Post-impressionismo
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Il post-impressionismo è un movimento che nasce in francia dopo l'impressionismo.
Non si trattò di un vero e proprio movimento riconosciuto, ma di un momento nuovo di ricerca e di assimiliìazione di ciò che avevano fatto gli Impressionisti.
Dopo l'impressionismo occorreva un processo di ricerca quasi infinito che divenne sempre più personale.
Nelle opere dei post-impressionisti si possono ancora intravedere elementi che legano la loro pittura all'impressionismo quali: tracce della pittura di tocco e il colore inteso non in senso assoluto; la pittura basata sul contrasto tra colori complementari; il dato di osservazione dal vero e la trasparenza realistica di alcuni elementi. Elementi per cui la loro pittura si allontana dall'impressionismo sono: il ripristino della linea di contorno e del disegno e di conseguenza il ritorno all'utilizzo del marrone e del nero; la stesura del colore in campiture piatte e monocromatiche; la tendenza al linearismo e la predilezione per la bidimensionalità. Altre caratteristiche comuni ai post-impressionisti furono il rifiuto della sola impressione visiva, la tendenza a cercare la solidità dell'immagine, la certezza e la libertà del colore. Le immagini assumono valore per la loro capacità evocativa. Per questo ricompaiono temi mitologici o fantastici, e le immagini perdono il carattere di realtà, nel volume, nello spazio, nel colore ecc. Si utilizza l'arte come mezzo di reazione ai valori della società borghese di fine secolo, anche se non sempre in modo consapevole
Fra i più importanti post-impressionisti vanno ricordati Paul Cézanne, Paul Gauguin, Harry Lachman, Henri Rousseau, Georges Seurat, Henri de Toulouse-Lautrec e Vincent van Gogh, che influenzeranno significatamente tutta l'arte pittorica del Novecento, ed il movimento divisionista italiano. Tra i post-impressionisti italiani si possono ricordare Dante Conte e Gino Paolo Gori.