lato Nord, quello marittimo, conserva il portale ogivale (ora murato) e le graziose bifore della costruzione duecentesca.
Al castello si accede dal lato Sud, varcando il ponte sul fossato ed entrando nel cortile tra i baluardi cinquecenteschi ed il mastio svevo, sulle cui torri e cortine costruite in bozze di pietra scura, si notano diverse monofore. Sul lato Ovest un portale gotico scolpito immette in un atrio su colonne con volte a crociera, dal quale si passa nel cortile interno, quadrilatero, di impianto rinascimentale, assai rimaneggiato. In questo interno, sulla sinistra in un salone terreno è presente la gipsoteca all'interno della quale sono accolti numerosi calchi che ritraggono le più interessanti sculutre architettoniche e decorative dei monumenti romanici di Puglia. Accanto, una interesante sala con volta a botte costolonata a sesto acuto, adibita ad archivio. Al piano superiore, nel lato merdionale del castello, vi sono vari ambienti ove è ubicata la Soprintendenza alle Gallerie. Il lato Nord ospita, in due ampie sale al piano superiore, i dipinti restaurati.
[modifica] La Basilica di San Nicola
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Per approfondire, vedi la voce Basilica di San Nicola. |
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La basilica sorge isolata sull'area del palazzo del catapano (governatore) bizantino, distrutto durante la ribellione per le libertà comunali. Fu eretta tra il 1087 ed il 1197 per custodirvi il corpo di San Nicola che sessantadue marinai avevano trafugato da Mira in Licia nel 1087. La basilica è considerata uno dei prototipi delle chiese romanico-pugliesi.
Semplice ma maestosa è la facciata, fiancheggiata da due torri campanarie mozze, tirpartita da lesene, coronata da archetti e aperta in alto da bifore e in basso da tre portali, dei quali il mediano, a baldacchino su colonne, è riccamente scolpito.
Ammirevoli sono i fianchi con profonde arcate cieche (sopra le quali corrono loggette a esafore) e le ricche porte. Arcature cieche in basso e bifore in alto animano le alte testate del transetto e la parete continua absidale, ornata al centro da un grande finestrone.
Il maestoso interno è a tre navate divise da colonne e pilastri con un vasto transetto e tre absidi. I tre archi trasversi al principio della navata mediana (infatti asimmetrici) furono aggiunti, come rafforzamento, nel XV secolo in seguito ad un terremoto che aveva reso pericolante l'intera costruzione. Al di sopra degli archi c'è il piano del matroneo a trifore. Il soffitto è intagliato e dorato accomapagnato con riquadri dipinti del XVII secolo. Tre solenni arcate su graziose colonne dividono la navata centrale del presbiterio. L'altare maggiore è sormontato da un ciborio del XII secolo.
Nell'abside centrale degno di nota è il pavimento con tarsie marmoree e con motivi orientaleggianti dei primi decenni del XII secolo assieme alla vigorosa sedia episcopale marmorea del 1105 e anche al monumento di Bona Sforza, regina di Polonia, di scultori del tardo Cinquecento.
Nell'altare dell'abside destro è presente un trittico di Andrea Rico da Candia del XV secolo; nella parete retrostante sono vari resti di affreschi trecenteschi. Sulla destra il ricco altare di San Nicola, in lamina d'argento sbalzato del 1684. Nell'abside sinistro una tavola con Madona e Santi del 1476. Per una delle scale al termine delle navate si scende nella cripta, vasta quanto il transetto, triabsidata, sostenuta da 26 colonne varie abbellite da capitelli romanici. Sotto l'altare della cripta riposa il corpo di San Nicola.
[modifica] Il ciborio
Il ciborio soprastante l'altare, realizzato prima del 1150, è il più antico della Puglia. Quattro colonne di marmo antico, le antistanti in breccia rossa, le posteriori in breccia viola, sostengono il baldacchino, composto da due tiburi piramidali a base ottagona sovrapposti, sorretti da due serie di colonnine con elaborati capitelli. Splendidi sono i capitelli che concludono le colonne databili del terzo decennio del XII secolo. Quelli anteriori recano figure angolari di angeli, quelli posteriori sono ornati, uno da protomi di ariete e uccelli, l'altro da motitvi vegetali.
