Programma di Fabbricazione
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Il Programma di Fabbricazione è uno strumento regolatore utilizzato in urbanistica e nella pianificazione territoriale. E' stato introdotto dalla Legge Urbanistica Nazionale n°1150 del 1942 per assicurare ai comuni meno importanti un minimo livello di disciplina edilizia. Ebbe grandissimo successo grazie alla sua snellezza procedurale.
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[modifica] Caratteristiche
Il legislatore del 1942 si pose il problema di rendere obbligatoro il Piano Regolatore Generale per tutti i comuni. Il P.R.G. era infatti obbligatorio per i comuni contenuti nella lista del Ministero dei Lavori Pubblici (poi la lista fu affidata alle regioni). Per i Comuni più piccoli si decise di allegare al proprio Regolamento Edilizio un Programma di Fabbricazione con il fine di ordinare un minimo di pianificazione urbanistica.
- Finalità:
- Ancorare al territorio le norme del Regolamento Edilizio assicurandogli un riferimento spaziale;
- Assicurare all'abitato un minimo livello di disciplina edilizia;
- Differenziare spazialmente le tipologie edilizie.
- Limiti Spaziali: territorio comunale
- Cogenza: obbligatorio per i comuni sprovvisti di P.R.G.
- Validità: scadenza indeterminata
- Contenuti:
- Zonizzazione del territorio comunale
- Definizione dei tipi edilizi
Il Programma di Fabbricazione non ha il potere di stabilire l'edificabilità dei suoli.
[modifica] Elaborati
- 1. Tavola di inquadramento territoriale, scala 1:50000;
- 2. Stralcio di P.T.C., scala 1:25000;
- 3. Descrizione dello stato di fatto (attuale), scala 1:25000;
- 4. Descrizione dello stato di fatto (particolare), scala 1:25000;
- Vincoli esistenti;
- Edificazione esistente;
- Proprietà demaniali;
- Particolari impianti e infrastrutture.
- 5. Piano di Azzonamento (funzionale ed edilizio), scala 1:5000;
- 6. Tabella dei tipi edilizi;
- 7. Norme tecniche di attuazione;
- 8. Relazione Tecnica illustrativa;
- 9. Tavola delle zone omogenee;
- 10. Tabella di verifica del rispetto degli standards.
[modifica] Procedura per l'entrata in vigore
Il Consiglio Comunale adotta il piano e lo trasmette direttamente alla Regione. La giunta regionale ha quattro possibilità:
- non approva e lo ritrasmette in comune;
- apporta modifiche sostanziali, il comune deve ripubblicare;
- apporta modifiche non sostanziali e approva il piano;
- approva il piano.
Il piano entra in vigore con la pubblicazione sul Bollettino Ufficiale Regionale il giorno dopo l'approvazione.
[modifica] I motivi del suo successo
Per la sua snellezza procedurale, il P.F. divenne assai ambito ed utilizzato dai piccoli Comuni e spesso adottato anche dai Comuni che erano compresi nella lista delle regioni ai quali la L.U.N. non lo prevedeva. Con la Legge Ponte n°765 del 1942 si ha una equiparazione fra P.R.G e P.F.: infatti, tutte le volte che è mensionato il P.R.G. viene aggiunto -(oppure P.F.)- portando erroneamente a pensare che siano la stessa cosa. Da questo momento si redigono centianaia di P.F. ma, a partire dagli anni '80, venne progressivamente bandito dalle legislazioni regionali imponendo così l'obbligatorietà del P.R.G. per tutti i comuni.
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