Pincio
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Il Pincio (o colle Pinciano, dal latino Mons Pincius) è un colle di Roma. Il colle si trova a nord del Quirinale, e guarda sul Campo Marzio. Diverse ville e giardini occupano il colle, compresa Villa Borghese. Da Piazza Napoleone, in cima al colle, c'è un ampio panorama su Piazza del Popolo e sulla città.
Indice |
[modifica] Storia
Era al di fuori dei confini originali della città e non fa parter dei Sette colli, tuttavia si trova all'interno delle mura costruite dall'imperatore Aureliano tra il 270 ed il 273.
Molte famiglie importanti dell'Antica Roma avevano dimore e giardini (horti) sul Pincio nell'ultimo periodo della Repubblica Romana, tra cui gli Horti Lucullani (creati da Lucullo), dove venne uccisa Messalina, la moglie di Claudio[1], gli Horti Sallustiani (creati dallo storico Sallustio), gli Horti Pompeiani, e gli Horti Aciliorum, degli Acilii. Il colle era noto nell'antichita come il Collis Hortulorum (il colle dei giardini). Il nome attuale viene da una delle famiglie che l'occupò nel IV secolo, i Pincii.[2]
Sul colle c'era la tomba dei Domizii, in cui vennero sepolte le ceneri di Nerone.[3]
[modifica] Il Pincio oggi (nota toponomastica e curiosità)
Nel parlare comune viene ancora detto "il Pincio" la parte di Villa Borghese dentro le Mura aureliane dalla terrazza su Piazza del Popolo a Villa Medici. Il Pincio è il primo giardino pubblico di Roma, voluto da Napoleone, e tra le passeggiate storiche è forse la più cara ai romani.
Da quando lo Stato italiano acquistò la Villa Borghese, nel 1902, il Pincio fu fittamente arredato con busti degli uomini del Risorgimento e della storia d'Italia (le donne ritenute meritevoli di un busto sono solo 3: Vittoria Colonna, Santa Caterina da Siena e Grazia Deledda). Il loro numero aumentò nel tempo, e alla fine degli anni '60 i busti erano 228[4], periodicamente afflitti da epidemie di vandalismo che ne attaccano preferibilmente i nasi.
Uno di questi busti ha una storia interessante: nel 1860 fu collocata al Pincio, vicino alla Casina Valadier, la "mira" dell'Osservatorio astronomico del Collegio Romano per la determinazione del meridiano di Roma, su richiesta del suo direttore, l'astronomo gesuita Paolo Secchi. Era, in origine, soltanto un segnale a scacchi poi perfezionato in colonna con un foro che permetteva di illuminarlo di notte. Nel 1878, alla morte del Secchi, il suo busto venne piazzato sulla colonna. Danneggiato nel 1960, fu ripristinato nel 2001 e fornisce ancora la mira (anche se non serve più)[5].
In un angolo in fondo c'è anche un monumento a Enrico Toti del 1922.
[modifica] Edifici e monumenti
- Casina Valadier
- Idrocronometro
- Obelisco Pinciano
- Busti del Pincio
- Villa Medici
- Trinità dei Monti
- Terrazza del Pincio
[modifica] Collegamenti
È raggiungibile dalle stazioni: Flaminio - Piazza del Popolo e Spagna. |
[modifica] Note
- ↑ Tacito, Annales 11, 1; 32; 37.
- ↑ Cassiodoro, Variae 3, 10.
- ↑ Svetonio, Nero 50.
- ↑ fonte: Romaspqr.it
- ↑ per l'Osservatorio e monsignor Paolo Secchi vedi [1]
[modifica] Voci correlate
- Villa Borghese
- Piazza del Popolo
- Via Margutta
- Porta Pinciana
- Muro Torto
- Ascensori di Roma
[modifica] Collegamenti esterni
- Foto aerea da Google Maps. Vedi QUI sulla Mappa di Google - QUI su Google Earth.
- Hills and walls of Ancient Rome
- Pincius Mons