[modifica] La cattedra dell'abate Elia
La cattedra è ubicata dietro al ciborio, al centro del presbiterio e del mosaico che la riveste. Il sedile elegantemente traforato negli alti braccioli, è sostenuto da figure in altorilievo e a tuttotondo. Sul dorso due leonesse intente a sbranare due uomini. Da un'iscrizione posta sul retro del sedile, che lega l'opera alla figura dell'abate Elia, vescovo di Bari, si è fatto risalire il lavoro agli anni tra il 1098 e il 1105. Se tale datazione fosse accertata, la catedra costituirebbe uno dei primi lavori del romanico pugliese. In realtà l'opera è da collocarsi più probabilmente nella prima metà del XII secolo per la vitalità e la maturità dei rilievi.
[modifica] La basilica come luogo di coesione religiosa
San Nicola di Mira che da secoli riposa nella basilica omonima è uno dei santi maggiormente venerati fra i cristiani ortodossi, in special modo i russi. La Basilica ogni giovedì, giorno dedicato maggiormente al culto del santo, rappresenta uno dei pochi punti frequentati contemporaneamente da appartenenti a diverse confessioni cristiane. Dopo la fine dei regimi totalitari e la conseguente apertura dei paesi dell'est Europa al turismo e rapporti con il mondo estero, la Basilica rappresenta uno dei punti più importanti del turismo legato ai pellegrinaggi religiosi.
La sua costruzione ha segnato e continua a segnare l'unione, la miscelazione tra la cultura greco-ortodossa, di cui ne risentirà tutta la Puglia nella sua storia. Una miscelazione che è ancora in atto. Nella cripta della Basilica, infatti, ogni giorno, si tengono le messe della Chiesa Ortodossa.
[modifica] La Cattedrale di san Sabino
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Per approfondire, vedi la voce Cattedrale di San Sabino. |
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La Cattedrale di San Sabino fu edificata nella prima metà del XI secolo e ricostruita negli ultimi decenni del XII secolo, in seguito alla distruzione della città ad opera di Guglielmo il Malo nel 1156.
La cattedrale è una delle più maestose creazioni dell'architettura romanico-pugliese, riportata dai restauri agli antichi splendori. Consta di una semplice facciata tripartita in lesine e coronata da archetti, con tre portali del XI secolo, rimaneggiati nel XVIII secolo, monofore, una bifora e un rosone dalla ricca cornice. Sui finachi si aprono profonde arcate sulle quali corrono gallerie esafore (rifatte); all'incrocio dei bracci sorge la cupola, poligonale all'esterno, dal ricco fregio. Ammirevoli sono le due testate del transetto, ornate di rosoni e bifore, come la parte absidale a parete continua, nella quale si apre un superbo finestrone. Sul fianco sinistro sorgono la grande costuzione cilindrica della trulla (antico battistero trasformato in sacrestia nel XVII secolo) e appoggiato al transetto, il campanile con finestre e un'alta cuspide.

Mirabile per armonia e solennità la cattedrale è a tre navate su colonne, con finti matronei ed ampie trifore, un transetto sopraelevato, un' alta cupola e tre abisidi, di cui maestosa la centrale. Nella navata mediana il pulpito è ricomposto con frammenti originari del XI e XIII secolo, come lo sono pure il ciborio dell'altare e la cattedra episcopale nel presbiterio, cinto da plutei duecenteschi. Nell'abside sinistro esistono tracce di affeschi del Duecento. Sotto il transetto si estende la cripta, trasformata nel Settecento. Vi si conserva una tavola bizanteggiante della Madonna, assai ridipinta. Gli archivi della cattedrale custodiscono preziosi codici e il celebre rotulo dell'Exultet, anteriore al 1050.
[modifica] Il lungomare
Le Vie Imperatore Augusto Nazario Sauro costituiscono il lungomare di Bari.
Il Lungomare Imperatore Augusto è un'ampia via che si estende dal Piazzale Colombo alla radice del molo del porto nuovo fino alla Piazza Eroi del Mare, aperta sul porto vecchio. La via segue l'anadamneto delle vecchie mura della città Vecchia, della quale si vedono sovrastare pittorescamente i campanili e le cupole; il tutto offre un'ammirevole panorama sul mare. A metà del percorso un passaggio aperto nell'antica cinta muraria mette in comunicazione con la piazza antistante la Basilica di San Nicola.
Il Lungomare Nazario Sauro, prolungamento del Lungomare Imperatore Augusto è anch'esso un encomiabile viale litoraneo con veduta panoramica sulla costa che toccando la rotonda di Piazza Armando Diaz e la Pinacoteca Provinciale si congiunge con la terza parte del lungomare barese, il Lungomare Armando Perotti.
[modifica] Cultura
L'attività culturale della città di Bari si sviluppa intorno alle massime sedi culturali della città stessa come l'Università degli studi di Bari, nella quale sovente si tengono dibattiti e manifestazione di carattere storico-artistico.
In campo musicale ricalcando una tradizione tuttora viva nella regione, attraverso concerti dell'annuale stagione lirica che si tengono presso i teatri Piccinni e Petruzzelli (quest'ultimo attualmente inagibile per restauro) si mantiene vivo l'impulso culturale.
Di più vasta portata, anche nei suoi riflessi sulla vita culturale della città, è l'attività editoriale, esplicantesi a livello nazionale, dalla case editoriali Laterza (Casa editrice Giuseppe Laterza & figli), che vanta una solida tradizione, e De donato (Casa editrice De Donato). Nella città ha sede oltretutto il quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno ed alri settiminali e quotidiani di cultura.
[modifica] Teatri
I maggiori teatri sono:
- Teatro Petruzzelli;
- Teatro Margherita;
- Teatro Piccinni.
Questi tre teatri sono, assieme all'Auditorium Nino Rota, i contenitori storici della città, gestiti dalla Fondazione Lirico-Sinfonica " Petruzzelli e Teatri di Bari ".
- Teatroteam;
- Teatro Abeliano;
- Teatro Kursaal Santalucia;
- Teatro Kismet;
- Teatro Duse;
- Teatro Royal;
- Teatro Purgatorio;
- Piccolo Teatro;
- Teatro dell'Anonima;
- Casa di Pulcinella;
- Teatro Barium.
[modifica] Teatro Petruzzelli
Il Teatro Petruzzelli nacque dall’esigenza della città di possedere un contenitore culturale degno di una città desiderosa di elevarsi al livello delle altre metropoli italiane. La passione di Bari per il teatro era nota, ma i luoghi di rappresentazione non erano sufficienti, oppure non raggiungevano quell’ideale di austerità che Bari meditava del suo teatro. Neppure il tetro comunale Piccinni, edificato nel 1854, soddisfaceva le necessità della città desiderosa di emergere sul piano artistico-culturale.
Il comune, in possesso di un piazzale sul mare ("Largo della Marina"), atto ad ospitare concerti e rappresentazioni di strada, approvò la proposta di sfruttare lo slargo per adibirlo a luogo entro il quale edificare il teatro. Fra tanti, il progetto accolto dal comune fu quello presentato da due commercinti baresi, Onofrio ed Antonio Petruzzelli di origine triestina, i quali a loro volta fecero proprio quello di un loro cognato ingegnere, il barese Angelo Messeni. La proposta nel 1896 accolta, si concretizzò nel 1898, anno in cui iniziarono i lavori di edificazione.
La struttura, orgoglio della città e della Puglia intera, esordì la sera del 14 febbraio 1903, allorché si tenne la rappresentazione de "Gli Ugonotti" di Giacomo Meyerbeer.
La notte tra il 26 e il 27 ottobre 1991 il teatro venne distrutto quasi interamente da un incendio doloso. L'ultima opera rappresentata fu la "Norma" di Vincenzo Bellini. Ironia della sorte, tale opera si chiude con la scena di un rogo.
[modifica] Teatro Piccinni
Il "Teatro Piccinni" è il piu' antico teatro della città di Bari. La struttura è in grado di contenere più di ottocento spettatori. Il teatro fu inaugurato il 30 Maggio 1854 con la rappresentazione del "Poliuto" di Gaetano Donizetti. Un anno dopo, nel 1855 fu intitolato a "Niccolò Piccinni", in onore del famoso musicista barese oltremodo apprezzato nella città natale ed in Francia, paese in cui svolse la sua attività di compositore.
[modifica] Musei
I principali musei sono:
- Museo Archeologico Provinciale;
- Pinacoteca Provinciale (Artistico);
- Cittadella Mediterranea della Scienza;
- Museo della Gipsoteca (Artistico);
- Museo - Sala del Tesoro di San Nicola (Artistico);
- Museo della Cattedrale (Artistico-Archeologico);
- Museo Storico Civico;
- Acquario Provinciale (Naturalistico);
- Istituto Orto Botanico (Naturalistico);
- Museo di Zoologia (Naturalistico);
- Museo di Scienze della Terra (Naturalistico);
- Museo Raccolta di Fisica (Tecnico-Scentifico;
- Collezione delle Cartoline (Specializzato);
- Museo Sacrario (Specializzato).
[modifica] Museo Archeologico
Il "Muso Archologico" di Bari fondato nel 1875 come Museo Proviciale è stato notevolmente ampliato nel tempo grazie a donazioni private e nuove scoperte archeologiche che hanno arricchito le bacheche dell'istituto. Esso infatti comprende la più completa raccolta di materiale archeologico pugliese, soprattutto ceramiche e bronzi. Il museo è fondamentale acché si abbia un completo quadro per la conoscenza della civiltà apula dal VII secolo al III secolo, dell'antica Daunia (attuale provincia di Foggia), sia della Messapia e anche della Peucezia (attuale provincia di Bari.
Il museo si trova all'interno dello storico e grandioso palazzo dell'Università, la quale si affaccia sull'ampia Piazza Umberto I.
[modifica] Pinacoteca Provinciale
La "Pinacoteca Provinciale", sita nel palazzo della Provincia di Bari, si compone di opere databili dal XV secolo all'attuale, la cui paternità è attribuita ad artisti quali Tintoretto, Giovanni Bellini, Antonio Vivarini e Bartolomeo Vivarini, Paolo Veronese e pittori di scuola napoletana come Luca Giordano e numerosi ottocentisti italiani.
[modifica] Biblioteche
Diverse sono le biblioteche che hanno sede nella pulsante città capoluogo pugliese. Oltre le varie migliaia di volumi che fanno del "Museo Storico" sede culturale non svalutabile, sono di particolare importanza la "Biblioteca Nazionale Sagarriga Visconti-Volpi", sita nel palazzo dell'Ateneo, ricca di una vasta raccola bibliografica (circa 220.000 volumi, tra cui 65 cunabuli, 2500 codici e manoscritti, e circa 400 pergamene databili intorno al 1150).
Di un'apia sezione archivistica, ricca di circa 100.000 fra carte e pergamene del IX secolo, è dotata la "Biblioteca Provinciale De Gemmis", che riveste particolare interesse anche per un'ampia raccolta specializzata (15.000 titoli) di opere relative alla storia della regione.
Alrettanto ricche sono la "Biblioteca Comunale", la "Biblioteca Scientifica" e quelle universitarie che complessivamente raggiungono i 200.000 titoli.
Diplomi e pergamene antiche conferiscono particolare importanza all'archivio della Basilica di San Nicola, ma di valore ancor maggiore è il rotulo pergamenaceo dell' Exultet, conservato nell'archivio della Cattedrale di San Sabino. Databile tra l'XI e il XIII secolo, l' Exultet raggiunge una lunghezza di ben 8,42 metri, minuziosamente abbellito da preziose miniature.